E' uscito il nuovo album dei Black Rebel Motorcycle Club, e noi non potevamo farlo passare senza redarre un minimo di recensione. Il trio americano dopo un periodo di "riposo" è tornato ad attaccare i jack, realizzando il loro personalissimo sesto lavoro in studio: "Specter At The Feast".
La decisione di non incidere per così tanto tempo è stata dettata da un momento di riflessione, ma è dipesa dal fatto che il gruppo non sapeva cosa fare dopo la tragica scomparsa che lo aveva colpito. Solo cinque mesi dopo l’uscita del loro ultimo lavoro, infatti, Michael Been, padre di Levon, ex frontman dei The Call, moriva mentre era in tour con la band del figlio. Nonostante i BRMC non abbiano mai mollato definitivamente, a parte il nuovo disco in uscita, hanno continuato a suonare dal vivo cercando un motivo per andare avanti. Come Levon Been e la batterista Leah Shapiro hanno spiegato a Rolling Stone in un’intervista rilasciata al Troubadour, noto club di L.A. prima di una loro esibizione.
"Non conosco nessuno che abbia vissuto il mio stesso dramma", inizia Been. "Se qualcuno si è trovato in una situazione simile, per favore, mi chiami. Mi aiuterà a capire come superare il problema, perché, da solo, non ce la faccio proprio. È un dolore troppo grande, di più della perdita di un membro del gruppo o del tuo Brian Epstein (il manager, ma non solo, dei Beatles). Dobbiamo portare da soli il peso di questa scomparsa e, nello stesso tempo, non sprecare i doni e le opportunità che ci sono stati offerti".
Nessuno, in realtà, voleva confrontarsi con i rispettivi sentimenti riguardanti la perdita di Michael che non solo faceva l’ingegnere del suono quando il gruppo era in tournée, ma è stato anche il mentore della formazione. "Proprio questa è una delle ragioni per cui ci abbiamo messo così tanto a realizzare il nostro disco", spiega Levon. "Nessuno di noi voleva pronunciare le parole con cui esprimere il nostro dolore e neppure cercare quelle per superare il lutto. Ogni volta che ci trovavamo, riprendevamo quello che avevamo lasciato in sospeso la volta precedente per riuscire ad andare un po' più in profondità. Un processo estenuante".
Sul sito ufficiale della Band, in via eccezionale e non si sa ancora per quanto, è stata aperta una splendida pagina in cui si può ascoltare l'intero lavoro, dodici brani segnati dall'inconfondibile stile che ha marchiato negli anni il gruppo proveniente da San Francisco.
Oggi i dodici brani che compongono Specter At The Feast non hanno lasciato delusi i fans della Band, e fin dal primo play con "Fire Walker" si entra immediatamente in quelle atmosfere Blues che da sempre contraddistinguono il groove dei ragazzi californiani. L'album è il solito concentrato di forza da sempre espresso dai BRMC, e anche quando le atmosfere si trasformano in ballate suadenti l'ascolto continua ad accarezzare l'anima, penetrando come solo il Rock è capace di fare. "Let The Day Begin", l'estratto e cover dei The Call ("Ci piaceva l’idea di avere un loro brano nel nostro nuovo lavoro", Robert Been), è pura adrenalina, un miscuglio, come piace dire agli americani, di fuzzy guitars, blues licks and atmospheric feedback. "Returning" e "Lullaby" addolciscono l'ascolto con suoni d'atmosfera e con l'energica Leah Shapiro che impone ritmi suadenti e delicati.
In "Hate The Taste" si ritorna a vivere l'America in tutta la sua essenza, un viaggio attraverso gli States che ci porta con la sola immaginazione ad attraversare luoghi fino a quel momento sconosciuti. Non preoccupatevi se ad un certo punto vi sentirete come presi da un'irrefrenabile voglia di muovervi, di lasciarvi andare, di essere quello che non siete mai stati, è la "semplice" musica dei Black Rebel Motorcycle Club, quella di cui non potrete più fare a meno.
"Rival", il sesto brano dell'album, è puro Alternative Rock, e quel continuo e martellante "wua wua" di chitarra vi sprigionerà un'elettrica carica emotiva che contagerà voi e tutti coloro che vi staranno accanto.
Ok, adesso preparatevi. "Teenage Disease" chiude questa parte centrale dell'album regalando ancora adrenalina e Blues, arricchendo questo lavoro di cultura americana, un pezzo con un "tiro" che vi riporterà agli albori della Band. E da qui nascono le sorprese, gradite, graditissime. "Some Kind of Ghost" spiana la strada a "Sometimes The Light", e tutto ad un tratto vi sembrerà di abbracciare qualcosa di famigliare, qualcosa di magico. La parentesi, però, è d'obbligo. La gran parte del lavoro è stato registrato al Dave Grohl's studio, a Los Angeles, mentre la parte diciamo supplementare è stata spostata in altra sede. Non a caso, e sempre in California, a Joshua Tree, al famigerato Rancho De La Luna Studio.
Ascoltando "Sometimes The Light", "Funny Games" e "Sell It" vi sembrerà di trovarvi proprio in quegli spazi dove gli U2 realizzarono uno dei capolavori della musica Rock: The Joshua Tree. C'è molto in questa chiusura di album della Band di Dublino, e questo non può far altro che aumentare la qualità di questo nuovo ed imperdibile album dei BRMC. Ma la sorpresissima è contenuta nel pezzo di chiusura. E' "pinkfloydiano" da capo a fondo. Non a caso Robert Levon Been ha dichiarato che la band non era sicura di voler mettere nello stesso disco sonorità così diverse, ma alla fine ha preso il sopravvento la decisione di lasciar spazio a tutti i suoni possibili: "Siamo sempre stati dei grandi fan dei Pink Floyd e degli Spiritualized; ci è sempre piaciuto pensare che, grazie alle nostre canzoni, si potessero intraprendere viaggi immaginari. Per far ciò abbiamo usato dissolvenze incrociate e altri piccoli trucchi, una cosa abbastanza divertente".
Ascoltatelo attentamente, entrateci dentro, immergetevi in quei suoni fluidi e quando tutto sarà finito non vi rimarrà che fare una cosa: schiacciare nuovamente play, perché a quel punto i Black Rebel Motorcycle Club faranno parte di voi e nessuno mai potrà cancellarli dalla vostra anima Blues.
BRMC'Story
La storia racconta che Robert Turner e Peter Hayes si incontrano sui banchi di scuola a San Francisco nel 1995. Tra i due nasce subito una solida amicizia fondata soprattutto sull’amore che entrambi nutrono per la musica di alcune band dei primi anni ’90, come i Ride e gli The Stone Roses, ma anche per i Jesus & Mary Chain e My Bloody Valentine, prodotti dalla Creation Records. Robert e Peter cominciano a suonare con gruppi diversi dove potevano sfogare la loro passione per il noise e lo shoegaze. Peter Hayes è stato chitarrista dei Brian Jonestown Massacre (BJM), con i quali appare fa esperienza di concerti abbandonando però il tour a metà, come mostra il film-documentario "Dig!" (1998) incentrato sul rapporto di amicizia e rivalità tra i BJM e i Dandy Warhols. Tornato in California, Hayes comincia a lavorare con Turner e nel 1998 incontrano il batterista inglese Nick Jago, di Devon, Inghilterra, che si era trasferito in California con i genitori per studiare alla Winchester School of Art. Dopo le prime prove con il nome The Elements, scoprono un'altra band con lo stesso nome e decidono di mutare la loro ragione sociale in "Black Rebel Motorcycle Club", prendendo spunto dalla banda di motociclisti di Marlon Brando nel film del 1954 "Il Selvaggio". Nel frattempo la band lascia San Francisco per stabilirsi a Los Angeles.
La loro prima demo - composta da ben sedici canzoni - sarà acclamata soprattutto in Inghilterra, dove ha venduto circa cinquecento copie, grazie anche alla pubblicità di Noel Gallagher degli Oasis e della rivista Mojo. Questo movimento attorno alla band spinge la Virgin Records ad offrir loro un contratto che la band accetta non senza alcune perplessità che porteranno, nel 2004 alla rottura dell'accordo.
