..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 30 giugno 2010

UN CALCIO CREDIBILE

Ci siamo, è arrivato il verdetto, il calcio deve essere credibile, basta una firma per la Gazzetta ed inizierà una nuova era.
Questa mattina (ieri ndr), in prima pagina sul giornale rosa, campeggia la scritta: ”Firmate su gazzetta.it . Il nostro appello per un calcio credibile” .
Unico responsabile degli errori macroscopici che hanno condizionato l’esito di due grandi sfide mondiali è Blatter, il “grande capo” del calcio che non vuole la moviola in campo.
Per chi ha capito il meccanismo che ha portato a calciopoli e il ruolo rivestito dal giornale rosa, non si può che sorridere leggendo questa levata di scudi.
La cultura del sospetto, più che quella del gol non gol, dà ispirazione e linfa quotidiana agli pseudo giornalisti sportivi italiani. Gli articoli, con un semplice copia-incolla, finiscono addirittura nei faldoni dei pm ed entrano di diritto nelle aule di tribunale, per sostenere un’accusa di associazione a delinquere. Un potere conquistato nel tempo, ottenuto vivisezionando non solo le immagini, ma anche le “intenzioni” dei direttori di gara, culminato nella stragrande maggioranza dei casi con l’attribuzione “etica” di un comportamento antisportivo teso a favorire il “cupolaro” di turno.
Oggi no. L’editoriale odierno titola: “arbitri al massacro”.
Sarebbe bello chiedere a tutti gli arbitri, da quelli rinchiusi nello spogliatoio a quelli condannati per un copia-incolla sbagliato, cosa ne pensano di questa voglia di calcio credibile, da attuare attraverso la protezione dell’arbitro di turno, che si trova nella spiacevole situazione di aver commesso errori plateali e il cui impiego tecnologico della moviola avrebbe risparmiato l’ennesimo giudizio negativo.
Altrettanto interessante sarà vedere fin quando questa massima resterà valida. Perché già immagino come potrà vivere un futuro errore pro-juve chi tende a contestare più che gli episodi il colore delle maglie (come storia narra): sarà colpa dalla mancata moviola o di un complotto?
La verità è molto più amara. Forse, in questo fallimento globale del nostro calcio, la colpa è anche di quei giornali che non hanno più parlato di sport, ma si sono occupati di proteggere il “potere” ; quello che consente di avere sponsorizzazioni redditizie e qualche scoop in anteprima.
Oggi come ieri, si cerca un colpevole, quello a cui far pesare il fallimento di un intero sistema. Accusare è semplice, fare autocritica molto più difficile. Fin quando si darà credibilità a questo modo di fare sport, non ci sarà nessun reale cambiamento: tutt’al più qualche cambio dirigenziale, che nella sostanza lascerà tutto invariato.

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