Dal G7 di Biarritz, dove è arrivato sabato pomeriggio, Giuseppe Conte è tornato a parlare dopo tre giorni di assoluto silenzio del fu Governo giallo-verde. Un Presidente del Consiglio che supportato dagli innumerevoli endorsement giunti da tutte le forze politiche del Vecchio Continente ha ribadito a chiare lettere, e spegnendo definitivamente quel forno tra 5 Stelle e Lega tenuto accesso principalmente dai mezzi d'informazioni che dalle parti interessate, la chiusura con il recente passato: "L’esperienza di governo con la Lega per me è chiusa, e non si potrà mai più riaprire".
Ma in fatto di endorsement ecco giungerne un altro anche all'interno dei confini nazionali; in pratica manca solo quello di Zingaretti e di una piccola parte del Partito Democratico.
A farlo il segretario della Cgil Maurizio Landini, intervistato dal Corriere della Sera. Per il sindacalista il nome di Giuseppe Conte sarebbe il profilo istituzionale ideale per proseguire il lavoro intrapreso nel giugno scorso a Palazzo Chigi, precisando che "non è compito del sindacato discutere di nomi, ma è oggettivo che in Parlamento ha dimostrato coraggio politico e profilo istituzionale importante, mettendo il Paese nella condizione di sapere con trasparenza le ragioni della crisi e i problemi da affrontare. Inoltre ha avuto il merito di riaprire i tavoli con le parti sociali".
A farlo il segretario della Cgil Maurizio Landini, intervistato dal Corriere della Sera. Per il sindacalista il nome di Giuseppe Conte sarebbe il profilo istituzionale ideale per proseguire il lavoro intrapreso nel giugno scorso a Palazzo Chigi, precisando che "non è compito del sindacato discutere di nomi, ma è oggettivo che in Parlamento ha dimostrato coraggio politico e profilo istituzionale importante, mettendo il Paese nella condizione di sapere con trasparenza le ragioni della crisi e i problemi da affrontare. Inoltre ha avuto il merito di riaprire i tavoli con le parti sociali".
E qui torna alle cronache l'intervento del ministro della propaganda nel giorno della chiusura dell'esecutivo 5Stelle-Lega, quando, replicando alle comunicazioni dispensate da Giuseppe Conte nell'aula del Senato, ha voluto toccare il rapporto con le parti sociali e quel vergognoso, propagandistico, provocatorio tavolo del 6 agosto (convocato al Viminale) dove Cisl e Cgil non pensarono minimamente di sedersi (a differenza di quanto fecero il giorno precedente a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio): "Ho convocato le parti sociali perché non lo faceva nessuno".
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