..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"
Visualizzazione post con etichetta Luciano Moggi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Luciano Moggi. Mostra tutti i post

lunedì 14 febbraio 2011

LO STILE JUVENTUS / 31

Dice che la sfida di Torino non è stata bella, a me personalmente, invece, è piaciuta molto: vuoi per l'ottimo comportamento dei ventidue in campo (solo 3 ammoniti e tutti, per stanchezza, negli ultimi dieci minuti di gioco), vuoi per l'ottimo arbitraggio, vuoi per le buone cose espresse da entrambe le squadre.
Poi torna su Calciopoli, ribadendo un concetto: "non va dimenticata!".
Parecchio tempo fa, un noto giornalista si chiese: cui prodest? A chi giova il tutto?

lunedì 7 febbraio 2011

LO STILE JUVENTUS / 30

Oggi vado di corsa, anche perché le "notizie" sono poche e quando la Juventus vince gli "orgasmi" nel Paese diminuiscono considerevolmente. "Finalmente sono arrivati i goal degli attaccanti, grazie ai nuovi acquisti Matri e Toni". Ma come, non aveva detto (nemmeno cinque giorni fa) che Alessandro Matri, anni 27 da compiere ad agosto giusto per precisare, non era da Juventus?
Per il resto calma piatta: nessun articolo, nessuna parola negativa su Marotta e/o Delneri, niente di niente. E meno male che c'è chi si autodefinisce tifoso bianconero, vero.

venerdì 4 febbraio 2011

LO STILE JUVENTUS / 29

Faccio subito una premessa (e una promessa): a fine stagione ci metto una pietra sopra (metaforicamente, si intende), d'altronde il detto dice che "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Ora play. La faccio breve, tanto più o meno dice sempre le stesse cose: "Matri (nato il 19 agosto del 1984, anni 27 da compiere, giusto per precisare a chi gli affibia, naturalmente in buona fede, due anni in più) e Bonucci non sono da Juventus, Barzagli è un acquisto sbagliato." A ruota, quelli che lo seguono come fosse il "padre eterno", affermano: "Marotta e Delneri bocciati, Agnelli rimandato: la Juventus è ormai una provinciale"; "E' una Juventus inguardabile, sarebbe meglio richiamare Lippi".
Un appunto: siete tutti segnati, ma proprio tutti, ed il giorno che vorrete salire sul carro vi sarà presentato il conto.
Ok per oggi basta così.

lunedì 31 gennaio 2011

LO STILE JUVENTUS / 28

Nonostante l'appellativo non sia sfuggito (ex-dipendenti), e nonostante in molti, forse alcuni, abbiano fatto finta di non sentire (o forse hanno preferito cambiare immediatamente canale), oggi, l'ex, prova ancora a dare consigli, anzi, lo fa direttamente a Lui, a colui che l'ha appellato ex-dipendente.
Di cosa parla? Indovinate un po'? "Bastava l’innesto di 3-4 giocatori di qualità, invece di questi 15 che per la maggior parte non sono da Juve!"
Ma tralasciando quello che ormai è diventato il tormentone fuori-stagione, due sono i passaggi che voglio evidenziare.
1) "La Juve è una squadra sottotono ed in totale confusione evidenziata anche dalla conferenza stampa di sabato superflua ed ovvia"
2) "Per costruire servono tempo e giocatori importanti e di immagine. Bastava l’innesto di 3-4 giocatori di qualità, invece di questi 15 che per la maggior parte non sono da Juve! I soldi sono finiti? Allora Andrea ti do un consiglio : non difendere più l’operato dei tuoi dirigenti perché il non avere soldi non deve esser un alibi, fai come facevamo noi che di soldi ne avevamo sempre pochi a disposizione e vendevamo per ricavare i soldi soldi per comprare".

