Fa pensare e riflettere il dividere il quotidiano in situazioni soggette al nostro potere e situazioni non soggette al nostro potere.
Le prime raccontano i desideri, gli impulsi, le scelte.
Le seconde i giudizi, le conseguenze, il destino.
E' un po' come un'alba che presto nasce e poi, al battere delle ciglia, è subito sera.
Padroni di noi stessi e schiavi di ciò che noi stessi viviamo.
Tenere l'equilibrio un'operazione di non facile lettura, equivocabile a seconda dei passi.
A fare la differenza lo sguardo, gli occhi, l'anima rappresentata in ogni sua forma.
Immersioni fluide che avvolgono le fragilità di cui siamo composti, accompagnandole verso mete più sicure, dove la trasparenza funge da corazza.
E' quando si confondono i due piani che emergono le difficoltà.
Basterebbe considerare libero il pensiero, non schiavizzarlo, non crescerlo in cattività.
Abbiamo potere di noi stessi nel momento in cui il giudizio, le conseguenze e il fato non travolgono i desideri, gli impulsi, le scelte.
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