E' arrivata la terza vittoria in quattro partite, ancora una volta di goleada quando si aprono le porte dell'Emirates e ancora una volta dimostrando maturità e crescita, calcisticamente parlando, intellettiva.
Si, perché dopo il gol dei "trotter" a pochi minuti dall'andare a prendere un thè caldo, che ha portato il risultato in parità, è stato assorbito nel migliore dei modi: con la voglia, al rientro sul terreno di gioco, di mettere in chiaro chi è il più forte. E così è stato.
In cabina di regia, il Capitano, ha mosso le fila che hanno permesso a Laurent Koscielny, Marouane Chamakh e Carlos Vela di segnare tre dei quattro gol realizzati ieri pomeriggio all'Emirates; il quarto gol è stato siglato da Alex Song.
La squadra, "privata" da Wenger di Sagnà, Clichy, Diaby, Nasri, Denilson e dalle assenze forzate di RVP, Bendtner e Walcott, ed infarcita di ragazzini terribili come Gibbs e Wilshere, ha saputo dimostrare ugualmente un'anima, un'identità, quella sana voglia di competizione, d'unità d'intenti, la gioia di giocare a pallone, credendoci sempre.
Scegliere i migliori, dopo una gara simile, sarebbe riduttivo per chiunque nei giorni precedenti ha lavorato per conseguire questo risultato, sarebbe non veritiero nei confronti di un gruppo che ha giocato da squadra, privandosi della gloria personale per mettere al servizio di chiunque "respiri" Arsenal le proprie qualità.
Il secondo posto in classifica, alle spalle di un Chelsea che non sbaglia un colpo, a questo punto della stagione è tanta roba, alla faccia di chi, come lo scorso anno, ci dava come 4/5 squadra della lega.
Ora sarà Champions League, all'Emirates, e per l'esordio stagionale lo Sporting Braga verrà a fare visita. Nessun pronostico, per una partita sicuramente difficile, ma una consapevolezza: l'Arsenal scenderà in campo come una squadra, e i singoli potranno esaltarsi.
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