..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 28 agosto 2010

IL PRESIDENTE

Dalla curva di ogni stadio, spesso si sente acclamare il beniamino di turno, con il coro: “Uno di noi…”. Questa volta il coro andrebbe intonato al Presidente (finalmente lo possiamo scrivere con la “P” maiuscola!) della Juventus, Andrea Agnelli.
Dopo qualche mese di “assestamento”, durante il quale ha di fatto rivoluzionato una società che era diventata l’ombra di se stessa, il successore di Umberto ha deciso di raccontare la propria esperienza da juventino “speciale”, accettando anche domande che potevano apparire scomode.

La dimensione di un presidente sta anche nella capacità di dribblare gli ostacoli più insidiosi e questa intervista ne riservava molti. Come quando gli è stato chiesto il motivo per cui aveva deciso di mantenersi lontano dalla Juve per tanti anni. Andrea, da “rancoroso”, avrebbe potuto rispondere che si sentiva in totale disaccordo con la linea presa dal nuovo corso juventino datato 2006: una risposta di quel tipo sarebbe stata anche facile da sostenere, dal momento che lui stesso, ai tempi di farsopoli, non nascose il proprio disappunto per le mosse scellerate della società. E invece ha elegantemente glissato, aggiungendo un’autentica perla diplomatica: «Ho pensato che la mia figura potesse essere anche ingombrante per loro (i dirigenti, ndr), visto quello che è stato il mio trascorso e quindi per metterli nelle migliori condizioni di poter lavorare la scelta è stata quella di non essere presente».
E ancora più pericolosa poteva rivelarsi la domanda sul suo rapporto con la Triade. Andrea si dimostra coraggioso e coerente, rimarcando la grande stima professionale per quella dirigenza che dimostrò «capacità d'innovazione e, al contempo, un'efficienza nel rispondere a qualsiasi esigenza». C’è di più: se la stima nei confronti di Moggi è professionale («era sicuramente uno dei più grandi operatori a livello continentale del mercato»), l’affetto che lo lega a Giraudo è immutato, dal momento che lo considera un “secondo padre” . Ma Andrea, forse anche grazie alla vicinanza con una persona tanto sagace, si preoccupa anche di rimarcare un aspetto fondamentale: l’unico suo attuale riferimento per il mercato è Marotta. E così anche Palazzi se ne può rimanere tranquillo a bersi un altro caffè.
Ma ancora più che nei concetti e negli episodi raccontati, la forza delle parole del giovane Agnelli sta nella juventinità che esse trasudano: si respira l’amore per la maglia e per ciò che rappresenta, la dolcezza dei ricordi di un bambino seduto a mangiare con Pablito, fresco campione del mondo, e la consapevolezza della responsabilità insita nel ruolo di presidente della squadra più importante d’Italia. E così Andrea non nasconde la sua ammirazione per Del Piero in veste di tifoso, ma rammenta che il suo ruolo gli impone di vedere la Juve come un gruppo che ha obiettivi ben precisi.
E, a proposito di obiettivi, ce n’è uno importante per lui e per tutti noi di GLMDJ: «L'esposto che abbiamo presentato è molto dettagliato e a nostro giudizio fondato. Quindi non chiede parità di trattamento ma è un esposto molto preciso sulla revoca di uno scudetto . Da questo punto di vista noi ci aspettiamo, poiché crediamo che sia fondato, una risposta sicuramente entro breve, in breve tempo, e siamo fiduciosi, vista la motivazione che abbiamo portato avanti, di avere un risultato positivo». Finalmente, dopo anni di equilibrismi dialettici e contraddizioni vergognose, è arrivato il tempo di ascoltare parole importanti . Qui non si chiede di punire nessuno sulla base di chissà quale contrappasso, ma si prende atto di una situazione molto più semplice, di evidente ingiustizia: lo scudetto 2005/2006 nella bacheca dell’Inter è semplicemente un’oscenità! La Figc deve provvedere immediatamente a revocarlo.
Ma non finisce qui: la bomba viene fatta esplodere poco dopo. Gli scudetti 28 e 29 torneranno a casa? «Se giuridicamente sarà dimostrata la correttezza della società nei vari procedimenti che sono ancora aperti, sicuramente valuteremo l'azione revocatoria e la riassegnazione dei titoli» . Questa è serietà, questo è amore per la Juve. Ma anche amore per la Giustizia! A chi ama la Signora, e noi di GLMDJ in questi anni abbiamo dimostrato di fare parte di quel gruppo, non interessano proclami inutili o promesse che non potranno essere mantenute. Noi vogliamo Giustizia! E sentire il nostro Presidente che ci dà assicurazioni in tal senso è musica per le nostre orecchie.
Abbiamo sempre detto che più delle parole contano i fatti e non smetteremo certo ora di ripeterlo. Ma il Presidente della Juventus si è esposto, replicando alle sollecitazioni che molti di noi da un po’ di tempo gli rivolgevano: cosa sarà dei nostri scudetti? Ecco la risposta che volevamo . Ed ecco perché, finalmente, possiamo dirlo: Andrea Agnelli è il Presidente della Juve, uno di noi!

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