Poche ore e i numeri del Senato saranno pressoché definitivi. Ma dopo le 16 di oggi, i numeri, per moltissimi motivi, sono diventati solo dei numeri, perché la nuda cronaca ha raccontato di uno schieramento (uno solo) che ha saputo raggiungere un risultato a dir poco incredibile, sicuramente storico.
Ora, da domani, da metà aprile (se chi ora deve non si sviluppa al più presto a rivedere interamente la Legge elettorale) inizierà il vero lavoro del Movimento 5 Stelle, e soprattutto di coloro che hanno espresso il voto a suo favore. Il programma c'è, i punti importanti su cui muoversi anche, ma è un aspetto che diventerà basilare per il futuro, essenziale per mettere in pratica ciò che è stato professato nelle 77 piazze raggiunte: cambiare mentalità.
In queste ultime ore, grazie ai social network, ho letto l'inverosimile dallo schieramento che batteva un calcio di rigore e l'ha sbagliato nonostante la porta fosse vuota. Attacchi continui, alibi, addirittura la presunta sponsorizzazione del "comico stellato" da parte del "dead man walking" e che stasera, non solo s'è visto premiato da tutto lo stivale ma ha anche visto la (ormai) presumibile uscita di scena di Fini, Di Pietro e Casini. Ecco, in tutto questo c'è lo specchio della clamorosa sconfitta del PD, di Bersani, di chi ha puntato su di lui. Fare, e soprattutto pensare una certa politica, quella che a molti italiani (dati alla mano) non sta più bene.
Ecco dove e perché il mio personale voto è finito, il voler credere che ci sia un gruppo di persone che ha scritto un programma riguardante l'Energia, la Salute, i Trasporti, l'Economia, l'Informazione, l'Istruzione lo Stato e i Cittadini.
Siamo un Paese vecchio, obsoleto, che ha ricevuto tonnellate di banconote dall'italiano e dall'Europa e non le ha sapute spendere, le ha spese male, non le ha spese proprio, un Paese bisognoso di strutture ospedaliere, sanitarie, scolastiche, universitarie. Un Paese che deve mettersi a pari con la banda larga, con i collegamenti adsl, perché, volente o nolente, il mondo di oggi ci chiede questo. Un Paese che possa offrire linfa alle nuove generazioni, mettendole nelle condizioni di crescere e competere con gli altri paesi così detti sviluppati. Un Paese, per territorio, tagliato alla perfezione per sfruttare alternative energetiche. Un Paese che possa contare su di un giusta Giustizia, un Paese pronto di nuovo e mettersi in gioco nell'ambito del Lavoro, ma soprattutto un Paese che abbia la possibilità di guardare i propri rappresentanti in faccia (come fatto dal Movimento in ogni comizio pre-elettorale), ed essere orgogliosi della politica che ci rappresenta e che noi abbiamo votato.
C'è bisogno di un Paese che offra scuole preparate (e chi ha figli come me sa di cosa parlo), con fondi che possano garantire la crescita social-culturale dei nostri ragazzi, c'è bisogno di un Paese che offra una sanità pubblica d'eccellenza (e chi ha problemi inerenti come il sottoscritto sa di cosa parlo), c'è bisogno di un Paese che garantisca l'articolo 4 della Costituzione (e chi aveva un lavoro come me sa di cosa parlo), c'è bisogno di un Paese adatto a tutte quelle persone (tante e come me) che hanno il solo desiderio di vivere dignitosamente, mantenersi (farsi) una famiglia e lavorare per il bene proprio e dello Stato stesso.
Basta guardare il "nemico", qui non esistono più nemici, qui esiste e deve esistere la voglia e la necessità di ripartire da zero. Basta "gossip" parlamentari, basta problematiche che con i reali problemi del Paese nulla hanno a che fare. Le energie vanno spese nei luoghi di competenza, ognuno al suo posto di lavoro, tutti efficienti e trasparenti per riportare questo Paese dove gli compete.
Da domani i ragazzi del Movimento avranno occhi da tutti coloro che hanno espresso il voto a loro favore, perché da domani dovranno mettere in pratica quanto detto e non cadere in quella politica che dal febbraio del '92 ad oggi ha saputo solo fare macerie. E questo è importante capirlo, in fretta, sia da chi ha espresso il voto (tra una settimana non facciamo quelli che della politica non ci frega più niente, ma seguiamola attentamente, in ogni suo passo), ma soprattutto da chi l'ha ricevuto.
La "vittoria" di oggi, perché di questo si tratta, non è la vittoria della debacle del PD o del non più dominio (anche se voti ne ha presi ancora tanti) del PDL, ma è la vittoria del Movimento, perché oggi chi è andato a votare le 5 stelle (almeno parlo personalmente ma credo di parlare per molti) non ha pensato a Bersani, Monti o Berlusconi, e forse nemmeno a Grillo (ammettendo che la sua leadership ha saputo fare la differenza), ma tutti quei ragazzi che hanno avuto la forza di mettere nero su bianco quello che molti di noi, e da tanto tempo, pensavamo.
Questo, mettetevelo in testa, non è stato un voto di protesta.
Non sarà semplice e non sarà breve, e, viste le premesse, entro maggio/giugno si potrebbe anche tornare al voto, ma quello che stasera conta, più di ogni altra cosa, e che parte del Paese vuole credere che dei bravi ragazzi possano fare una nuova politica, portare una nuova mentalità.