La nuova strategia militare americana, presentata martedì a Washington dal capo degli stati maggiori riuniti Mike Mullen, non contiene grandi novità. La cosa più importante è esattamente questa, l’assenza di novità. Gli Stati Uniti di Barack Obama continuano a combattere la guerra all’islamismo radicale, a impegnarsi per evitare che le armi di distruzione di massa finiscano nelle mani sbagliate e a promuovere diritti umani, democrazia e libertà secondo lo stesso schema strategico elaborato da George W. Bush dopo l’11 settembre 2001. Dieci anni dopo, con due guerre ancora in corso e polemiche transatlantiche mai sopite, un’alternativa non è stata ancora ideata.
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