E se anche oggi, dopo tutto quello che i nostri occhi da appassionati del calcio hanno visto, dalla sentenza di primo grado sul processo di “Calciopoli” in poi, cercassimo di interpretare un sentimento collettivo, ascoltando la gente comune, provando a metterci sulla stessa lunghezza d’onda, in quale secondo grande errore cadremmo?
Ricorderanno i milioni di juventini, quelle parole pesanti come un macigno, che hanno sgretolato ogni forma di giustizia che si dovrebbe consumare in ogni aula di tribunale, parole espresse da un giudice, Mario Serio, al termine del processo d’appello, all’interno del quale, il Presidente della Caf Cesare Ruperto, così pronunciò: “Ma quale Corte Federale, quello era un club di amici che giocava a carte”.
E tornando dunque ad oggi, nei confronti dell’Inter cosa si dovrebbe fare? Riprendere il sentimento popolare? Ascoltare la gente comune? Mettersi sulla stessa lunghezza d’onda?
Proviamo a chiedere al gente comune dell’intero Paese, che cosa pensa del campionato più falsato che mai si sia disputato; proviamo a chiedere all’opinione pubblica cosa pensa delle decine di episodi che stanno favorendo la squadra di Moratti.
Sarebbe da pronunciare con effetto immediato una seconda Santa Inquisizione, mettendo alla gogna sia da parte dei media prima, che all’interno dei fascicoli di una qualunque procura dopo, la sentenza a priori per condannare la seconda squadra di Milano alla retrocessione in serie B e alla revoca dello scudetto.
Oggi è arrivata una giustizia, trasversale ma sempre giustizia.
Nonostante i vari falsi in bilancio, le plusvalenze fittizie, il deferimento attuato dalla Procura Federale per l’eventuale falsificazione dei bilanci per l’iscrizione al campionato 2005/2006, passaporti e patenti false, tutti argomenti riconducibili alla squadra e alla società che si professa da sempre “onesta”, una ruota, quella della “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” ha cominciato a girare.
E in quel vortice vi sono finiti tutti, da Moratti ad Oriali, da Mancini a capitan Zanetti.
Non meno di due settimane fa il Presidente nerazzurro era tornato sull’argomento “5 maggio”, definendo l’allora dirigenza bianconera “una banda di truffatori”, e la stampa ha fatto subito spallucce, ma non l’opinione pubblica, trovando poco serio appellarsi a uno scudetto che la squadra di Milano perse meritatamente sul campo in quel di Roma, in un pomeriggio dove l’intero Olimpico (anche sponda laziale) era vestito di nerazzurro.
Dopo l’ennesima svista arbitrale (Farina), il tecnico Mancini era insorto durante la trasmissione sportiva “Controcampo - diritto di replica”, per le critiche da parte degli addetti ai lavori sull’operato arbitrale nei confronti della sua Inter.
Alla trasmissione sportiva “Il processo di Biscardi”, in onda sulla rete “Italia7gold”, sono settimane che si indicono sondaggi attraverso e-mail, telefonate e sms, sul possibile “vento” che sta spingendo l’Inter verso la conquista dello scudetto, grazie agli aiuti degli arbitri; che piaccia o meno, è comunque una trasmissione che da 28 anni tiene inchiodati al televisore milioni di spettatori e il voto espresso dagli stessi è inequivocabile: 7/8 italiani su 10 pensano che l’Inter sia favorita.
Pochi giorni fa il dirigente Gabriele Oriali ha detto: “Gli errori, in qualche partita, ci stanno. A volte sono pro, a volte contro e noi li abbiamo sempre accettati, anche in passato. Dovrebbero fare la stessa cosa anche gli altri”, dimenticandosi probabilmente del putiferio che scatenavano ad ogni domenica di campionato in cui non veniva fischiato un fallo a centrocampo a Davids, Conte, Tacchinardi, Emerson o Vieirà.
E ora si ritrovano nella medesima situazione, anzi peggio.
Si peggio, perché ora il calcio dovrebbe essere pulito, perché ora che non ci sono più orchi, nazgul, hobbit impersonificati in Golum-Moggi, e come disse in tempi non sospetti Mancini “ora possono vincere tutti”, e invece vincono solo loro, perché bravi da una parte (come molte squadre di questo torneo), ma soprattutto perché chiaramente favoriti (e in questo caso si ritrovano gli unici ad avere episodi a favore).
Sarà una piccola rivincita, una piccola soddisfazione, ma la gente, quella del sentimento popolare, quella dell’onda, ha cominciato a fare chiare molte nubi che hanno attraversato la propria coscienza in questi ultimi due anni.
Molti a cui oggi si chiede un parere su questo nuovo calcio rispondono: “non è cambiato nulla, probabilmente il compianto Enzo Biagi aveva ragione, Moggi è stato dato in pasto al popolino per coprire chissà cosa”.
