C'è chi l'ha definito un "loser". C'è chi ha scritto che l'accordo è una chiara capitolazione del mondo liberal. C'è chi l'ha appellato un Repubblicano moderato. L'accordo c'è stato, la Casa Bianca ha firmato la resa, l’America non va in default, il mondo non è crollato. Tutto, a questo punto, può essere il contrario di tutto, e le elezioni del 6 novembre 2012 sono partite ufficialmente. I liberisti, libertari e anti casta (i Tea Party) hanno costretto Obama a scendere sul loro terreno, e ora dovranno essere capaci di capitalizzare un successo non previsto. I Repubblicani per riprendersi la Casa Bianca dovranno trasmettere credibilità e serietà. L'America non ama i perdenti, la storia è lì, ma oggi si ritrova con uno statista capace di sacrificare la posizione di partenza per aggirare l’ostacolo.
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