..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 11 luglio 2019

"Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!"

Per molti, tanti, i mondiali di calcio saranno per sempre quelli del cielo azzurro sopra Berlino, quelli del 9 luglio 2006, quelli del rigore di Fabio Grosso e delle urla sguaiate del telecronista moderno. Per me, per quelli appartenenti ad una generazione che sta fisiologicamente sostituendo quella dei nostri padri, i mondiali di calcio saranno per sempre quelli dei gironi di Vigo e La Coruña, dei pareggi senza infamia e senza lode con Perù, Camerun e Polonia (che poi ritroveremo in semifinale). Saranno per sempre i mondiali dello sceicco Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah, attore protagonista in Francia-Kuwait per aver fatto annullare il goal al transalpino Giresse, del conflitto tra britannici e argentini (entrambi presenti in Spagna) svoltosi tra aprile e giugno per il possesso delle Isole Malvinas, del biscotto tra Germania Ovest e Austria che condannò all'eliminazione l'Algeria, del Belgio che a sorpresa sconfisse nella gara inaugurale l'Argentina campione in carica. Saranno per sempre i mondiali del Brasile di Eder, Socrates, Junior, Falcao e Zico, dell'incredibile, assurda, storica e leggendaria semifinale tra Francia e Germania. Ma soprattutto saranno per sempre i mondiali della tripletta di Pablito Rossi alla maestosa Seleção, di Claudio Gentile contro Maradona e Zico al Sarrià di Barcellona, della notte di Madrid, del rigore sbagliato da Cabrini, dell'urlo più celebre della storia del calcio, di Sandro Pertini impegnato a spiegare a spagnoli e tedeschi che nessuno ci avrebbe presi più. Dello "scopone" durante il viaggio di ritorno tra Berazot, Causio, Zoff e lo stesso Presidente della Repubblica. Dei modi semplici e gentili di un telecronista che al triplice fischio finale non fece altro, senza sbraitare, che mettere nero su bianco la storia: "Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!"

Nessun commento: