Dunque, un ragionamento su quello che potrebbe accadere nelle prossime ore (giorni) dopo l'incarico dato da Napolitano a Bersani è d'obbligo. Le parole del Capo dello Stato sono state chiarissime (e non quelle riferite all'incarico). Napolitano avrebbe voluto dalle parti politiche (Pd e Pdl in particolare) più senso di responsabilità, la formazione di un Governo delle "grandi intese", comprendendo anche i "montiani". E' evidente che nella due giorni trascorsa al Quirinale siano volati più ceffoni che carezze.
Ora. D'acchito, e prendendo per buone le dichiarazioni fatte dalle tre forze che hanno raccolto la maggioranza degli italiani, lo scenario sembra scontato: a) l'"incaricato" dovrà aprire il "mercato", cercando consensi anche da quelli a cui ha sempre detto no; b) i "rifiutati" a prescindere sembrano orientati a valutare la situazione, così come i "montiani", anche se le prime dichiarazioni lasciano più d'una perplessità; c) dal "blog" non è arrivato (al momento) alcun comunicato, ma dopo aver ascoltato i due capi-gruppi nel post-consultazioni il risultato sulla (non) fiducia sembra scontato.
Domani, però, sarà comunque un altro giorno e la soluzione possibile sembra essere solo una: Pd + Pdl.
Il perché appare abbastanza chiaro: Napolitano non avrebbe dato il mandato. La "scrittura" sembra chiarissima. Si accorderanno sulle cariche, cercando di risultare credibili verso i rispettivi elettorati, a prescindere da quello che accadrà (e si dirà) nella giornata di domani in Piazza del Popolo.
Scenario: a) Presidente del Consiglio Bersani, con i voti del Pdl, Presidente della Repubblica "gradito" al Pdl; b) Presidente del Consiglio "Super Partes", con i voti del Pdl, Presidente della Repubblica D'Alema.
Frasi (del periodo) storiche: Bersani: "Mai con il Pdl! No a inciuci!".
A prescindere dal giusto o sbagliato, magari c'è ancora qualcuno che si domanda dove domiciliano i miserabili.