Barack Obama non ha bisogno del corpo di Osama Bin Laden, e nemmeno del gran discorso al mondo arabo e islamico di giovedì prossimo, per assicurarsi la rielezione alla Casa Bianca il 6 novembre del 2012. A quello ci pensa con maggiore efficacia il fiacco campo degli sfidanti repubblicani. L’operazione militare guidata da Obama nel rifugio terrorista di Abbottabad, in Pakistan, ha spazzato via i dubbi di una parte dell’opinione pubblica sulle doti di leadership e sulle capacità di comandante in capo del giovane presidente. Ma la grande forza di Obama 2012 è soprattutto la debolezza degli avversari. Nessuno dei dodici possibili candidati repubblicani sembra oggi in grado di reggere il confronto con il presidente.
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