Si nasce incendiari e si muore pompieri? Mica sempre. Vasco, prossimo ai 60 anni, tiene saldamente in mano una tanica di benzina... È il biglietto da vista di un gran disco, molto superiore al precedente anche sul piano musicale. A cominciare dal brano di lancio «Eh già» ove ribadisce il suo stupore di essere ancora sulla breccia, tormentato, insofferente, seccato per la brevità dell' orgasmo maschile e pronto a scusarsi con Dio per la fede perduta (assieme alla pazienza). Il disco concentra, per la gioia dei fan, i tratti espressivi e comunicativi più classici di Vasco e della sua filosofia: la vita è un caso, è complicata, la scienza ha preso il posto di Dio e dobbiamo dar sempre la colpa a qualcuno delle disgrazie. Più si restringono il numero dei vocaboli usati e l' area esistenziale analizzata (il mal di vivere), più risalta la creatività di Vasco e della sua squadra. E un concetto serio viene spesso stemperato nell' autoironia: «brividi» fa rima con «lividi» e non si può far finta che la vita piaccia se non è vero; poi la vita è dura: non ascoltare la gente», scegli, magari il peggio, ma da solo. Dirompente il «Manifesto futurista della nuova umanità» in cui si racconta quanto sia doloroso prendere atto che Dio non esiste. E il disco è tutto terribilmente e sconsolatamente ateo: la vita - che per Vasco va comunque rispettata - non è un dono ma solo chimica. E la cosa più semplice, dice lui (di sé), era quella di non nascere.
Luzzatto Fegiz Mario
Luzzatto Fegiz Mario
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