..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 1 aprile 2013

COSTITUZIONALMENTE ILLEGITTIMO

E' un periodo storico-politico in cui si tratta l'argomento della Costituzione, della riforma del Titolo V, quello riguardante le Regioni, le Province, i Comuni. Disegni di legge atti ad una gestione delle finanze pubbliche con maggiori e responsabili controlli sulle stesse. Ineccepibile. Ma c'è anche tutta quella parte della Costituzione riguardante la regolarizzazione della sovranità e i rapporti/valori socio-economici che andrebbe quanto meno rispettata, fatta rispettare, basarci il nostro futuro. Più che riformare oggi il Titolo V sarebbe bastato attenersi al Titolo III. E invece? E invece tutto quel percorso di riforme in materia di lavoro, di sistema monetario europeo, di finanza, di globalizzazioni, di privatizzazioni, di liberalizzazioni, è costituzionalmente illegittimo perché va esattamente e sopratutto intenzionalmente contro quelle norme costituzionali e contro lo stesso impianto della Costituzione. 
Un disegno eversivo, illecito, al quale hanno partecipato, in forma e modi, tutti coloro che avrebbero dovuto rappresentare il voto espresso dal popolo degli ultimi vent'anni, e che invece, senza farlo comprendere a quest'ultimo, hanno contratto un conflitto d'interessi reale. 
Decisioni che hanno contribuito all'affidamento ai mercati speculativi il nostro debito pubblico e il finanziamento dello Stato, al raddoppio dello stesso debito pubblico, alla ricattabilità politica del Paese da parte della finanza privata, dalla svendita delle industrie che facevano capo allo Stato, alla privatizzazione della Banca d’Italia per mezzo della privatizzazione delle banche di credito pubblico, dalle riforme che hanno autorizzato le banche di credito e risparmio alle scommesse speculative in derivati usando i soldi dei risparmiatori e alle cartolarizzazioni dei subprime americani, dall'adesione ai sistemi monetari che hanno impedito gli aggiustamenti fisiologici dei cambi tra le valute dei paesi partecipanti, alle misure fiscali dell'attuale governo in carica che hanno depresso i consumi, mettendo in fuga centinaia di miliardi con la conseguenza di svuotare il Paese di liquidità.

Art. 1: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro;
Art. 3: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese;
Art. 35: La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro;
Art. 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa;
Art. 41: L'iniziativa economica privata è libera. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali;
Art. 42: La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati;
Art. 45: La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata;
Art. 46: Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.