..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 29 gennaio 2011

UN UOMO CHE NON DICE MINCHIATE

Suo padre ne sarebbe orgoglioso, così come suo zio, e ogni tifoso bianconero dovrebbe rendere merito a un ragazzo che, con tranquillità, si è messo a parlare di lavoro, di programmi, di gestione, senza peli sulla lingua, senza raccontare «minchiate».
È bello, in un paese che esulta alla possibilità di fare un ponte in coincidenza con i festeggiamenti per l'unità d'Italia, sentire parlare gente che ha voglia di lavorare.
Andrea Agnelli, nella conferenza stampa odierna, l'ha dichiarato apertamente, affrontando i temi del momento attuale della Juventus, di quale situazione ha dovuto affrontare all'inizio, a dove vorrà arrivare.
Semplici puntualizzazioni, che confermano quanto detto all'inizio dell'avventura.
Lo dico con una punta di orgoglio: sentendo parlare il Presidente ho ritrovato le parole dette e scritte da questa Redazione. Parole che hanno tracciato la semplice realtà, senza andare fuori dal seminato.
E' bene rimarcarle.

La Juventus di Andrea Agnelli è partita da una situazione di oggettiva difficoltà, causata da una precedente gestione capace di creare solo passivi di bilancio e zero programmazione.
Ad oggi, dopo l'immane lavoro della scorsa estate, la linea tracciata prosegue senza intoppi, anche se sul piano prettamente sportivo è indubbio che gli infortuni (per carità, fanno parte del mestiere) abbiano avuto un'incidenza negativa notevole.
La fiducia sul gruppo di lavoro voluto rimane intatta: non a caso Andrea Agnelli ha ribadito che la Juventus, la sua Juventus, lavorerà a medio e lungo termine.
Credo che ogni tifoso dovrebbe essere orgoglioso di avere un Presidente così.
Un Presidente che parla delle ultime novità giornalistiche, riferendosi all'idea Lippi-Spalletti, definendole, né più né meno, delle «minchiate»; un Presidente che cita ex amministratori ed ex dipendenti facendosi scherno delle loro «chiacchiere» e ribadendo che la Juventus ha un gruppo di lavoro serio e competente; un Presidente che senza paura ammette che se tra un anno la situazione (sportiva) sarà la medesima di adesso esisterà un problema, qualcosa non avrà funzionato; un Presidente che parla di un potenziale importante, di una macchina da 170mln di euro, un motore che dovrà essere spinto a pieni giri.
Orgogliosi anche di un uomo mercato che, finalmente, mette le cose in chiaro senza prendere in giro i tifosi col solito zuccherino e ricorda a certi «saccenti critici» come fosse importante godere di una rosa numerosa per far fronte agli imprevisti.
Orgogliosi di un allenatore che, anch'esso con tranquillità, ha ribadito la cultura del lavoro a cui ogni uomo Juventus si è dedicato dall'inizio di questa nuova avventura.
A fine conferenza stampa è stato chiesto al Presidente, in virtù di quanto affermato dallo stesso sul tema bilancio in passivo, a quanto ammontasse la cifra, la risposta è stata inequivocabile: «Signori, siamo una società quotata in borsa!». Anche per il famoso “esposto” la pazienza sembra finita e la recente riunione tenuta con i legali qualcosa vorrà significare.
Come già scritto su queste pagine, in molti (addetti ai lavori compresi) non comprendono le dinamiche di un progetto, non comprendono tutti quei termini (economici) usati da Agnelli, non afferrano gli oneri e gli onori di una società quotata in borsa. Forse preferiscono leggere i titoli apparsi stamane sui quotidiani sportivi nazionali. Evidentemente preferiscono le «minchiate».

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