..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 20 ottobre 2010

REPORT: ARSENAL 5-1 SHAKHTAR DONETSK



Tre partite giocate, 14 gol fatti e 2 subiti. In gol 8 giocatori diversi: Fabregas (3), Chamakh (3), Vela (2), Arshavin (2), Squillaci (1), Nasri (1), Wilshere (1), Song (1).
Numeri impressionanti per una squadra che conosce un solo verbo: giocare al football.
La gara di ieri sera non ha fatto altro che confermare il livello raggiunto dagli uomini di Wenger: gran possesso palla mai fine a se stesso, il ritorno in campo del Capitano che ha dato ulteriore qualità ad un gruppo già forte di suo, quella sana e naturale voglia di correre fino al triplice fischio finale del direttore di gara a prescindere dal risultato, la continua maturazione tecnica e agonistica di due "monelli" che potranno, in un prossimo futuro, realizzare i sogni di gloria di Wenger e di ogni supporter dei Gunners: Nasri e Wilshere. Il primo sempre più consapevole della propria qualità messa al servizio del gruppo, il secondo esploso definitivamente grazie alle convinzioni di Wenger e ad una classe che lo sta portando partita dopo partita ad essere una delle colonne portanti di questa squadra.
Il saluto finale, sempre in tema di maturità, è doveroso offrirlo a Eduardo e a tutto l'Emirates Stadium. Il brasiliano di nazionalità Croata, dopo tre stagioni con la casacca dei Gunners, è tornato a "casa" segnando il gol della bandiera per gli ucraini, una realizzazione che ha fatto scattare in piedi tutto lo stadio, per offrire una standing ovation a chi, nonostante in tre anni abbia giocato poco e vinto niente, ha lasciato qualcosa di speciale a Nord di Londra. Da noi si predica tanto, in Inghilterra, invece, ci si alza in piedi e si applaude, anche quando i gol si subiscono. 

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