lunedì 24 gennaio 2011

LO STILE JUVENTUS / 27

Poi qualcuno, ancora, si domanda, nonostante abbiano vinto millanteria e chiacchiere da bar, come mai è stato così facile mettere a fuoco la sagoma di quello che una volta era il direttore generale della Juventus.
Deliri di onnipotenza, né più né meno, come tutti quelli usciti dalle intercettazioni telefoniche.
Stamane, il delirio, supera il confine: "Quando ero a Napoli e avevo Maradona e Careca di punta chiedevo a Renica di lanciare lungo davanti direttamente dalla difesa per fare riposare i centrocampisti ed aspettare la giocata del campione.". Leggera divagazione sul tema Ibrahimovic, quello che se ce l'hai vinci, altrimenti perdi. Stravagante, e contraddittoria, la motivazione: "Chi ha lui vince lo scudetto. E’ successo già 5 anni su 5.".
E già, vinto in quei cinque anni in cui il campionato di calcio italiano era paragonabile, con rispetto, alla Lega scozzese, per non dire peggio.
Simpatico anche il siparietto romano: "Contro il Cagliari sono stati decisivi i cambi con gli ingressi di Vucinic e Menez.". Non certo, in fatto di episodi decisivi, il non rigore assegnato ai capitolini.
Sulla Juventus? Niente, la solita minestra, d'altronde senza stile viene difficile parlare della Signora.

lunedì 17 gennaio 2011

LO STILE JUVENTUS / 26

Stamane c'è da divertirsi, un po' come quando si va al circo e la scena viene presa dai clown.
In ordine. Del Milan, quello che vincerà lo scudetto, scrive ancora di occasione sprecata, come quella con la Roma prima delle feste e come quella con l'Udinese della settimana scorsa. Non si legge di crisi rossonera (a Cagliari, nonostante la vittoria grazie ad un gol in fuorigioco, si erano ampiamente intraviste le difficoltà), ma di occasioni mancate, come se quest'ultime fossero sinonimo di episodi sfortunati (il Milan!!).
Per il Napoli opta per un pari che ci può stare, perché Sinisa Mihajlovic, a differenza di Gigi Delneri (quello che il gol del pareggio l'aveva fatto), ha bloccato le fasce limitando fortemente la pericolosità offensiva del Napoli.
L'Inter, invece, è rinata grazie a Leonardo (che stimo moltissimo come persona), perché quel Benitez, soprattutto sotto il profilo mentale, non aveva dato ai neroazzurri la giusta spinta. Bene, poi c'è il riferimento, che è fantastico: "basti pensare a Maicon che sembrava giocasse il fratello e a Milito.". Alcuni numeri. Sulle 18 partite disputate dall'Inter in campionato, il Signor Maicon ha disputato 10 gare: 7 con Benitez, 3 con Leonardo; per il resto della stagione si è portato dietro un fastidiosissimo infortunio. Nelle apparizioni con Benitez, e con quell'Inter, le vittorie sono state 4, 2 i pareggi e la sola sconfitta nel Derby, per un totale di 14 punti sui 21 a disposizione (il ciclo riguardava gli scontri, tra le altre, contro Juventus, Roma e Milan, per non contare le due genovesi e il Palermo). Con Leonardo, e cioè dopo il mondiale per club, su tre partite sono arrivate altrettante vittorie, e una condizione atletica in continuo miglioramento. Questo discorso lo si può estendere a Milito, così come a Cambiasso, Chivu e Stankovic, per non parlare di Walter Samuel fuori dai giochi, da un bel pezzo, per tutta la stagione. Benitez ha giocato la sue ultime gare di campionato, e di conseguenza di Champions (qualificandosi alla fase finale) con questi giocatori titolari dal primo minuto: Castellazzi, Biabiany, Pandev, Santon, Natalino, Coutinho, Nwankwo, Alibec, Benedetti e addirittura Orlandoni a Brema. L'altra sera a San Siro, così come dal giorno della Befana, l'Inter in campo era così disposta: Castellazzi, Maicon, Lucio, Cordoba, Chivu, Motta, Cambiasso, Zanetti, Stankovic, Eto'o, Milito; domanda: ma di cosa stiamo parlando?

