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giovedì 24 gennaio 2008

GOVERNO BATTUTO, DAL SENATO 161 NO 156 SI

Prodi sconfitto in Senato
Voto di fiducia: 161 i no 156 i sì.
L'Udeur si spacca in aula, con Cusumano che appoggia il centrosinistra.
ROMA - Non ce l'ha fatta. Il sogno di Romano Prodi si è infranto in Senato di fronte all'arida realtà dei numeri. Il presidente del Consiglio e il suo governo non hanno ottenuto infatti la fiducia richiesta. Hanno votato no in 161, mentre i sì sono stati 156. Un senatore (Scalera) si è astenuto, mentre tre erano gli assenti (Andreotti, Pallaro e Pininfarina).Il premier non è rimasto per ascoltare l'esito del voto, ma durante la votazione è immediatamente tornato a Palazzo Chigi.
CORRIERE DELLA SERA


Governo battuto Senato nega la fiducia.

Dopo aver incassato ieri la fiducia della Camera, il presidente del Consiglio si è presentato anche al Senato. Prima del dibattito, il premier ha avuto un nuovo colloquio col capo della Stato Napolitano. Rissa tra esponenti dell'Udeur. Cusumano dichiara il suo sì per Prodi e Barbato gli si scaglia contro.


Il Senato boccia Prodi: crisi di Governo.

L'Aula del Senato boccia il premier Romano Prodi. Il Governo, dunque, non ce l'ha fatta a superare la prova del Senato, dove la maggioranza ha ceduto sotto i colpi dell'Udeur e dei diniani. I no sono stati infatti 161, ai quali va sommata l'astensione del diniano Scalera, che al Senato equivale a voto contrario. I sì sono stati invece 156. Tre gli assenti, l'indipendente Pallaro e i senatori a vita Andreotti e Pininfarina. Cinque i sì al governo Prodi dai senatori a vita. Hanno votato a favore della fiducia Carlo Azeglio Ciampi,Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini e Oscar Luigi Scalfaro.Una giornata piena di tensione durante la quale il premier nel corso del suo intervento a Palazzo Madama sulla crisi politica aveva chiesto ai senatori un «voto esplicito e motivato». L'Italia, aveva detto Prodi, «ha bisogno della continuità di governo» e lo stop all'Esecutivo è un lusso che il Paese non può permettersi. «Vi chiedo la fiducia - aveva concluso il premier - assicurandovi che sono ben consapevole che il Governo stesso dovrà rafforzare le sue capacità decisionali, snellire le sue procedure, migliorare la sua resa, forse ridefinire le sue strutture e la sua composizione. Chiedo la fiducia a tutti voi per proseguire con rinnovato slancio il processo riformatore».



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