Terminato un breve tour con i Dandy Warhols registrano l'ambum d'esordio omonimo che esce nel 2001. Il singolo Whatever Happened To My Rock N' Roll finisce nelle programmazioni di radio e televisioni, mettendo la band nell'enorme calderone del r'n'r revival, un movimento montato ad hoc dalla stampa internazionale in cui si mettono assieme formazioni dalla differente esperienza artistica come BRMC, Strokes e White Stripes. La musica del terzetto è una forma ibrida di noise, shoegaze, psichedelia e rock n'roll che fa nascere paragoni ingombranti con i Jesus & Mary Chain.
Il secondo album, Take Them On, On Your Own (registrato con il produttore Rik Simpson, lo stesso dei Coldplay e dei Kasabian), realizzato nel corso del primo tour ufficiale, esce nel 2003 e accentua maggiormente i rock'n'roll più tirati, rispetto agli episodi di psichedelia sognante dell'esordio. Nell'album compaiono numerose canzoni, come "Generation" e "US Government", che sono una critica esplicita al governo statunitense. La critica continua con il parallelo - male accolto dagli interessati - BRMC-Jesus & Mary Chain, ma il pubblico non sembra interessato all'articolo, facendo passare il disco in secondo piano e spingendo la casa discografica e il gruppo a scindere il loro rapporto commerciale.
Been in questi primi due album usa lo pseudonimo di "Robert Turner" per non essere collegato al padre Michael Been dei The Call. Ma successivamente, con la promozione dell'album "Howl" Robert decide di utilizzare il suo vero nome e il padre andrà in tour con i B.R.M.C. come parte dello staff di tecnici del suono.
I problemi con il batterista Nick Jago diventano pubblici nel 2003 all' NME Awards in cui Jago, mentre ritirava il premio, rimase fermo sul palco per nove minuti, completamente in silenzio.
Tra il 2004 e il 2006 Nick Jago oscilla pericolosamente dentro e fuori la band per ragioni di varia natura (dalle incomprensioni con gli altri membri alla scadenza del permesso di soggiorno negli USA) mentre Peter Hayes e Robert Levon Been cominciano a esibirsi anche in duo per spettacoli acustici e registrano, in condizione di libertà assoluta, il materiale che sarà pubblicato sul terzo album: vedranno la luce tredici canzoni, di cui cinque senza batteria, e delle restanti otto Nick Jago suona solo in sei (le altre due tracce sono incise con il batterista Paul Cobb). Privi di ogni esigenza contrattuale, i BRMC si spostano verso traiettorie folk, scoprendo la letteratura beat, il blues, lo stomp. Howl (2005, il titolo è ispirato dall'omonima poesia di Allen Ginsberg), risulta così un disco diversissimo, una rivoluzione che sposta l'indice del suono dal rumore puro degli esordi ad una canzone acustica più criptica ed ermetica, che non disdegna la velocità ma non si sposta dai dettami folk che la contraddistinguono. È stata la label indipendente britannica Echo a mettere sotto contratto la band dopo aver ascoltato il disco, pubblicandolo così com'è stato registrato in origine.
Nel 2006 la band pubblica, in edizione limitata reperibile solo sul sito ufficiale, l'EP "Howl sessions" contenente altre sei canzoni provenienti dalle stesse registrazioni dell'ultimo disco. Il 30 aprile 2007 i BRMC pubblicano il loro quarto album dal titolo Baby 81, pubblicando in anteprima gran parte delle canzoni sulla loro pagina MySpace.
Nel 2009 esce un DVD live, registrato a Dublino, Glasgow e Berlino nonché testimonianza del 'Baby 81 world tour'. Nello stesso anno i BRMC si segnalano al cinema, dove la loro "Done all wrong" compare nella colonna sonora di Twilight.
Con l'abbandono del gruppo da parte del batterista Nick Jago, subentra l'energica Leah Shapiro, ex membro della band danese The Raveonettes. Così i BRMC rientrano in scena, e nel 2010 pubblicano l'album Beat The Devil's Tattoo, un puro concentrato di Rock N' Roll con sfumature garage.