venerdì 14 gennaio 2011

LO STILE JUVENTUS / 25

Gli si è rotto il disco, ormai è ufficiale, e come tutti coloro che siedono regolarmente in televisione a dire quello che è giusto e quello che è sbagliato (probabilmente guadagnando molto di più di quanto guadagnassero prima, anche se molti fanno finta di non capirlo) è tornato prepotente sull'argomento: il mercato bianconero.
E giù con la solita manfrina del sarebbe stato meglio acquistarne 4 (di assoluta qualità) invece che 14 (mediocri e non da Juve). Ma ormai a questo ci si è abituati fin troppo bene. Interessante, invece, questo passaggio: "ciò che è mancato alla dirigenza bianconera in questa stagione, è stata la consapevolezza di ciò che significa lavorare per la Vecchia Signora. Bisogna vestirsi da Juve per essere da Juve, non portare i vestiti indossati alla Sampdoria.".
Per fortuna che la pazienza non ha limiti... o forse un limite ce l'ha?

domenica 9 gennaio 2011

LO STILE JUVENTUS / 24

Dopo la liturgia della parola e quella eucaristica siamo arrivati ai riti di comunione, e allora fatevi prendere la mano e scambiatevi un segno di pace; per i riti conclusivi manca ormai più poco.

venerdì 7 gennaio 2011

LO STILE JUVENTUS / 23

Era ampiamente preventivabile, era nell'aria già dall'ultima gara disputata dai bianconeri in quel di Verona, quando Pellisier mise nel sacco della Signora quel gol che nella giornata di ieri si è trasformato in carbone. E allora stamane le "Befane bianconere" si sono unite in coro, e da ogni angolo sono cominciate a spuntare scarpe rotte, sottane scucite e scope di saggina. Tifosi, pseudo-tali, dirigenti ed ex-tali si sono armati di penna e calamaio e hanno cominciato a scrivere salvaguardando il loro personale tornaconto(?).
Inevitabili, per loro che sanno tutto, i paragoni con quello che era e quello che è, con quello che altri avrebbero potuto fare e con quello che oggi è sotto gli occhi di tutti; sempre a seconda di dove ci si posizioni per guardare.
Il pensiero unico del "giornalista" collettivo ha preso il sopravvento, in un delirio di considerazioni e analisi: paragoni con la precedente dirigenza, punti realizzati dal buon Ciro a confronto con quelli realizzati dal buon Gigi, mancanza di campioni e fuoriclasse.
Insomma, è bastata una giornata storta (e quella incredibile dell'arbitro De Marco) per mettere tutto in discussione, per alzare la voce.

lunedì 27 dicembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 22

In questi giorni di festa, in concomitanza con il Natale, in televisione appaiono ad intervalli regolari esperti dell'alimentazione, e chi più chi meno vanno predicando una sana e corretta dieta natalizia, il non esagerare troppo con pranzi e cene, vini e spumanti. Evidentemente sanno di quel che parlano.
Se poi ai microfoni di "Stile Juventus" (guarda un po' i casi della vita) parla l'ex direttore della Juventus, il quadro è completo; e pensare che l'avevamo lasciato facendogli i complimenti.
In prima battuta conferma che i primi tre posti del torneo saranno occupati da Milan (sempre al primo posto naturalmente, d'altronde chi ha Ibra vince), Roma e Inter, mentre, anche se difficile, il quarto potrebbe occuparlo la Juventus, davanti a Napoli e Lazio. Per la lotta al titolo, Lui, dice che la squadra non potrà essere protagonista, perché non trova le grandi ambizioni (?).
La scarsa qualità (aridaje), il non avere uomini che risolvano le gare, l'assenza di capitani di varie nazionali (come Lui aveva), la latitanza di esperienza e classe nella rosa, sono le mancanze che faranno la differenza nei confronti delle altre pretendenti.
Torna su Krasic, quel serbo che ha completato un mercato pasticcione, definendolo una buona riserva, perché con Lui non avrebbe avuto spazio. Il motivo?
Perché c'è una bella differenza tra il gioco che faceva la sua Juventus con Camoranesi (?) e quello che fa la Juventus di Delneri con Krasic.
Qui mi soffermo perché l'argomento è interessante. "...La Juventus per esaltare Krasic deve giocare in contropiede, noi invece eravamo sempre nell'area di rigore avversaria. Questo è un cambio di gioco che esalta Krasic, mentre il nostro era un gioco d'attacco che ci portava sempre nei sedici metri avversari e lui non avrebbe trovato spazio."
Una data per capire meglio: estate 2001. La Juventus cede al Real Madrid tale Zinedine Zidane, e di fatto cambia radicalmente il suo gioco, passando dalla fantasia del talento francese alla muscolarità di giocatori come Nedved. Domanda: quando approda in bianconero Camoranesi? Risposta: estate 2002, quando la Juventus non stava più nell'area degli avversari. Vogliamo ricordare le splendide partite che venivano condotte dalla squadra di Capello? Vero ed oggettivo che per 78 giornate è rimasta in testa al campionato, altresì vero che quel gran giocare nell'area avversaria (?) portò quella squadra alla doppia eliminazione dalla Champions e ad un gioco tra i più brutti visti negli ultimi vent'anni, fatto di situazioni esclusivamente episodiche e portato a termine dalla forza prettamente muscolare.
Chiude in bellezza: ".. la Juventus non ha assolutamente bisogno di Moggi.". Ecco, appunto.