Quello che si evince da questo calcio pulito è la perdita di popolarità, statistiche alla mano, il calcio piace sempre meno: la tifoseria bianconera nel periodo post-calciopoli ha perso il 17% dei propri sostenitori, le televisioni non hanno più gli ascolti record di qualche stagione orsono, gli stadi sono sempre più vuoti, gli stessi organi di stampa sportiva hanno diminuito le tirature delle stampe, con molta probabilità nella stagione che verrà non si potranno più vedere trasmissioni come “90° minuto” e “Controcampo”, il calcio diverrà come uno spezzatino da consumare freddo, caldo e spesso anche scaduto.
Da juventini non abbiamo mai pensato, in questo campionato, che gli errori a favore dell’Inter, siano stati figli di complotti, cupole o stanze dei bottoni, anzi, sosteniamo da tempo che la squadra neroazzurra abbia i mezzi e le risorse per poter condurre in porto questo campionato come, quando e dove vuole.
Ma vorremmo altresì sentire da chi ha infangato e denigrato la storia e la bandiera della squadra più titolata d’Italia, il riconoscere la superiorità che in 12 lunghi anni è stata attuata sul campo da una delle squadre più forti di ogni epoca, capace di portare ad una finale di un campionato del mondo ben 8 giocatori titolari della stessa, di rimanere in testa per due campionati consecutivi quando ancora tale si poteva considerare l’ex campionato più bello del mondo.
Perché come ha detto qualcuno: “Gli errori, in qualche partita, ci stanno. A volte sono pro, a volte contro…”.
E in un porto, dove oramai le nebbie create artificialmente due anni orsono, si stanno piano, piano diradando, le reti stanno venendo a galla, senza quei pesci(cani) che qualcuno immaginava o che gli furono imposti come il male del calcio.
In quella rete ci sono le stesse identiche imperfezioni che questo mondo si porterà dietro per sempre, e chi pensava di rimanerne fuori perché “onesto” si sta ritrovando ancora più sporco rispetto a chi, quel fango era stato tirato addosso per invidia e impotenza.
Oggi ci si trova dinnanzi ad un’occasione unica, per essere, almeno una volta, capaci di ammettere che quello che fu fatto ai danni della Juventus sia stato vergognoso e ingiusto, sia da un punto di vista mediatico che di giustizia sportiva.
E tutti coloro che aprirono bocca per interpretare un sentimento collettivo, ascoltando il volere della gente mettendosi sulla stessa lunghezza d’onda, hanno finalmente la possibilità di essere seri.
di Cirdan
Ricorderanno i milioni di juventini, quelle parole pesanti come un macigno, che hanno sgretolato ogni forma di giustizia che si dovrebbe consumare in ogni aula di tribunale, parole espresse da un giudice, Mario Serio, al termine del processo d’appello, all’interno del quale, il Presidente della Caf Cesare Ruperto, così pronunciò: “Ma quale Corte Federale, quello era un club di amici che giocava a carte”.
E tornando dunque ad oggi, nei confronti dell’Inter cosa si dovrebbe fare? Riprendere il sentimento popolare? Ascoltare la gente comune? Mettersi sulla stessa lunghezza d’onda?
Proviamo a chiedere al gente comune dell’intero Paese, che cosa pensa del campionato più falsato che mai si sia disputato; proviamo a chiedere all’opinione pubblica cosa pensa delle decine di episodi che stanno favorendo la squadra di Moratti.
Sarebbe da pronunciare con effetto immediato una seconda Santa Inquisizione, mettendo alla gogna sia da parte dei media prima, che all’interno dei fascicoli di una qualunque procura dopo, la sentenza a priori per condannare la seconda squadra di Milano alla retrocessione in serie B e alla revoca dello scudetto.
Oggi è arrivata una giustizia, trasversale ma sempre giustizia.
Nonostante i vari falsi in bilancio, le plusvalenze fittizie, il deferimento attuato dalla Procura Federale per l’eventuale falsificazione dei bilanci per l’iscrizione al campionato 2005/2006, passaporti e patenti false, tutti argomenti riconducibili alla squadra e alla società che si professa da sempre “onesta”, una ruota, quella della “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” ha cominciato a girare.
E in quel vortice vi sono finiti tutti, da Moratti ad Oriali, da Mancini a capitan Zanetti.
Non meno di due settimane fa il Presidente nerazzurro era tornato sull’argomento “5 maggio”, definendo l’allora dirigenza bianconera “una banda di truffatori”, e la stampa ha fatto subito spallucce, ma non l’opinione pubblica, trovando poco serio appellarsi a uno scudetto che la squadra di Milano perse meritatamente sul campo in quel di Roma, in un pomeriggio dove l’intero Olimpico (anche sponda laziale) era vestito di nerazzurro.
