Sono giorni che mi domando, che mi chiedo.
Ma poi raddoppio le attenzioni in una lettura, in un ascolto.
Butto l'interesse sul tempo che trascorre. Divago, è chiaro.
Ho pensato che le notti insonni possano aprire porte e chiudere finestre.
Ho creduto che qualsivoglia dibattito disciplini l'Io, mettendo al centro il Noi.
Divago ancora, e questo è ancora più chiaro.
Quando arriva il sorgere del sole, un giorno nuovo, c'è un abito da indossare, per tutti.
E' sempre li che aspetta.
Inizia lo svolgimento, e poco importa se il compito che attende assomiglia a quei temi impossibili che a scuola si traducevano in un foglio in bianco.
A quelle domande, a quelle richieste non dobbiamo delle risposte, che spesso non esistono.
Ogni cosa dipende.
Da cosa? Dipende.
Ascoltarsi è come trovarsi in un fiume in piena. Bisogna allacciarsi le cinture.
Si ripete il domandarsi, il chiedersi.
Di cosa vorremmo liberarci?
Il comodo è ragionare per nemici, perché questo ci esime dalla cosa più ardua: l'esame di coscienza.
Il difficile è identificare e sconfiggere le minacce interne, quelle che abitano in ciascuno di noi.
Questo il messaggio in bottiglia da gettare in mare con la speranza che possa essere ritrovato.
Da chi? Dipende.
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