..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 13 aprile 2013

MO' ME LO SEGNO

Oggi il ragionamento esula da tutti quei tecnicismi da addetti ai lavori, dai numeri, da quel fiume di parole che da mesi, per non dire anni, ci sentiamo ripetere. Oggi mi domando semplicemente: ma se da quando è stata "voluta" la moneta unica, s'è fatta immaginare un'Europa diversa, migliore, con pari opportunità e via dicendo, le cose sono andate come vediamo e viviamo tutti i giorni, perché insistere ad inseguire una chimera? Perché continuare a farci vivere un'esistenza come questa? Magari lo sto sognando, magari lo stiamo solo immaginando, ma dal 2008 (ad essere buoni) ad oggi c'è stata un'involuzione sociale senza precedenti e allora mi chiedo: fino a quando sarà necessario farci passare per buono un progetto che continua a fare acqua da tutte le parti?


Inutile raccontarci cazzate, gli esempi li abbiamo sotto gli occhi: Grecia, Cipro, Irlanda, Portogallo, Spagna, Slovenia, Italia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Malta, Ungheria, Olanda, Finlandia, Svezia e Regno Unito. In matematica me la sono sempre cavata, ma qui non ci vuole un saggio, a proposito, ieri hanno terminato il loro lavoro (?), per comprendere che se ben oltre la metà degli stati membri (tra cui Italia, Spagna e Francia) hanno equilibri definiti almeno seri, per non dire eccessivi, c'è qualcosa che non funziona, qualcosa che non può funzionare. O qualcosa che per pochi funziona benissimo?
Si fanno sempre tanti bei discorsi, intenti che nemmeno Francesco d'Assisi, sulla responsabilità, sulla corresponsabilità, sui sacrifici, sul dover sentirci tutti europeisti, sul puntare ad un futuro dove l'economia fiorirà e la disoccupazione rimarrà un lontano ricordo, perché i mercati consentiranno di operare. E così ci vengono propinati i dati dello spread che un giorno sale e un giorno scende, ci viene fatto capire che la borsa subirà le conseguenze di comportamenti più o meno ligi, e che le misure adottate dai governi avranno un senso più avanti (?), quando si potranno raccogliere i frutti. Io invece vedo economisti che non la pensano proprio così, ascolto premi Nobel che tracciano un bilancio totalmente fallimentare, leggo giornalisti d'inchiesta che nel tirare una riga a fondo pagina non possono far altro che la somma degli errori commessi, o voluti, di questi anni. Perché delle due, l'una: o chi opera è una banda di rincoglioniti  incompetenti, degli uomini che sarebbero licenziati per incapacità anche nell'azienda addetta agli spurghi, e allora togliamoli di mezzo mettendo chi le cose se la fare, oppure questo è il punto di non ritorno, e non ci rimane altro che dire mo' me lo segno.