..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 13 gennaio 2012

UN 2011 DI SOLA MUSICA

Fine anno significa anche fare un bel resoconto su cosa musicalmente parlando c'ha maggiormente colpito, emozionato, rilassato, fatto sognare, fatto innamorare. Molti gli artisti che in questo 2011 sono saliti alla ribalta del grande pubblico, altrettanti coloro che nel mercato musicale di nicchia hanno trovato critiche positive e segnali per un futuro più roseo. Molteplici le scelte, sia in fatto di generi musicali sia per quel che concerne gli artisti, d'obbligo, quindi, una scissione: dalla musica italiana a quella di nicchia, fino, naturalmente, a quella maggiormente richiesta dal grande pubblico. Iniziando tra le mura di casa nostra, impossibile non citare i Verdena con il loro "Wow", apprezzato da critica e pubblico. Personalmente ho trovato molto interessante l'auto-produzione dei Verily So, con l'omonimo album, che ha sorpreso e non poco l'intero panorama nazionale; da ascoltare "15 years". Altra auto.produzione degna di menzione è quella dei Raein, con l'opera "Sulla linea d'orizzonte tra questa mia vita e quella di tutti". Altro interessantissimo lavoro è stato quello dei Ex.Wave, con "Plagiarism". Il duo italiano formato da Lorenzo Materazzo e Luca D'alberto ha provato a ridisegnare i confini del pop, riuscendoci benissimo, coniugando suoni e atmosfere tra classica, rock e avanguardia.

Caparezza con "Il sogno eretico" e i Subsonica con "Eden", di cui è imperdibile "Il diluvio", completano la carrellata di coloro che sono riusciti a dare una sterzata alla musica italiana, facendogli valicare i confini. Bene anche Jovanotti con il suo "Ora", e sempre emozionale e tecnicamente superlativa Giorgia, che con "Dietro le apparenze" ha nuovamente fatto centro; prima con "Il mio giorno migliore", divenuto subito uno dei brani più trasmessi dell'estate 2011, e in questo ultimo periodo con "È l'amore che conta". Tra i soliti noti ancora nei primi posti delle classifiche è finito Tiziano Ferro, con "L'amore è una cosa semplice", accompagnato dai "Cinque passi in più" di Alessandra Amoroso, e l'"Inedito" di Laura Pausini. Per quel che concerne un mercato musicale più mirato ed in linea con alcune tendenze, hanno fatto centro gli Austra, e soprattutto Katie Stelmanis, una voce lirica che ha avuto il pregio di fondersi con i suoni "synth pop", anche se melodie e atmosfere m'hanno lasciato privo d'emozione. Nella personale le uniche due posizioni che voglio menzionare appartengono ai Destroyer con la loro "Kaputt" e ai Iceage e la rivoluzionaria "New Brigade". I primi si rifanno ad uno stile rock molto soft, muovendosi su melodie lisce e d'atmosfera, mentre per i secondi c'è la voglia e il desiderio di ritornare alle sonorità punk, con uno stile importante anche se, forse, troppo ricco di rumori. Per gli amanti del genere "misto", che in questo caso tocca sonorità elettroniche e stile jazz c'è da menzionare Colin Stetson con il suo "New History Warfare Vol. 2: Judges", opera "sui generis" ma decisamente complicata.

Abbandonando la nicchia, andiamo incontro ai brani che di fatto testimoniano i gusti musicali di chi compra e ascolta musica. Poco da dire, l'artista dell'anno, sia per Billboard che per Rolling Stone, è stata Adele e il suo "21", che ha sbaragliato con oltre 13 milioni di copie vendute. Un Pop suggestivo (e a volte anche strappalacrime - "Someone Like You", tanto per rendere l'idea) che è entrato dritto nell'anima degli ascoltatori, sia di quelli più attenti che di coloro che amano melodie semplici e di facile impatto. Indubbio il talento canoro di Adele, che ha saputo miscelare un cocktail aggressivo ma al tempo stesso delicato. Bene sono andati anche i Radiohead con il loro "The King of Limbs", anche se, da buon ascoltatore della Band proveniente dall'Oxfordshire, ho trovato questo lavoro, e passatemi il termine, anti-rock, quasi incompiuto. Bene l'icona Lady Gaga, che con "Born This Way" ha ancora una volta fatto centro. Interessanti e quasi nostalgiche le chitarre dei Wild Flag, (personalmente li ho trovati eccezionali)  che con il lavoro omonimo hanno saputo riproporre un certo modo di fare rock, e "Glass Tambourine" lo testimonia ampiamente. Per gli amanti del rock-satanico è imperdibile il riff-psichedelico di "Holdin on To Black Metal" dei My Morning Jacket. Meraviglioso il lavoro fatto dai Foo Fighters, "Wasting Light", capaci di tuffarsi nel loro passato punk-rock con il risultato di un album completo, ispirato e dai riff davvero graffianti, da non perdere. Bello e originale il terzo lavoro di Annie Clark (St. Vincent), una sorta di punk emozionale con ritmiche che avvolgono l'ascolto, "Strange Mercy" vi coinvolgerà. Altro grande lavoro da non perdere è il "Ceremonials" di Florence and the Machine, superbo nei contenuti e nella meravigliosa voce di Flo, che seppur con vendite diametralmente opposte ha saputo rivaleggiare con Adele senza perdere, e ci mancherebbe, nessun colpo. Chiamatelo progetto, lavoro, prova musicale, chiamatelo come vi pare ma "SuperHeavy", dell'omonimo gruppo, è una roba che entra subito, mischiando talmente tanti generi da risultare quasi unico nel panorama mondiale. Per sapere cosa c'è dentro a questo fantastico progetto cliccate qui, e forse capirete il perché di queste mie parole. Armonie rockeggianti e atmosfere anni '70 si racchiudono nell'ottimo "Nothing is Wrong" dei Dawes. Gary Clark Jr., invece, ha fatto colpo con il suo "The Bright Lights EP", un misto Hendrixiano-Claptoniano che colpirà senza ombra di dubbio gli amanti del genere, me compreso. Il Trailer dell'EP è da non perdere. Ultima, ma non per questo ultima, una menzione per James Blake e l'album omonimo, canzoni come Limit To Your Love (primo singolo estratto e cover dei Feist), The Wilhelm Scream, Give Me My Month, Unluck ,To Care (Like You) e Why Don’t You Call Me? (quest’ultima molto Anthony) rimangono i brani migliori, ma è tutto l’album che sorprende e vi lascerà ancora una volta senza fiato. In conclusione si può tranquillamente affermare che anche il 2011 sia stato un anno prolifico in fatto di novità e originalità, firmato, nonostante i record di vendite di Adele, dai stratosferici e "marziani", 30 Second to Mars, che con il 300° concerto svoltosi a New York hanno stabilito il Guiness mondiale per il maggior numero di concerti tenuti per un solo album, "This Is War", e per l'occasione Jared Leto ha voluto ringraziare i fans con queste parole, con le quali vi saluto e vi do appuntamento a tra dodici mesi: "Per oltre due anni abbiamo viaggiato per questo miracoloso pianeta. Spingendoci inesorabilmente per monti e per mari, esplorando queste terre nei modi più unici. Tutto questo imparando su questo mondo, e su noi stessi, attraverso voi tutti. Grazie per i sogni. Grazie per i ricordi. E grazie per aver condiviso questa indimenticabile avventura con noi. È stato il viaggio di una vita e siamo molto grati a tutti voi per questo. Per favore, ricordate: siate coraggiosi, combattete per ciò in cui credete, e fate dei vostri sogni la vostra realtà".

Nessun commento: