Barack Obama, venerdì sera, ha difeso in modo convinto e appassionato il controverso progetto di costruire a soli due isolati da Ground Zero la Cordoba House, un centro culturale islamico da 100 milioni di dollari di quindici piani, con annesse moschea, auditorium e luogo di raccoglimento sulla tragedia dell’11 settembre. «Questa è l’America», ha detto il presidente degli Stati Uniti. «Il nostro impegno a favore della libertà religiosa deve essere incrollabile. Il principio che le persone di tutte le fedi religiose sono benvenute in questo paese, e che non saranno trattate diversamente dallo stato, è essenziale per determinare chi siamo».
«Da cittadino e da presidente credo che i musulmani abbiano lo stesso diritto di praticare la loro religione come tutti gli altri in questo paese», ha detto Obama. La sua presa di posizione è stata accolta con entusiasmo dall’ala sinistra del mondo liberal, parecchio scoraggiata ultimamente dalla sua azione di governo giudicata troppo cauta, moderata e prona nei confronti della destra.
Obama non poteva fare altrimenti. Svicolare non era più possibile. Dire di no alla moschea sarebbe stato come negare la sua storia politica. Il sì, però, non sarà gratis. E ieri pomeriggio ha dovuto ricalibrare il tiro, spiegando che non sostiene il progetto, ma solo il diritto degli organizzatori a costruire la moschea.
Secondo un sondaggio Cnn, il 68% degli americani è contrario all’istituzione del centro di cultura islamica nel cuore ferito dell’America. Un’altra ricerca del Marist College svela che soltanto il 34% della super liberal New York è favorevole. I repubblicani non si lasceranno scappare l’occasione di usare la posizione di Obama per assestargli una sberla ancora più pesante alle elezioni di metà mandato del 2 novembre.
Così c'ha pensato Charles Krauthammer, editorialista neoconservatore, che sul Washington Post ha scritto un articolo anti moschea molto efficace: «Quando parliamo di Ground Zero come terreno sacro intendiamo dire che appartiene a chi lì ha sofferto e ci è morto. Questa appartenenza obbliga noi viventi a conservare la dignità e la memoria del luogo, non permettendo che venga dimenticato, banalizzato e usurpato». Ecco perché, ha aggiunto, il parco Disney sulla guerra civile a un passo da Gettysburg non s’è fatto; ecco perché Giovanni Paolo II ha chiuso il convento delle carmelitane ad Auschwitz. «L’Islam non è più intrinsecamente islamista di quanto la Germania di oggi sia nazista, ma nonostante l’innocenza della Germania contemporanea nessun tedesco di buona volontà penserebbe mai di proporre un centro di cultura germanica a Treblinka. Siamo un paese libero dove si può costruire qualsiasi cosa, ma non ovunque. Costruitela dove volete, tranne che lì».
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