Anche qui non mancano due tracce acustiche del chitarrista Peter Hayes, che rompono l'atmosfera cupa delle tracce iniziali. Il sound di Beat The Devil's Tattoo viene da ovunque e da nessuna parte, disegna una mappa e si imbarca in un viaggio sonoro attraverso la musica americana. Per sei mesi, Hayes, Been e la nuova batterista Leah Shapiro, si sono rintanati in uno studio-scantinato, durante uno degli inverni più freddi della storia recente. In questa casa fuori di Philadelphia- Howl è stato scritto nello stesso luogo - hanno costruito il loro primo album da nuova band. "Era come essere in famiglia, vivere insieme e lavorare molto da vicino in quel modo" Been dichiara. "Qualcosa è successo a noi là fuori, però, non sono sicuro se abbiamo battuto di nuovo i nostri demoni, o se semplicemente abbiamo permesso che ci prendessero completamente Ma i giorni strani sono fatti per tempi strani". Beat the Davil's Tatoo si muove con un'energia sessuale grezza che deriva dalla fusione dei loro precedenti quattro dischi, e forgia uno stile che li abbraccia tutti.
Black Rebel Motorcycle Club | Specter At The Feast
1. Fire Walker
2. Let The Day Begin
3. Returning
4. Lullaby
5. Hate The Taste
6. Rival
7. Teenage Disease
8. Some Kind of Ghost
9. Sometimes The Light
10. Funny Games
11. Sell It
12. Lose Yourself
BRMC'Story
La storia racconta che Robert Turner e Peter Hayes si incontrano sui banchi di scuola a San Francisco nel 1995. Tra i due nasce subito una solida amicizia fondata soprattutto sull’amore che entrambi nutrono per la musica di alcune band dei primi anni ’90, come i Ride e gli The Stone Roses, ma anche per i Jesus & Mary Chain e My Bloody Valentine, prodotti dalla Creation Records. Robert e Peter cominciano a suonare con gruppi diversi dove potevano sfogare la loro passione per il noise e lo shoegaze. Peter Hayes è stato chitarrista dei Brian Jonestown Massacre (BJM), con i quali appare fa esperienza di concerti abbandonando però il tour a metà, come mostra il film-documentario "Dig!" (1998) incentrato sul rapporto di amicizia e rivalità tra i BJM e i Dandy Warhols. Tornato in California, Hayes comincia a lavorare con Turner e nel 1998 incontrano il batterista inglese Nick Jago, di Devon, Inghilterra, che si era trasferito in California con i genitori per studiare alla Winchester School of Art. Dopo le prime prove con il nome The Elements, scoprono un'altra band con lo stesso nome e decidono di mutare la loro ragione sociale in "Black Rebel Motorcycle Club", prendendo spunto dalla banda di motociclisti di Marlon Brando nel film del 1954 "Il Selvaggio". Nel frattempo la band lascia San Francisco per stabilirsi a Los Angeles.
La loro prima demo - composta da ben sedici canzoni - sarà acclamata soprattutto in Inghilterra, dove ha venduto circa cinquecento copie, grazie anche alla pubblicità di Noel Gallagher degli Oasis e della rivista Mojo. Questo movimento attorno alla band spinge la Virgin Records ad offrir loro un contratto che la band accetta non senza alcune perplessità che porteranno, nel 2004 alla rottura dell'accordo.
Terminato un breve tour con i Dandy Warhols registrano l'ambum d'esordio omonimo che esce nel 2001. Il singolo Whatever Happened To My Rock N' Roll finisce nelle programmazioni di radio e televisioni, mettendo la band nell'enorme calderone del r'n'r revival, un movimento montato ad hoc dalla stampa internazionale in cui si mettono assieme formazioni dalla differente esperienza artistica come BRMC, Strokes e White Stripes. La musica del terzetto è una forma ibrida di noise, shoegaze, psichedelia e rock n'roll che fa nascere paragoni ingombranti con i Jesus & Mary Chain.
Il secondo album, Take Them On, On Your Own (registrato con il produttore Rik Simpson, lo stesso dei Coldplay e dei Kasabian), realizzato nel corso del primo tour ufficiale, esce nel 2003 e accentua maggiormente i rock'n'roll più tirati, rispetto agli episodi di psichedelia sognante dell'esordio. Nell'album compaiono numerose canzoni, come "Generation" e "US Government", che sono una critica esplicita al governo statunitense. La critica continua con il parallelo - male accolto dagli interessati - BRMC-Jesus & Mary Chain, ma il pubblico non sembra interessato all'articolo, facendo passare il disco in secondo piano e spingendo la casa discografica e il gruppo a scindere il loro rapporto commerciale.
