Ci risiamo. Bastonato pesantemente la settimana scorsa da Giuseppe Conte per aver raccontato bugie e menzogne sul Mes, l'indossatore di felpe altrui è tornato alla carica, spostando l'attenzione sulla situazione che sta coinvolgendo la Regione Lombardia.
Il leader del Carroccio ha fatto sapere che a fronte della richiesta del Pirellone di riaprire le attività produttive dal 4 maggio seguendo la rotta delle Quattro D, e cioè distanza, dispositivi, diagnosi e digitalizzazione, il "governo dovrà tenerne debitamente conto".
Fa però strano che soltanto sabato scorso la stessa Regione emetteva un'ordinanza firmata da Attilio Fontana nella quale imponeva misure più stringenti di quelle previste dal governo (l'ultimo dpcm di Conte), come il no alla riapertura delle librerie.
Il tutto, testuale, "considerato che il dato epidemiologico regionale di gran lunga superiore al dato nazionale impone l'adozione ed il mantenimento sul territorio lombardo di misure specifiche e più restrittive".
Tre giorni dopo ecco che il "dato epidemiologico regionale" non ha più importanza, che "il mantenimento sul territorio lombardo di misure più restrittive" non è più fondamentale. Ora vige il mantra della "via lombarda alla libertà", lo slogan "distanza, dispositivi, diagnosi e digitalizzazione".
Dovreste dare le dimissioni domani, questo l'unico 4D che avreste bisogno di mettere in pratica tutti quanti.
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