Un rapporto vero è tale se ciascuna delle parti ha di fronte la trasparenza altrui. A scanso d’equivoci, per quanti credono che tergiversare o nascondersi sia la sola condotta da adottare: il mondo parallelo costruito è il solo in cui la mattina quando ti svegli pensi che in un angolo di mondo ci sia un'anima che come te non riesce a fare a meno di pensare, di pensarti. Il resto conta poco. Zero.
Quando un momento passato a ridere fa osservare il piacere di viversi, accompagnato da un continuo crescere di emozioni, trasportato dalla passione, si può affermare che la strada intrapresa sia buona e giusta. Questo non perché sia l'inizio, momento per natura e condizioni idilliaco, ma per affinità elettive che vanno oltre il mero rapporto.
Le conferme sono due: la prima, più rilevante, e che la "botta" continua ad essere forte, fortissima, e questo, nonostante le più che ottimali premesse, non era scontato; la seconda, non meno rilevante, è il momento del distacco: forzato, non voluto. Già proiettato al domani.
A questo si deve aggiungere un fatto assai importante: il non lasciarsi completamente andare, il non sfiorare le volontà altrui è sinonimo di profondo interesse. E non perché non lo si voglia, anzi, in altro contesto l'ardore spazzerebbe via città e civiltà. Un ossimoro che si traduce nello spogliarsi di ogni velo nel mentre la rinuncia la fa da padrona.
Tutto ciò fa apprezzare la persona, il desiderio sia in astratto che effettuale.
Perdere la testa è anche questo, ricordandosi che la vita va vissuta nella sua interezza. Sia per l'amore che per la felicità, visto che le due sono gemelle inseparabili.
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