lunedì 13 dicembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 21

Stavolta inizio con il dire che ha ragione: "certe vittorie cambiano la stagione".
Diversamente non potrebbe, perché vincere a due secondi dal fischio finale e così facendo prendersi il secondo posto in classifica è qualcosa che offre più dei tre punti in palio, di una vittoria pre-natalizia.
Poi si perde, un'altra volta ed inevitabilmente: "Giornata dopo giornata la squadra juventina sta andando sempre di più oltre le aspettative di inizio stagione.". Secondo Lui, però. Perché da queste parti era evidente fin da quando le bocce stavano ferme, che quella squadra aveva la qualità, il potenziale e la carica morale del mister per fare bene.
L'anti-Milan? Chiude con saggezza: "il campionato è ancora lungo".

lunedì 6 dicembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 20

Probabilmente ed in funzione del trentacinquesimo compleanno del Presidente Andrea Agnelli, ha voluto rendergli omaggio con un bel 10 in pagella, miglior voto tra tutti i presidenti di serie A.
Il voto di migliore in assoluto dovuto alla modifica dell'ambiente bianconero, all'aver riportato lo stile, quella caratteristica che si trova solo nella famiglia Agnelli; appunto.
E, udite udite, complimenti anche alla gestione societaria, nonostante le numerose difficoltà.
Della vittoria di ieri sera dice: "...quest’anno la Juventus ha dimostrato di aver ritrovato quella convinzione, quella voglia di lottare da sempre presente nel suo "dna" che le era mancata negli ultimi anni.".
Ora, visto lo stile, si è anche alzata l'asticella delle probabilità: "...se continua così potrebbe anche fare meglio della Roma e dell’Inter e lottare insieme alla Lazio per il secondo-terzo posto."
Il primo (di posto) lo consegna ancora una volta agli "amici" milanesi, ponendo un quesito: "C’è ancora qualcuno che pensa che Ibrahimovic non è un uomo squadra?".
Risposta: che sia un giocatore che possa fare la differenza (in determinate partite dove il livello di difficoltà è pari ad una sfida tra Davide e Golia) nessuno l'ha mai messo in dubbio, ma uomo squadra proprio no, e il tempo sarà, come sempre, giudice insindacabile.

lunedì 29 novembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 19

Scrive che la Juventus non ha giocato da Juventus, non approfittando di una Fiorentina rimaneggiata, e che, alla fine, il pareggio è risultato giusto.
Non mi perdo in chiacchiere, e non commento nemmeno la parte in cui scrive "non essendo una squadra che può lottare per lo scudetto", la Juventus sia chiaro, ma scrivo numeri e dati dell'incontro dell'altra sera.
Tiri totali: Juventus 26; Fiorentina 9.
Tiri nello specchio della porta: Juventus 6; Fiorentina 1 (uno, one, 1!!).
Corner: Juventus 9; Fiorentina 6.
Possesso palla: Juventus 62%; Fiorentina 38%.
Parate decisive: Juventus 1; Fiorentina 5.
Migliore in campo: Artur Boruc, portiere della Fiorentina.
In una gara dai contenuti tecnici mediocri il pareggio, numeri alla mano, è effettivamente giusto. O no?

