..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 13 ottobre 2010

RESPONSABILITA'

Ci sono responsabilità, gravi, per quanto accaduto ieri sera allo Stadio Luigi Ferraris di Genova, responsabilità da attribuire a chi, colpevolmente, non ha preso in considerazione diversi aspetti.
Un punto mi sembra chiaro: lo sport, il calcio nel particolare, non ne ha. Quel che è successo è figlio di anni di lotte fratricide, dell'estremizzazione della politica, dell'odio fra popoli, fra religioni. Un rapporto riservato della polizia serba inviato a Roma via fax nel pomeriggio di lunedì avvertiva i colleghi italiani dell´arrivo in pullman a Genova di 300-400 ultrà di estrema destra con l´obbiettivo di confondersi tra gli altri tifosi e creare tafferugli. A questi si sarebbe unito un numero imprecisato di cani sciolti, appartenenti al noto gruppo dei Grobari (i "becchini") che già in passato ha sporcato di sangue le curve di mezza Europa. Se a questo si aggiunge: a)  pochi giorni fa a Belgrado si è scatenato l'inferno contro la parata del Gay Pride: 249 fermi e 157 feriti; b) il 23 dicembre è stato abolito l´obbligo di visto per uscire dalla Serbia; rimane evidente che la prevenzione era necessaria, che si doveva prendere alla lettera quanto comunicato dalla polizia serba.
Ed è proprio intorno a questo rapporto che, a disastro consumato, è scoppiato un caso diplomatico tra Italia e Serbia. Gli italiani a dare la colpa ai colleghi stranieri: "Ci avevano avvertito del numero dei tifosi ma non della loro pericolosità: gente così non doveva nemmeno arrivarci, qui", Roberto Massucci, responsabile per la sicurezza della nazionale; e gli stranieri a rimpallare sugli italiani: "Avevamo avvertito che sarebbero arrivati gli ultrà di estrema destra", Tomislav Karadzic presidente della Federcalcio serba.
Stamane il Ministro degli Interni italiano ha replicato: "Nessuna responsabilità della polizia italiana, abbiamo evitato una strage"; dimenticando che non ci si doveva trovare ad evitare una strage.  
Le responsabilità ci sono, e tante, soprattutto nei confronti di una città che voleva semplicemente assistere ad una partita di pallone.

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