..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 1 giugno 2013

UN SOBRIO NAPOLITANO

Domani si festeggerà la festa della Repubblica (mi chiedo quale), e dal Colle giunge puntuale il video messaggio del Presidente Napolitano, incentrato sulla responsabilità, questa sconosciuta.
I passaggi lasciano perplessi, le parole, pesanti come macigni, schiacciano una volta di più l'onestà intellettuale di chi ascolta. 
"Viviamo con profonda preoccupazione il protrarsi e l'aggravarsi della recessione, la crisi diffusa, in molti casi drammatica, delle imprese e del lavoro. Ma diciamo a noi stessi, come all'Europa e al mondo, che a queste difficoltà non ci pieghiamo, che vi reagiamo convinti di poterle superare".
La domanda che sorge spontanea è: viviamo chi? La profonda preoccupazione, per non aggiungere la realtà di tutti i giorni, la stiamo vivendo noi, cittadini che hanno perso un lavoro, persone per bene che faticano ad arrivare a metà mese, un popolo inascoltato, democraticamente, perché la possibilità di votare ce la danno ancora. Napolitano parla di Europa, di non piegarsi alle difficoltà, di reagire convinti per superare questo momento, ma tace volontariamente sul nuovo piano finanziario che i governi dovranno presentare a Bruxelles entro il 15 ottobre e che la Commissione prenderà in esame entro il 30 novembre per dare il proprio parere. Omette di rendere pubblico che la Ue, se riterrà che gli Stati (come l'Italia) non rispetteranno il vincolo di stabilità, chiederà ai governi di modificare il proprio piano finanziario, adottando entro la fine dell'anno le leggi finanziarie imposte.
Tace, omette, ma lancia lo slogan: "In queste settimane, ci si sta muovendo seriamente in direzioni nuove anche in Europa, dove ormai si impone all'ordine del giorno come problema numero uno quello del creare occasioni e prospettive di lavoro per vaste masse di giovani che ne sono privi". Questa, cari signori, è l'informazione che ci giunge dal Quirinale, il luogo più rappresentativo del popolo italiano.
La chiusura è dedicata alla responsabilità, quella che ha accettato per senso dello Stato e spirito di servizio il giorno della sua rielezione: "Vigilerò perché non si scivoli di nuovo verso opposte forzature e rigidità e verso l'inconcludenza, né per quel che riguarda scelte urgenti e vitali di politica economica e sociale, né per quel che riguarda la legge elettorale e riforme istituzionali più che mai necessarie".
Talmente vigile che in questi pochi giorni di governo e nonostante tutte le proposte di legge e mozioni presentate all'interno delle aule, non ha proferito verbo sull'inconcludenza delle scelta effettuate, come l'aver permesso ancora una volta di mantenere la legge Calderoli, come l'aver negato una serie di iniziate volte al rilancio del Paese e al ristabilire un contatto con l'elettorato.
Domani, in tutta sobrietà (così dice), celebreremo la festa della Repubblica, in compagnia di chi vigilerà e soprattutto di chi si farà vigilare.