Domenica 24 febbraio 2008, ore 18:20, comincia sulle reti Mediaset un'altra puntata della trasmissione sportiva "Controcampo", condotta da Sandro Piccinini.
Ospiti in studio Giampiero Mughini, Paolo Liguori, Diego Abatantuono, L'ex arbitro Cesari, Nicola Berti e la ex velina Elisabetta Canalis.
Alle 18:30 si comincia subito a parlare della partita Reggina-Juventus, e il conduttore Piccinini domanda a Giampiero Mughini un commento sull'anticipo del sabato sera; "il termine giusto da usare è indignato" questa la frase usata dal giornalista siciliano.
Nicola Berti prende la parola rivolgendosi a Mughini: "è rimasto chiuso qualcuno nello spogliatoio?" facendo chiaro riferimento alla leggenda che si poteva trovare scritta su un certo quotidiano che posava sui frighi gelato di ogni bar d'Italia due anni orsono.
Ma l'ex calciatore interista continua il racconto: "se qualcuno se lo fosse dimenticato posso fare presente di quello che successe quella sera a Paparesta".
Sarei voluto tanto essere lì in quel momento, per chiedere al bel Nicola di rendermi partecipe delle sue conoscenze afferrate, ma è evidente che in questa domenica, oltre al già citato in altro testo Marco Ansaldo, giornalista de La Stampa, rimangono in molti a non avere letto quella famosa deposizione di Paparesta rilasciata all'Ufficio Indagini della FIGC il 7 giugno del 2006 davanti ai dott.ri De Feo e D'Andrea, dove si evince chiaramente che nessuno si è permesso di chiudere nessuno all'interno di nessun spogliatoio, sgabuzzino o lavanderia, ma l'informazione, o meglio, le persone che vengono invitate a farla, sono quelle che sono e, il popolino beota deve ascoltare e impregnarsi di tali falsità.
Alle 18:55 Sandro Piccinini, prima di lanciare la moviola interpretata dall'ex arbitro Cesari, fa un riassunto sull'arbitro Dondarini e sulla posizione dello stesso nei confronti di giustizia sportiva e ordinaria.
Il riferimento è naturalmente sulla famosa telefonata "taglia&cuci" (come perfettamente definita dal team member Trillo in un suo articolo apparso oggi sul suo blog) tra lo stesso Dondarini e l'allora designatore Pairetto.
Anche in questo caso è evidente di come un giornalista esperto e affermato come Sandro Piccinini non abbia mai preso visione della sentenza di archiviazione del Procuratore della Repubblica Marcello Maddalena, rilasciata presso il tribunale di Torino in data 19 luglio 2005 e successivamente inoltrata per conoscenza alla FIGC.
Probabilmente a "conoscenza" di queste carte siamo in pochi, o forse solo chi si è voluto interessare, pur non essendo un addetto ai lavori, di quello che in realtà accadde in quella telefonata, a differenza del conduttore romano, che ricorda al popolino beota di come in quella telefonata Dondarini tranquillizzava il Pairetto sul rigore concesso ai bianconeri (peraltro netto), visto che avrebbe dovuto vedere anche quello che non si vedeva.
E non è il solo, visto che oggi, sfogliando le pagine web del sito de La Stampa, anche un giornalista di fama come Roberto Beccantini, che si ritiene uno juventino vero, nel suo editoriale ricorda al popolino beota quell'episodio, facendo anche lui riferimento a quella frase estrapolata dall'intercettazione: "vedere anche quello che non c'è".
Mughini di sfondo, lo si nota muovere il dito indice in senso negativo, ma i tempi televisivi non gli permettono di entrare nella discussione.
Alle 19:00 si cominciano ad analizzare gli episodi; il primo episodio è riferito al primo tempo, quando Valdez atterra in piena area di rigore Nedved con una "cravatta". Prende la parola nuovamente Nicola Berti: "potrebbe non starci, si spingono entrambi, e poi nessun bianconero protesta".
In studio rimangono in molti sbigottiti sentendo queste parole, Giampiero Mughini conclude il primo episodio con questa frase: "il silenzio, in queste circostanze, è d'oro".
Sull'episodio più clamoroso (Sissoko), Paolo Liguori esordisce dicendo che il difensore reggino (Valdez) tocca il pallone e di conseguenza l'arbitro fa proseguire, entra nella discussione anche Elisabetta Canalis: "secondo me era più rigore quello precedente che questo che non mi sembra".
E' il momento più basso, televisivamente parlando, della trasmissione, con una sorta di informazione che deforma chiaramente la realtà dei fatti.
Alle 19:05 prende la parola Diego Abatantuono: "da tutto questo non se ne uscirà mai, prima si pensava che la Juventus "solava" e invece è lei adesso ad essere "solata", il problema è che la Juventus non ha mai "solato" ma adesso viene sistematicamente "solata", e grazie a tutto questo ci guadagna l'Inter, che prima ha vinto uno scudetto vinto da altri, poi ne ha vinto un'altro con gli altri che non c'erano e adesso ne sta vincendo uno come tutti vediamo ogni domenica".
A questo punto gli interisti in studio (Canalis-Berti) insorgono, scaldandosi e stizzendosi, mentre Piccinini rivolgendosi all'attore gli fa presente che ci sono state delle "telefonatine", prima, mentre adesso non ci sono.