Been in questi primi due album usa lo pseudonimo di "Robert Turner" per non essere collegato al padre Michael Been dei The Call. Ma successivamente, con la promozione dell'album "Howl" Robert decide di utilizzare il suo vero nome e il padre andrà in tour con i B.R.M.C. come parte dello staff di tecnici del suono.
I problemi con il batterista Nick Jago diventano pubblici nel 2003 all' NME Awards in cui Jago, mentre ritirava il premio, rimase fermo sul palco per nove minuti, completamente in silenzio.
Tra il 2004 e il 2006 Nick Jago oscilla pericolosamente dentro e fuori la band per ragioni di varia natura (dalle incomprensioni con gli altri membri alla scadenza del permesso di soggiorno negli USA) mentre Peter Hayes e Robert Levon Been cominciano a esibirsi anche in duo per spettacoli acustici e registrano, in condizione di libertà assoluta, il materiale che sarà pubblicato sul terzo album: vedranno la luce tredici canzoni, di cui cinque senza batteria, e delle restanti otto Nick Jago suona solo in sei (le altre due tracce sono incise con il batterista Paul Cobb). Privi di ogni esigenza contrattuale, i BRMC si spostano verso traiettorie folk, scoprendo la letteratura beat, il blues, lo stomp. Howl (2005, il titolo è ispirato dall'omonima poesia di Allen Ginsberg), risulta così un disco diversissimo, una rivoluzione che sposta l'indice del suono dal rumore puro degli esordi ad una canzone acustica più criptica ed ermetica, che non disdegna la velocità ma non si sposta dai dettami folk che la contraddistinguono. È stata la label indipendente britannica Echo a mettere sotto contratto la band dopo aver ascoltato il disco, pubblicandolo così com'è stato registrato in origine.
Nel 2006 la band pubblica, in edizione limitata reperibile solo sul sito ufficiale, l'EP "Howl sessions" contenente altre sei canzoni provenienti dalle stesse registrazioni dell'ultimo disco. Il 30 aprile 2007 i BRMC pubblicano il loro quarto album dal titolo Baby 81, pubblicando in anteprima gran parte delle canzoni sulla loro pagina MySpace.
Nel 2009 esce un DVD live, registrato a Dublino, Glasgow e Berlino nonché testimonianza del 'Baby 81 world tour'. Nello stesso anno i BRMC si segnalano al cinema, dove la loro "Done all wrong" compare nella colonna sonora di Twilight.
Con l'abbandono del gruppo da parte del batterista Nick Jago, subentra l'energica Leah Shapiro, ex membro della band danese The Raveonettes. Così i BRMC rientrano in scena, e nel 2010 pubblicano l'album Beat The Devil's Tattoo, un puro concentrato di Rock N' Roll con sfumature garage.
Anche qui non mancano due tracce acustiche del chitarrista Peter Hayes, che rompono l'atmosfera cupa delle tracce iniziali. Il sound di Beat The Devil's Tattoo viene da ovunque e da nessuna parte, disegna una mappa e si imbarca in un viaggio sonoro attraverso la musica americana. Per sei mesi, Hayes, Been e la nuova batterista Leah Shapiro, si sono rintanati in uno studio-scantinato, durante uno degli inverni più freddi della storia recente. In questa casa fuori di Philadelphia- Howl è stato scritto nello stesso luogo - hanno costruito il loro primo album da nuova band. "Era come essere in famiglia, vivere insieme e lavorare molto da vicino in quel modo" Been dichiara. "Qualcosa è successo a noi là fuori, però, non sono sicuro se abbiamo battuto di nuovo i nostri demoni, o se semplicemente abbiamo permesso che ci prendessero completamente Ma i giorni strani sono fatti per tempi strani". Beat the Davil's Tatoo si muove con un'energia sessuale grezza che deriva dalla fusione dei loro precedenti quattro dischi, e forgia uno stile che li abbraccia tutti.
Black Rebel Motorcycle Club | Specter At The Feast
1. Fire Walker
2. Let The Day Begin
3. Returning
4. Lullaby
5. Hate The Taste
6. Rival
7. Teenage Disease
8. Some Kind of Ghost
9. Sometimes The Light
10. Funny Games
11. Sell It
12. Lose Yourself
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