Stamane non ho letto i quotidiani (inglesi), e non lo farò, non vorrei mai trovare scritto che la vittoria dell'Arsenal di ieri pomeriggio è stata ottenuta contro una neopromossa che è rimasta presto in dieci uomini e non ha saputo reggere il confronto contro una delle candidate al titolo della Premier. Non l'accetterei. Ieri pomeriggio all'Emirates Stadium avrebbero perso in molti, se non tutti, perché quando i Gunners giocano in quel modo la notte si fa buia e tempestosa, e le stelle rosse di Londra accecano ogni cosa gli si presenta davanti. E' altrettanto vero che dopo due giornate di campionato non si può pensare che tutto va bene, che la perfezione è stata raggiunta, che i margini di miglioramento hanno raggiunto l'apice. Ma constatare la forma di Theo Walcott, la dinamicità di Sagnà e Clichy, la padronanza del centrocampo da parte di Diaby e la superba prestazione di Rosicky che ha saputo far girare come un orologio l'intera squadra, sono segnali che non lasciano spazio a dubbi e preoccupazioni.
A questo molto altro da aggiungere. I primi minuti giocati da Fabregas, la crescente condizione di RVP, la sicurezza mostrata tra i pali di Almunia (ieri pomeriggio Marianella gli ha concesso una giornata di tranquillità), la tattica di Wilshere, l'incredibile lavoro fatto da Chamack, premiato con il suo primo gol in Premier e all'Emirates.
Prossima fermata Blackburn, sabato pomeriggio prossimo, con due ferme convinzioni: a) questo gruppo ha raggiunto una sua maturità tattica e tecnica, fusa con la capacità di Wenger di saper costruire, aspettare, attendere il meglio da questi ragazzi; b) una rosa competitiva, coperta in ogni reparto, che saprà sopperire ad eventuali squalifiche ed infortuni.
Oggi godiamoci questa vittoria, pronti nuovamente, con la divisa sulla pelle, a credere in questo sogno, a sognare di vedere questi ragazzi diventare campioni d'Inghilterra.
We believe ourselves, you could be the one.
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