Abatantuno, sarcastico e ironico come sempre, dice: "si vede che adesso non si fanno beccare" facendo riferimento a chi ora "solerebbe" il campionato.
Mughini a sua volta: "non c'è una sola telefonata che è stata sentenziata".
Piccinini stempera gli animi dicendo che Abatantuono scherzava, e l'attore, da vero attore consumato replica: "ma certo che scherzavo, no!", con la solita macchietta che lo contraddistingue dopo una battuta.
Probabilmente l'unico momento di verità della trasmissione.
Ore 19:07 è il momento in cui si tratta il fallo di mano di Aronica sul colpo di testa di Camoranesi, secondo l'ex arbitro Cesari è involontario, Piccinini dissente, Mughini guarda assorto e silenzioso.
Altro fallo di mano di Aronica, su passaggio in area di Camoranesi, per molti sarebbe da calcio di rigore perchè, come mostrano le immagini, il fallo sarebbe volontario.
Dopo la pubblicità si torna in diretta con l'ultimo in ordine temporale degli episodi, il calcio di rigore assegnato alla Reggina.
Cesari, nonostante ex arbitro lo considera netto, dimenticando parecchie sfumature del regolamento:
1) Chi ha la palla? Nessuno dei due quindi i calciatori si contendono il pallone.
2) Uno dei calciatori impedisce all'avversario di giocare il pallone? Si, Amoruso impedisce a Sissoko di calciare il pallone. Risultato; calcio di punizione diretto per la Juve. Per Dondarini invece è rigore perchè Sissoko impedisce ad Amoruso di colpire il pallone di testa.
Ciò che dimentica l'ex arbitro di Genova (oltre che purtroppo Dondarini) è: chi ha il possesso del pallone? Nessuno perchè Amoruso non colpisce il pallone.
Berti alle 19:20 conclude gli episodi riguardanti la Juventus così: "tutto sommato Dondarini non ha commesso tutti questi errori che sembrava avesse fatto".
Il discorso si sposta sulle colpe; Collina, gli arbitri, chi ha voluto Collina e via discorrendo.
Interviene Paolo Liguori: "sicuramente il designatore attuale è migliore di quelli che precedentemente truccavano le palline", a quel punto Mughini lo esorta a non fare dichiarazione di quel genere.
Probabilmente anche Liguori dimentica parecchie cose, o forse fa finta di dimenticarle.
In data 29 settembre 2007, a pagina 51 del quotidiano "Il Tirreno" è apparsa la notizia che; la Corte d'Appello del tribunale di Roma ha emesso la sentenza secondo cui: “Il sorteggio arbitrale di Bergamo e Pairetto non era truccato”, verdetto che peraltro segue la linea già precedentemente tracciata a Torino da pronunciamento analogo del giudice Maddalena.
Ancora una volta un Tribunale, vero e non sportivo, chiamato ad esprimersi in merito su quella che sarà una delle colonne portanti (se non la più importante) dell’accusa nell’inchiesta napoletana su Calciopoli, ha ribaltato completamente la verità data per acquisita dall’opinione pubblica e dai mezzi di informazione.
L'esortazione di Mughini viene accolta dal Liguori con il silenzio, facendosi forse memore della possibilità di cadere in querela da parte dei diretti interessati.
La trasmissione prosegue con i servizi delle altre squadre di serie A.
Giunti al termine di questa analisi possiamo tranquillamente evincere che: l'informazione in questo Paese, se mai ci fosse stato un motivo per dubitarne, non esiste, la trasmissione "Controcampo", che và in onda su Italia1 alle 18:15 della domenica pomeriggio, con ancora qualche milione di telespettatori, è una cassa di risonanza che emette solamente tante chiacchere da bar, con tutto il rispetto per gli esercenti dei locali e i loro clienti, viene deformato ogni singolo aspetto di ciò che è stato sentenziato nelle aule di tribunale, usando come termine di paragone per gli episodi che settimanalmente vengono a sfavorire la Juventus, leggende metropolitane uscite scritte su altri mezzi di informazioni che hanno pilotato il popolino beota a credere allo spogliatoio del Granillo, alle telefonate "taglia&cuci" di Dondarini-Pairetto e a quelle di Moggi.
I personaggi, più o meno informati, che vengono ospitati, credendo di essere tranquillamente accomodati sul proprio divano di casa, emettono frasi e completano discorsi lontani anni luce da ciò che si vede (moviole sugli episodi), e da ciò che è stato scritto nero su bianco da Procure, Giudici, Tribunali e quant'altro.
Il conduttore, persona rispettabilissima, in quanto giornalisticamente molto apprezzato, deontologicamente conduce tale trasmissione in maniera molto impreparata, tralasciando come sopraccitato, le sentenze e le deposizioni delle persone coinvolte in "calciopoli", e producendo un distorto indirizzamento nei confronti dell'utente che lo ascolta.
Questa è l'Italia, questa è l'informazione che viene data, questo è il rispetto dei diritti dell'uomo, questo è il rispetto dei diritti dell'utente.
Questa è l'Italia, questa è l'informazione che viene data, questo è il rispetto dei diritti dell'uomo, questo è il rispetto dei diritti dell'utente.
Questo e altro è cio che viene dato, non solo nel calcio, da mangiare al popolino beota.
di Cirdan
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