..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 7 aprile 2013

SHHHHHHH... CI SONO I NEGRITA!

Intimo. Questo è stato l'aspetto che ho maggiormente assorbito dalle due ore passate in compagnia dei Negrita. Era nelle previsioni, visto il contesto, ma il feeling prodotto tra lampade, sedie e tavolini è stato immediato. Nel pre-tour si era avvertita la necessità di tornare al passato (i "miei" Negrita, tanto per intenderci), un tuffo in quel mare di note che avevano aperto la strada ad una delle maggiori realtà musicali del panorama nazionale. Così è stato.
L'apertura ha stimolato, e non poco. "Bonanza" ha fluidificato la platea, collante che si trascinerà per l'intera opera.
"Bum Bum Bum", "Lontani dal mondo" e sopratutto "Cambio", tutte in versione molto particolare, hanno aperto i cassetti del tempo, quando il sound della Band aveva evidenti e stimolanti sfumature Blues; primo album: "Negrita". Così è stato anche per "Vai, ragazzo vai", e per la famosissima "Ho imparato a sognare", unico pezzo estratto dal terzo lavoro in studio, "XXX"; su questo aprirò una parentesi nel finale.
Da "Radio Zombie" è uscita la chicca, con l'ascolto dell'inedita, per i concerti live, "Luna", oltre alle coinvolgenti "Hemingway" e "Non ci guarderemo indietro mai". "Rotolando verso sud", "Destinati a perdersi" e "Sale" hanno segnato il punto di svolta della Band, puntualmente ricordato da Pau, citando l'esperienza latina ma sopratutto quella africana, sotto il riffeggiare maliano di Drigo. Dell'opera, naturalmente, non poteva mancare l'omonimo: "L'uomo sogna di volare".
"Il libro in una mano, la bomba nell'altra", visto anche il periodo storico che stiamo attraversando, ha stimolato la riflessione, tra sensazioni di malinconia e realtà. Di quel periodo ("Helldorado"), sono state proposte "Radio Conga", "Gioia infinita" e "Che rumore fa la felicità". Da "Dannato vivere", oltre all'omonimo, "Brucierò per te", "Splendido" e "Un giorno di ordinaria magia" hanno chiuso il cerchio di un'attività  ultra-ventennale.
La chiusura (da "Reset", album in cui è stata compresa anche "In ogni atomo") ha avuto in "Mama maé" il suo epilogo perfetto.
Da critico qualche parentesi la devo aprire. Personalmente ho sentito la mancanza di alcuni brani, e soprattutto di un determinato periodo storico della Band. Da "XXX" mi aspettavo molto di più, "Sex" su tutte, anche in relazione alla tipologia di sound che un teatro può offrire. "Lasciami dormire", "...E intanto il tempo passa", "In un mare di noia" e "Ma come fanno", erano brani che si sarebbero sposati perfettamente alla serata.
Ultimo aspetto che mi preme sottolineare è l'idea del progetto. Dopo l'ufficializzazione della turnè, l'aspetto musicale che colpiva era l'indirizzo del sound: "Unplugged". Ieri sera ho constatato che se unplugged è stato lo è stato a metà, un "MTV Unplugged" tanto per intenderci, ma questo non significa non riuscito, anzi: l'aver terminato la serata sotto il palco con una buona parte del pubblico in piedi, testimonia ampiamente il coinvolgimento provato.
Certo, l'idea dell'uso esclusivo di strumenti acustici, anziché elettrici o elettronici, essendo rimasto sordo delle precedenti date, mi aveva avvicinato all'evento con enorme curiosità (sono anni che spero che determinati artisti inizino a muoversi in quella direzione per i concerti live), ma l'aver messo in piedi un unplugged moderno non mi ha certo lasciato deluso; d'altronde l'elettrica ha quel fascino e quel trasporto che non vorresti mai farne a meno.
Ah! Colore: ai concerti dei Negrita non è mai successo che si chiedesse il silenzio (Shhhhhhh...) per ascoltare le parole di Pau, a Sanremo si.