..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 7 aprile 2013

W L'EUROPA

Si è anche stizzito, indignato (quello che si vantava d’essere il più tedesco degli economisti italiani), perché, secondo lui, gli sono state mosse critiche sui tempi che ha impiegato il Governo per approvare il decreto per il pagamento dei debiti contratti dalla Pubblica Amministrazione; tre giorni. Ma mi sa che si è perso il passaggio che il ritardo e quantificabile in mesi, non certo in giorni. Ha anche voluto precisare che l'autunno scorso non sarebbe stato possibile, perché bisognava dar conto all'Europa, nel mentre morivano migliaia di imprese. Ha aperto dicendo che questa sarà con molta probabilità la sua ultima presenza, con soddisfazione. Entrando nel merito questo sblocco tanto decantato sa soltanto di problemi, e nemmeno pochi. Punti su ci muoversi molti, tanto vale andare random.
Nelle ultime settimane non s'è fatto altro che parlare della mancanza di liquidità nelle casse degli enti locali, oltre che naturalmente i conti in deciso rosso, ieri se ne usciti con la storia che da domani (lunedì) gli enti che avranno liquidità nelle casse potranno immediatamente risolvere i debiti con i creditori. La domanda sorge spontanea: quali? Poi c'è l'iter da svolgere. Non saranno le singole imprese/aziende a dover documentare il credito ma bensì le Pubbliche Amministrazioni, che dovranno far pervenire le richieste di pagamento. Tempi. Entro il 30 aprile Comuni e Province dovranno chiedere l'autorizzazione per i pagamenti sulle somme disponibili. Comuni, Province, Regioni e Usl potranno invece chiedere l'accesso al Fondo di 26 miliardi al ministero dell'Economia. Il tutto consegnando un elenco dei debiti al Tesoro che risponderà entro il 15 maggio.
A quel punto il ministero dell'economia autorizzerà gli importi da pagare e indicherà come queste risorse verranno finanziate. Già sicuro che le richieste saranno superiori ai 40 miliardi, anche perché non s'è tenuto minimamente conto delle aziende con meno di venti dipendenti, quelle che di fatto fanno ammontare il debito ben oltre i 90 e rotti miliardi paventati, con conseguenza di ripartizione, attivando le linee di credito (trentennali) con la Cassa Depositi e Prestiti. Una piccola considerazione: siamo ai primi di aprile, il tesoro risponderà entro il 15 maggio (sempre che tutto proceda senza intoppi, con la burocrazia italiana), poi ci saranno le indicazioni di finanziamento, entro il 31 maggio gli enti territoriali, oramai a conoscenza degli importi di cui dispongono, dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti. A giugno/luglio saranno saldati tutti? La vedo male per tanti.

Poi c'è la terza fase, quella che volente o nolente dovrà prendere in mano il nuovo Governo, con date già segnate come il 15 settembre per completare il censimento dei debiti delle amministrazioni pubbliche, il 15 ottobre dove il governo (sempre quello nuovo) stabilirà con la prossima legge di stabilità le modalità di rimborso delle tranche successive. In soldoni: sarà un altro mondo.
Per concludere il discorso dello "sblocco": di 100 e passa miliardi di insoluto se ne pagheranno (forse) 40 entro fine 2014, portando al 2015 il 60% dei creditori; e meno male che sono stati celeri.

Poi c'è la Tares, giusto per chiudere. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha così spiegato: "Quanto alla Tares, parliamo dell'ultima rata e lì sarà probabilmente necessario un conguaglio, perché non si poteva trovare la copertura per l'aumento che comporta. Da qui a dicembre non significa che il Parlamento e il nuovo governo non possano trovare la copertura. Noi lasciamo la porta aperta, il che significa non necessariamente l'obbligo di pagare qualcosa in più". Aggiungo io: una bella manovrina e vedrai che la copertura si trova.
Che detto in maniera più cruda significa: a Natale si paga il saldo Imu (spesso più che doppio rispetto all'Ici nel caso di negozi e imprese), il secondo acconto Ires e Irpef per gli autonomi, e il conguaglio Irpef per i dipendenti e la Tares, con quest'ultima che significherebbe per un ristorante da 200 metri quadrati due rate (maggio e settembre) da 267 euro e una (a dicembre) da 4.200 euro: anche negli altri esercizi commerciali, la bolletta natalizia peserebbe tra le 10 e le 20 volte di più rispetto alle prime due rate, a seconda della tipologia dell'esercizio commerciale e della sua metratura.
Domani il Ministro Grilli sarà a Bruxelles per incontrare il commissario Olli Rehn e farsi staccare l'assegno da 40 miliardi che dovrà essere firmato anche dalla Commissione europea, quella stessa che, a sentire il più tedesco degli economisti italiani, doveva essere rispettata (l'Europa, non i lavoratori italiani) in virtù degli obblighi di disciplina che si erano concordati.