"Cercare di volare, tenendo i piedi per terra!"
Obbiettivamente difficile, utopistico, o se si vuole cercare un aggettivo un po fuori dal comune, "cobolliano".
E quanto si apprende dalle pagine "rosa" del sito web del quotidiano meneghino, dalle nuove dichiarazioni del presidente bianconero Cobolli Gigli.
Dopo la frenata della squadra in quel di Catania (1-1), il massimo dirigente della Juventus afferma che a gennaio non verranno fatti investimenti per ampliare la rosa e renderla ancor più competitiva da qui alla fine della stagione.
E questo volare allora?
E questo volare allora?
I punti che distanziano oramai dalla vetta sono diventati inesorabilmente 10 (Inter vincente a Siena, 2-3), e con la vittoria anche della Roma (2-1 a Bergamo contro l'Atalanta), le possibilità di rimonta si sono affievolite.
Ecco perchè probabilmente va bene così, a detta del presidente, che è convinto che la squadra di Ranieri sia competitiva così com'è, e che, nonostante la partenza di Criscito e quella probabile di Almiron (al Monaco), non ci sia alcun bisogno di ulteriori rinforzi.
"Sissoko? Sissochi?" ci scherza su Cobolli Gigli, che poi spiega la politica di mercato della società bianconera. "Non faremo acquisti a gennaio. Sognare giocatori importanti è lecito ma credo che ci sia bisogno di aspettare il momento giusto perché certi sogni si avverino. In ogni caso ho sempre la massima fiducia in Alessio Secco e Jean Claude Blanc".
Certo, scherziamo pure, facciamoci qualche bel sogno, voliamo con i piedi per terra, intanto la Juventus di oggi, più passa il tempo, e più appare solamente come una lontana parente, di quella che dominava il calcio italiano ed europeo dell'era Triade.
Che calciopoli potesse lasciare strascichi non indifferenti, lo si poteva immaginare da lontano, ma, a che questa squadra, non si dia nemmeno lo slancio per rimettirsi ad inseguire adeguatamente, in un campionato comunque segnato, fa tristezza.
Lo spirito Juventus è sempre stato quello di non arrendersi mai, di lottare fino al novantesimo, di cercare in qualunque modo (sempre sul campo naturalmente, non date retta a quella farsa dell'estate del 2006, quella è una cosa troppo lunga da spiegare) di portare a casa una vittoria.
Invece agli occhi del tifoso bianconero, oggi, si presenta davanti un'immagine della squadra che si accontenta, o per meglio dire di una dirigenza.
"L'obiettivo primario della Juventus è l'Europa, la cosa che ci manca di più. Per questo motivo preferirei la conquista di un posto in Champions e un successo in Coppa nella prossima stagione più della vittoria dello scudetto".
Europa, certo, un'assenza non indifferente, ma quale Europa?
Il presidente parla di una vittoria nella competizione dalle grandi orecchie (champion's league), non investendo nulla (almeno per ora), e considerando che questa squadra, uscita non ridimensionata dal Massimino (parole sue), possa tranquillamente competere con le superpotenze che militano nella massima competizione continentale, snobbando addirittura lo scudetto nazionale.
Presidente, ci lasci dire una cosa: lasciamo perdere sogni e voli, e come dice lei rimaniamo con i piedi per terra (e il portafoglio ben chiuso, così magari per altri 3/4 anni ci saranno i signori del "cartone" a dominare), ma si ricordi sempre che questi colori, questi tifosi e questa storia meriterebbe ben altro, e le battute di spirito, ci consenta, le lasci stare, chi aveva la capacità di farle, con gusto e sopratutto con il volto del vincente, ahimè, oggi, ci guarda con una lacrima sul volto da lassù.
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