..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 18 febbraio 2011

PROGRAMMATI PER ESSERE ELIMINATI

Non è la continuità di risultati che manca alle squadre italiane, come ha detto Giancarlo Abete dopo le sconfitte interne negli ottavi di Champions League patite da Milan e Roma, ma molto più semplicemente la mancanza di programmazione, la mancanza di cultura sportiva, nonché quella economica, lacune che si sono riflesse nei gesti sconsiderati di Gattuso e nelle parole al vetriolo di Borriello.
Diciamolo chiaramente: la quarta attuale forza della Premier League è scesa sul terreno di San Siro dando lezione di tattica, tecnica e cultura dello sport a coloro che vengono identificati, dal giornalista collettivo nazionale, come la squadra che vincerà lo scudetto, perché chi c'ha Ibra vince. Una squadra ucraina che non gioca una partita ufficiale dall'8 dicembre 2010, è scesa sul terreno dell'Olimpico impartendo una lezione di tattica, tecnica e cultura dello sport a coloro che vengono identificati, sempre dal collettivismo giornalistico, come gli unici che potrebbero dare fastidio a chi c'ha Ibra.
Balle! Che vengono propinate ad intervalli regolari senza informare sulle reali potenzialità dei soggetti.

Il Milan non vincerà lo scudetto, e la Roma faticherà e non poco a trovare un posto per la prossima Champions League; questo, visto con i miei occhi, pare lampante.
I giallorossi, e non da quest'anno, sono arrivati al capolinea. Gente come Taddei, Perrotta, Mexes, Juan, e lo stesso Totti, hanno disputato la loro ultima "vera" stagione quattro anni fa, quando contesero fino all'ultima giornata lo scudetto ai neroazzurri, quando in panchina sedeva Luciano Spalletti, quando De Rossi era il centrocampista più ricercato del mondo. Gli "acquisti" estivi hanno confermato il trend "metropolitano": Adriano su tutti, un giocatore stipendiato lautamente che un giorno viene fotografato in Brasile e l'altro pure. E meno male che Borriello (quello che l'altra sera diceva di aver segnato 25mila gol) aveva dichiarato: "Vado alla Roma perché c'è un programma".
I rossoneri, seppur in maniera diversa, stanno ricalcando il cammino di Totti e compagni. Seppur primi in classifica, Cesare Prandelli ha pensato bene, nell'amichevole disputata contro la Germania, di non convocare nemmeno un milanista, se non il solo Cassano.
L'età media della squadra scesa in campo l'altra sera contro il Tottenham si aggira intorno ai trent'anni, ed in campo s'è vista un'assoluta mancanza di idee e di voglia; a meno che i gesti di Gattuso e Flamini, qualche affiliato al collettivismo, non li consideri una sana voglia di agonismo.
Oggi c'è chi scrive che il problema del Milan non è Ibrahimovic, come chi da anni continua a scrivere che il problema della Roma non è Totti. Il problema, invece, nonostante molti si siano trovati spiazzati dalle sconfitte, è dovuto proprio da una programmazione che ha portato, sia in casa rossonera che in casa giallorossa, l'assoluta mancanza di futuro, componendo rose vecchie e logore che lasceranno, a breve, solo cenere.
La settimana prossima scenderà in campo l'Inter, contro il Bayern Monaco, nella rivincita di quella che a maggio è stata l'ultima finale di Champions. L'Inter vincerà, confortando Abete che spera nei neroazzurri per invertire il trend, perché ha programmato (anche se sembra strano) il futuro, investendo sui giovani e puntando su di un tecnico capace.
Mercoledì sera, a nord di Londra, è andato in scena il calcio. Nessuno ne ha parlato, pochi ne hanno scritto, forse per invidia, forse per non aumentare ulteriormente la rabbia, o forse più semplicemente per incompetenza, perché il giornalista collettivo avrebbe fatto fatica a capire come un gruppo di ventitreenni, costati la pazienza di aspettarli, ha offerto al mondo interno uno spettacolo unico; senza mettere le mani in faccia a nessuno, senza segnare 25mila gol.

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