Ieri ho scritto dei ventotto minuti in cui Barack Obama, a reti unificate, ha parlato alla Nazione, spiegando che l'America non interverrà via terra, che non perseguirà la cacciata di Gheddafi e men che meno si ripeterà un secondo Iraq. Poi, inevitabilmente, sono andate in onda sitcom, serie tv e pubblicità. Non è un caso, infatti, che molti dicono che la grandezza politica di Barack Obama sia proprio quella di sfuggire a qualsiasi catalogazione, di mostrarsi irriconoscibile. Poi ci sono i dati oggettivi: a) il Nobel per la Pace ha triplicato il numero delle truppe in Afghanistan; b) ha avviato una campagna di bombardamenti sul Pakistan; c) ha iniziato un'operazione bellica contro un dittatore arabo senza nemmeno chiedere l'autorizzazione al Congresso. Obama è stato eletto con una piattaforma di politica estera anti-bushiana, contraria all'ingerenza americana in giro per il mondo. Quell'Obama non c'è più, e il prime time è terminato.
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