Poi qualcuno, ancora, si domanda, nonostante abbiano vinto millanteria e chiacchiere da bar, come mai è stato così facile mettere a fuoco la sagoma di quello che una volta era il direttore generale della Juventus.
Deliri di onnipotenza, né più né meno, come tutti quelli usciti dalle intercettazioni telefoniche.
Stamane, il delirio, supera il confine: "Quando ero a Napoli e avevo Maradona e Careca di punta chiedevo a Renica di lanciare lungo davanti direttamente dalla difesa per fare riposare i centrocampisti ed aspettare la giocata del campione.". Leggera divagazione sul tema Ibrahimovic, quello che se ce l'hai vinci, altrimenti perdi. Stravagante, e contraddittoria, la motivazione: "Chi ha lui vince lo scudetto. E’ successo già 5 anni su 5.".
E già, vinto in quei cinque anni in cui il campionato di calcio italiano era paragonabile, con rispetto, alla Lega scozzese, per non dire peggio.
Simpatico anche il siparietto romano: "Contro il Cagliari sono stati decisivi i cambi con gli ingressi di Vucinic e Menez.". Non certo, in fatto di episodi decisivi, il non rigore assegnato ai capitolini.
Sulla Juventus? Niente, la solita minestra, d'altronde senza stile viene difficile parlare della Signora.
2 commenti:
Ma non capisco questo livore contro Moggi che se è vero che telefonava ai designatori come tutti del resto, cosa non proibita anzi, qualcuno persino di più, è anche vero che non telefonava agli arbitri come la buonanima.
Io invece non capisco il suo nei confronti di gente come Marotta e Delneri.
Persone che si sono prese la briga, con a capo Agnelli, di ricostruire una società di calcio, gloriosa, come la Juventus.
Come non capisco quello contro la Juventus. I suoi problemi nulla hanno a che fare con tutto questo, ma hanno indirizzi diversi.
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