Ci sono ancora i famigliari delle vitttime che da tempo chiedono la riapertura dell'inchiesta, avendo da tempo considerato incompleto il rapporto del 2004.
Le domande che, non solo loro, si pongono da quell'11 settembre 2001, sono rivolte alla carenza di informazioni sui movimenti dei 19 kamikaze che si mossero sul territorio statunitense nei giorni e nelle settimane precedenti al sequestro dei quattro aerei .
Domande che forse mai avranno risposte.
La novità delle ultime ore sta nel fatto che nel contenzioso entra Phipil Zelikow, ex direttore esecutivo della commissione di inchiesta di quell'11 settembre, firmando un memorandum nel quale si chiedono ulteriori accertamenti per verificare se la Cia abbia violato le leggi federali non rendendo pubblica l’esistenza dei video. La tesi si basa sul fatto che la commissione indipendente domandò alla Cia di consegnare documenti, rapporti e informazioni, frutto degli interrogatori sui detenuti di Al Qaeda e dunque anche i video dei due terroristi che avrebbero fatto parte dell'inchiesta e che rientravano nella richiesta della commissione. La Cia invece sostiene che poiché la commissione non chiese mai specificatamente i nastri video sugli interrogatori dei due non vi fu violazione delle leggi federali.
Sull'episodio il presidente americano George W. Bush, ha dichiarato di voler, cautamente, aspettare l'apertura dell'inchiesta, prima di pronunciarsi sul caso dei nastri scomparsi.
Quello che agli occhi di chiunque rimane certo è un buio eterno, quel buio che oscurò Manatthan per giorni, e che a distanza di anni continua a non trovare una luce.
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