Stucchevole, ridicolo, assurdo, senza una logica il post-partita di Arsenal-Schalke 04, e non tanto per quanto accaduto sul terreno di gioco ma per tutte le parole e, udite bene, la marcia di protesta di pochi che oggi andrà in scena per rivolgere al Club il proprio dissenso.
I commenti che si stanno succedendo sui vari social network sono dettati dalla rabbia per una sconfitta, che tra l'altro non ha influito sul discorso qualificazione, ma soprattutto sulla poca propensione nel valutare lucidamente le cose o peggio ancora sul ragionare (?) per partito preso, naturalmente alla prima difficoltà.
Le colpe, oggi, perché se andate a rileggervi cosa dicevano gli stessi solo un mese fa tutto diventa ridicolo, sono equamente distribuite, con tanto di motivazione: siamo scarsi, non abbiamo un gioco, non abbiamo un attaccante, abbiamo un manager obsoleto che si ostina a proseguire per la sua strada. All'improvviso, e dopo due partite perse senza segnare un goal, siamo diventati la peggio squadra del mondo, senza la possibilità di competere con le grandi (che tra l'altro rischiano seriamente di venire estromesse dalla Champions), ma con la sola prospettiva di lottare un quarto misero posto.
E se un Dio deve salvare la Regina che un Dio salvi l'Arsenal da queste persone, che per fortuna sono poche ma al primo sbandamento stagionale si presentano tronfie e con l'aria di quelli che avevano capito tutto e ora finalmente posso esternarlo al mondo intero.
La vita, il calcio, per fortuna, insegna che presto questi pochi spariranno nell'anonimato, come negli anni precedenti, perché presto la squadra che dicono di sostenere uscirà da questo momento, inizierà la sua scalata verso le zone alte della classifica, si qualificherà ancora una volta tra le migliori sedici d'Europa e soprattutto insegnerà che il football va vissuto per quello che è: un'eterna passione da godere con filosofia.
