..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 26 giugno 2013

IL CONCERTO LIVE KOM 013

Lo show del 2013 non è semplicemente un ritorno alla grande di Vasco Rossi, è anche la perfetta fusione dell’Ego del Komandante con l’Io collettivo del suo pubblico.

Si riparte da dove tutto si era interrotto due anni fa. Ma lo spettacolo è sostanzialmente cambiato sia nella sua valenza musicale che in quella socio-politica e filosofica. E’ uno show senza fronzoli, durissimo, a tratti tenero e ironico, ma prevalentemente rock. 
La scaletta inizia dall’”Uomo Più Semplice”, vera e propria ouverture dello spettacolo, per continuare con brani dell’ultimo album alternati a successi di sempre. 
La prima parte, dopo l’inizio aggressivo e ironico, prosegue più romantica e intima e finisce col “Manifesto Futurista” che è un assaggio di quello che avverrà nella seconda parte. 
A questo punto è la volta di un intermezzo musicale eseguito dai musicisti della band che si alternano in otto distinte parti soliste. Il primo a partire è Frank Nemola che in un sottofondo dark-elettronico canta, con la sua voce possente e quasi recitando, una poesia erotica di Catullo, ovviamente in latino. Segue una performance di Alberto Rocchetti che usa un evocativo e gotico suono di organo a canne. Poi è la volta di Maurizio Solieri e di Andrea Innesto che eseguono parti melodiche molto suggestive sopra un tappeto sonoro di grande atmosfera. Di colpo! Entrano in scena Claudio Golinelli, Matt , Stef e ancora Solieri che eseguono con grande compattezza un devastante riff Heavy Metal nel quale, dopo un assolo di basso del grande Galina, si inserisce perfettamente la voce di Clara Moroni . Segue un solo di rara potenza di Steff Burns molto aggressivo e veloce. Una breve performance di Matt Laugh alla batteria precede il finale corale di questa parte dello spettacolo.
Tutto questo non avviene per caso ma serve a preparare le viscere del pubblico all’ascolto della seconda parte del concerto che si preannuncia di grande impatto sia per il suono che per i messaggi contenuti nei testi di Vasco.
Per cominciare l’attualissima triade “C’è chi dice no”, “Gli Spari Sopra” e “Stupendo” che non da tregua e ci costringe a pensare. Segue un breve momento pop con “Non l’hai mica capito” ed “Eh… Già” dove il pubblico dialoga con Vasco con nostalgica ironia. Poi è la volta di un irrefrenabile medley rock che si distingue per un crescendo infinito di sana violenza sonora e verbale.
Chiudono la seconda parte due ballate senza tempo come “Canzone” e “Vivere non è facile”.
Dopo una breve sosta lo spettacolo riprende con due inni generazionali scritti a oltre trenta anni di distanza l’uno dall’altro: “I Soliti”e “Siamo solo noi”. I due brani si completano e si fondono. In un attimo dimentichiamo gli anni che dividono la scrittura delle due canzoni. 
Segue un finale con tre grandi classici come “Sally”, “Un senso” e “Vita Spericolata” e l’immancabile Alba Chiara.

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