Dopo l’ennesima svista arbitrale (Farina), il tecnico Mancini era insorto durante la trasmissione sportiva “Controcampo - diritto di replica”, per le critiche da parte degli addetti ai lavori sull’operato arbitrale nei confronti della sua Inter.
Alla trasmissione sportiva “Il processo di Biscardi”, in onda sulla rete “Italia7gold”, sono settimane che si indicono sondaggi attraverso e-mail, telefonate e sms, sul possibile “vento” che sta spingendo l’Inter verso la conquista dello scudetto, grazie agli aiuti degli arbitri; che piaccia o meno, è comunque una trasmissione che da 28 anni tiene inchiodati al televisore milioni di spettatori e il voto espresso dagli stessi è inequivocabile: 7/8 italiani su 10 pensano che l’Inter sia favorita.
Pochi giorni fa il dirigente Gabriele Oriali ha detto: “Gli errori, in qualche partita, ci stanno. A volte sono pro, a volte contro e noi li abbiamo sempre accettati, anche in passato. Dovrebbero fare la stessa cosa anche gli altri”, dimenticandosi probabilmente del putiferio che scatenavano ad ogni domenica di campionato in cui non veniva fischiato un fallo a centrocampo a Davids, Conte, Tacchinardi, Emerson o Vieirà.
E ora si ritrovano nella medesima situazione, anzi peggio.
Si peggio, perché ora il calcio dovrebbe essere pulito, perché ora che non ci sono più orchi, nazgul, hobbit impersonificati in Golum-Moggi, e come disse in tempi non sospetti Mancini “ora possono vincere tutti”, e invece vincono solo loro, perché bravi da una parte (come molte squadre di questo torneo), ma soprattutto perché chiaramente favoriti (e in questo caso si ritrovano gli unici ad avere episodi a favore).
Sarà una piccola rivincita, una piccola soddisfazione, ma la gente, quella del sentimento popolare, quella dell’onda, ha cominciato a fare chiare molte nubi che hanno attraversato la propria coscienza in questi ultimi due anni.
Molti a cui oggi si chiede un parere su questo nuovo calcio rispondono: “non è cambiato nulla, probabilmente il compianto Enzo Biagi aveva ragione, Moggi è stato dato in pasto al popolino per coprire chissà cosa”.
Quello che si evince da questo calcio pulito è la perdita di popolarità, statistiche alla mano, il calcio piace sempre meno: la tifoseria bianconera nel periodo post-calciopoli ha perso il 17% dei propri sostenitori, le televisioni non hanno più gli ascolti record di qualche stagione orsono, gli stadi sono sempre più vuoti, gli stessi organi di stampa sportiva hanno diminuito le tirature delle stampe, con molta probabilità nella stagione che verrà non si potranno più vedere trasmissioni come “90° minuto” e “Controcampo”, il calcio diverrà come uno spezzatino da consumare freddo, caldo e spesso anche scaduto.
Da juventini non abbiamo mai pensato, in questo campionato, che gli errori a favore dell’Inter, siano stati figli di complotti, cupole o stanze dei bottoni, anzi, sosteniamo da tempo che la squadra neroazzurra abbia i mezzi e le risorse per poter condurre in porto questo campionato come, quando e dove vuole.
Ma vorremmo altresì sentire da chi ha infangato e denigrato la storia e la bandiera della squadra più titolata d’Italia, il riconoscere la superiorità che in 12 lunghi anni è stata attuata sul campo da una delle squadre più forti di ogni epoca, capace di portare ad una finale di un campionato del mondo ben 8 giocatori titolari della stessa, di rimanere in testa per due campionati consecutivi quando ancora tale si poteva considerare l’ex campionato più bello del mondo.
Perché come ha detto qualcuno: “Gli errori, in qualche partita, ci stanno. A volte sono pro, a volte contro…”.
E in un porto, dove oramai le nebbie create artificialmente due anni orsono, si stanno piano, piano diradando, le reti stanno venendo a galla, senza quei pesci(cani) che qualcuno immaginava o che gli furono imposti come il male del calcio.
In quella rete ci sono le stesse identiche imperfezioni che questo mondo si porterà dietro per sempre, e chi pensava di rimanerne fuori perché “onesto” si sta ritrovando ancora più sporco rispetto a chi, quel fango era stato tirato addosso per invidia e impotenza.
Oggi ci si trova dinnanzi ad un’occasione unica, per essere, almeno una volta, capaci di ammettere che quello che fu fatto ai danni della Juventus sia stato vergognoso e ingiusto, sia da un punto di vista mediatico che di giustizia sportiva.
E tutti coloro che aprirono bocca per interpretare un sentimento collettivo, ascoltando il volere della gente mettendosi sulla stessa lunghezza d’onda, hanno finalmente la possibilità di essere seri.
di Cirdan
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