lunedì 22 novembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 18

Dice che non bisogna parlare di scudetto, quello che secondo Lui è già in sede a Milano, perché chi ha Ibra vince, e domando: qualcuno ha mai parlato di scudetto?
Sulla partita, invece, vuole precisare: "Ballardini ha consegnato il centrocampo alla Juventus". Ma quando mai. La Juventus, e nella fattispecie il duo Aquilani-Melo, si sono impossessati del centrocampo, comandandolo a piacimento, perché, e qui in molti se ne devono fare una ragione, la completezza del reparto bianconero, al momento, non ha eguali in Italia; se ne faccia una ragione anche Lui.
"La Juventus sta facendo meglio di quello che si pensava", dice. Altro quesito: che pensava chi? Da queste parti, quando le bocce erano ferme, è stato scritto a più riprese, che quella squadra provinciale, con un mercato pasticcione e un tecnico sparlante, aveva la possibilità di fare grandi cose, come adesso sta facendo.
Chiusura: "Roma e Palermo giocano il calcio più bello del campionato". Sarà, ma l'ha visto lo stile della Juventus?

martedì 16 novembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 17

I canali televisivi e l'informazione cartacea non ne ha fatto grande menzione. C'è chi ha scritto di contatto in area dubbio, ma senza esporsi più di tanto, c'è chi ha detto che l'intervento è stato sul pallone, ma anche in questo caso senza soffermarsi troppo.
Lui, invece, ha calcato la mano: "alla Roma manca un rigore, per il fallo di Chiellini su Mexes".
Qui, giustamente, si ricorda che del braccino di Boateng non ha scritto nemmeno una parola, mentre qui insiste nel dire che qualunque squadra affronti la Juventus, fosse pure una provinciale, è tecnicamente superiore.
Riporto testuale, considerato che il pensiero è comune: "forse mentre mangia dovrebbe ricordare di avere sotto i denti quanto comprato con i soldi della Juventus. Un po' di rispetto!". Almeno quello, dello stile ormai sappiamo.

giovedì 11 novembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 16

Non ha toccato la Juventus, almeno fin'ora non ho trovato nulla dopo il pareggio nella serata di ieri (10/11 ndr), ma si scaglia contro Benitez, che, da appassionato, e tifoso, del calcio inglese, un po' conosco. Dice testuale: "Ma cosa ha fatto Benitez in carriera? Campa su quel 3-3 di Istanbul in finale di Champions... E al Liverpool ha fatto solo spendere un sacco di soldi". Dunque, questo è Rafael Benitez, cinquantenne tecnico da Madrid: 2 campionati spagnoli, e si badi bene, con il Valencia, mica Real o Barcellona, e una Coppa Uefa, sempre con la formazione iberica. Veniamo all'esperienza inglese. Al primo anno, nonostante un quinto posto finale in Premier, i  Reds si aggiudicano la Uefa Champions League, battendo nella storica finale di Istanbul il Milan, e pochi mesi più tardi si aggiudicarono anche la SuperCoppa Europea, battendo in finale i russi del CSKA Mosca. Nelle stagioni successive i trionfi si ampliarono: una Coppa d'Inghilterra contro il West Ham, una Community Shield contro il Chelsea e ancora una finale di Champions League, questa volta persa proprio contro il Milan. In Premier ha stabilito due record storici per i Reds: nel 2005/06 raggiunse il terzo posto collezionando 82 punti, e nella stagione 2008/09 si piazzò al secondo posto con 86, che è ancora oggi il maggior numero di punti conquistati dal Liverpool nel campionato inglese.
Sul consiglio a Moratti ("Avrebbe dovuto prendere Arsene Wanger che era sul punto di lasciare l'Arsenal") preferisco glissare, ad Ashburton Grove usiamo un certo stile.

lunedì 8 novembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 15

Questa non me la sarei mai aspettata. Mentre la Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport (Tuttosport non vale) celebrano la Juventus, titolando entrambi "la Juve rimonta e vola" (insieme al Napoli), con il 3-1 inflitto ieri al Cesena si è portata al quarto posto in classifica a soli 4 punti dalla vetta, Lui parla di vittoria stentata e di un pareggio (i bianconeri erano andati sotto di un gol) arrivato solo grazie ad un rigore inesistente. Un rigore talmente solare che nessuno, e dico nessuno, si è preso la briga di nutrire il ben che minimo dubbio. Sulla preparazione atletica non corretta non commento, sarebbe come superare di gran lunga lo stile.

lunedì 1 novembre 2010

LO STILE JUVENTUS / 14

Ora la Juventus è ad immagine e somiglianza del suo tecnico, Luigi Delneri, e se non si monterà la testa (Dias ed Hernanes permettendo) potrà ambire ad arrivare nelle prime posizioni, quelle valide per la Zona Champions.
In pratica: quella squadra qualitativamente ai livelli di una Sampdoria e definita la prima delle provinciali, che ha un tecnico che fa dichiarazioni gravissime e un uomo mercato che ha fatto un pasticcio comprando undici giocatori, ora ha un'identità.
Bene. Aggiungo: quella stessa squadra che sabato sera ha battuto quell'altra squadra che dalla cintola del centrocampo in su non ha eguali o quasi nel mondo, e che era, perché stamane serve uno come Seedorf, la probabile vincitrice dello scudetto.

lunedì 18 ottobre 2010

LO STILE JUVENTUS / 13

C'avrei scommesso, e da allibratore la quota non avrebbe superato un quinto della posta: "La qualità di Krasic e quella di Aquilani dimostra che per vincere nel calcio servono acquisti che fanno la differenza.". E' proprio vero: lo "stile" non si compra, né si impara, quello o c'è o non c'è. Infatti "spara" ancora a zero: "Se questa estate invece di comprare 11 giocatori avessero aggiunto altri 2-3 acquisti di qualità ai due sopra citati probabilmente la squadra bianconera lotterebbe per lo scudetto sin da questa stagione. La quantità non ha mai fatto la differenza nella storia del calcio.". La quantità intesa come Storari? Ieri autore dell'ennesima, ottima prestazione? Di Bonucci? Migliorato sensibilmente da inizio stagione e compagno di reparto di una fra le coppie centrali più forti, in prospettiva, d'Europa? Quagliarella? Quel ragazzo napoletano che svaria da sinistra alla mediana, che attira sempre almeno due avversari su di se, che non sbaglia mai una sponda e che ha già siglato 3 gol in 6 partite? Se questa è quantità che ben venga, sempre.
Chiusura. "Violenza negli stadi? Servono leggi severe per copiare il modello inglese!". No! Servirebbe la cultura sportiva, quella inglese. Invece qui da noi ci si interroga su chi ha detto "metti Collina". Ma anche qui è questione di stile.

domenica 17 ottobre 2010

LO STILE JUVENTUS / 12

Manca qualità, lo si vede a occhio nudo. La Juventus è condannata ad aggrapparsi ad un 36enne palesemente finito e ad un mercato da provinciale, con un brasiliano ingestibile, un italiano sempre rotto e un serbo che non voleva nessuno.
Bah signori, bah! Non appartengo (come scrive l'amico Carlo da cui traggo spunto per buttare giù il dodicesimo appuntamento con lo stile Juventus) alla categoria dei "ve l'avevo detto" (anche se la goduria per quanto sta accadendo sulle sponde del Po è immensa), ma visto e considerato che il deprofundis rimbombava ancora nelle orecchie, è giusto che ogni bianconero si goda una volta di più una squadra che gioca a pallone dopo tre mesi d'assieme, e che non si vedeva dai tempi d'oro di Marcello.
Una freschezza atletica invidiabile, un Melo che esce in standing ovation, un Krasic che per fermarlo dovranno probabilmente assoldare dei cecchini e sistemarli sulle tribune, un Aquilani che per sapienza tattica e qualità è il giocatore che la Juventus aspettava da quattro anni. E poi quel gol, un gol che per chi conosce Alberto non è niente di nuovo, ma il semplice gesto di un ragazzo che di questo passo non avrà nulla da invidiare a gente come Xavi e Iniesta.
La più forte delle provinciali è ora quinta, e, vista la mancanza di qualità, si ritrova a capeggiare la classifica dei gol realizzati; però era evidente che mancava una punta come Ibrahimovic.