E a giugno sarà al Gods Of Metal di Bologna con le canzoni dei primi album
Iron Maiden, i favolosi anni '80 della razza metallara
di PAOLO GALLORI
La musica degli anni Ottanta che ritornano non è tutta nei vecchi successi di quelli che allora erano ragazzotti algidi in camice di pizzo e paffute dance star cotonate. Uno dei fenomeni, musicali ma soprattutto sociologici, di quel periodo è il metal. O meglio, l'heavy metal, mutazione stilistica e iconografica del classico hard rock dei 70's, a cui aderirono legioni di fan, nel mondo e in Italia. I nostri ragazzi, che oggi il cellulare e le internet community hanno diviso in "tribù", allora si "annusavano", si amavano o disprezzavano in base a un gusto musicale che si esprimeva anche nel look. I più disimpegnati erano i "paninari", gli addetti del culto di Madonna erano i "madonnari", i proseliti della new wave si chiamavano "wavers" (che i rivali disprezzavano con "wafers"). Ovviamente c'erano i punk. I più estremi erano gli skinhead. Una delle schiere più caratterizzate per via del look sepolcrale erano i "dark", appesi al ricordo dei Joy Division e agli incubi dei Cure. E poi, perfettamente riconoscibili, c'erano loro, i "metallari", carichi di borchie, pelle, spillette e dai rigorosi lunghi capelli, una gioventù scandita dal minuzioso ascolto dei dischi, dai concerti e dalle feste alcoliche. Loro, i metallari, erano tantissimi ma, oggi come allora, sono i più trascurati dal revival degli 80's.
Perché? Probabilmente, perché come Madonna, Michael Jackson, gli U2 e Springsteen, il metal e i metallari non se ne sono mai andati. O meglio, da allora sono scomparsi e risorti più volte, restando comunque "in circolo". Proprio come Eddie, lo zombie icona degli inglesi Iron Maiden, che sulla copertina di "Live After Death" riemerge dalla tomba di H. P. Lovecraft. Riferimento niente affatto casuale. Quel video, bestseller mondiale nel 1985 e di certo uno dei film più importanti nella storia del metal, viene ripubblicato in dvd il primo febbraio con un'abbondante corredo di extra (la seconda parte della 'History of Iron Maiden', seguito di "The Early days", più i documentari "Behind The Iron Curtain", "Rock In Rio '85" e l'intervista "Ello Texas", per oltre tre ore di immagini). E non finisce qui. Lo stesso giorno gli Iron Maiden daranno il via da Mumbai, in India, al "Somewhere Back In Time World Tour", che il 27 giugno li porterà in Italia, dove il gruppo sarà in cima al cartello del Gods of Metal di Bologna (Arena Parco Nord, 27, 28 e 29 Giugno, Slayer e Judas Priest headliner delle altre due giornate), il più importante festival hard del nostro paese. E sarà uno show molto diverso da quello proposto dagli Iron Maiden all'Heineken Jammin' Festival della scorsa estate, prima che la tromba d'aria mandasse in pezzi la rassegna. Stavolta Steve Harris e soci accompagnano l'uscita del dvd con un concerto paragonabile a un viaggio indietro nel tempo. La produzione recupera infatti la spettacolare scenografia del "World Slavery Tour", esoterica evocazione dell'antico Egitto sulle note dell'album "Powerslave" (1984) e in cui il solito Eddie faceva la parte della mummia. Più di 20 anni fa, il Boeing 757 degli Iron Maiden trasportò piramidi e geroglifici in giro per il mondo per ben undici mesi, in oltre 300 i concerti, chiudendo col botto al Rock in Rio (oltre 300mila spettatori) e alla Long Beach Arena, quattro serate durante le quali fu filmato in 35 millimetri il materiale di "Live After Death". Ma i fan sanno che il viaggio all'indietro non si limita alla cartapesta di uno show mitizzato. Per il nuovo tour, sul loro aereo personale gli Iron Maiden stoccheranno davvero i loro anni Ottanta: la scaletta sarà centrata sulle canzoni di quel periodo, tratte dagli album che hanno conquistato un pubblico mondiale e reso la band tra le più influenti nella storia successiva del metal. Tra i crudi riff di "Iron Maiden", opera prima del 1980, e le complesse architetture di "Powerslave", passando per "Killers" (1981), "The Number Of The Beast" (1982) e "Piece Of Mind" (1983), è racchiusa infatti un'evoluzione stilistica che comincia dall'urlo selvaggio di Paul Di'Anno, cantante nei primi due dischi, e approda a più ampie possibilità compositive grazie alla duttilità e alla estensione della voce di Bruce Dickinson. Con gli Iron Maiden l'heavy metal passa dalla pura esibizione di muscoli e volume alla ricerca sonora, alla stratificazione di più chitarre, ai repentini cambi di tempo, dal mordi e fuggi mutuato dal punk a brani di lunga durata, articolati in "stanze" e cambi di tempo, dando spazio persino ai sintetizzatori. In particolare, a un'estetica ispirata dal progressive inglese del decennio precedente, stile particolarmente caro a un bassista tecnico come Steve Harris, il fondatore degli Iron Maiden. Da parte sua, il cantante Bruce Dickinson contribuì anche con testi figli della sua laurea in storia e letteratura, ricchi di riferimenti colti, di aperture al fantastico, di trappole esoteriche. Elementi che diedero spessore intellettuale a una musica associata troppo facilmente solo al sesso, all'alcol o al satanismo. Come per ogni band dalla lunga storia, anche gli Iron Maiden hanno incassato riflussi, crisi di ispirazione e cambi di formazione. Ma oggi sono qui, con una line-up credibile che accanto a Steve Harris vede ancora Bruce Dickinson, i primi chitarristi Dave Murray e Adrian Smith integrati da Janick Gers, il fedele Nicko McBrain alla batteria. E c'è sempre Eddie. Proprio a lui, lo scarnificato zombie capellone disegnato con tratto marveliano da Derek Riggs, si deve probabilmente la sopravvivenza degli Iron Maiden nei momenti difficili. Incredibile l'attrazione esercitata dall'orrida creatura che continua ad aggirarsi in tutto il pianeta aggrappato alle t-shirt dei fan dell'epoca come dei ragazzini di oggi. Si è fatto un gran parlare dell'accordo con cui Madonna capitalizzerà musica, concerti e gadget. Sarebbe il caso di indagare sul fatturato realizzato in quasi 30 anni dagli Iron Maiden apponendo il loro Eddie su spille e magliette: il sospetto è che sia superiore ai proventi degli 80 milioni di dischi venduti. L'ultimo dei quali, "A Matter Of Life And Death", pubblicato nel settembre 2006, si è piazzato al primo posto della hit parade italiana in una sola settimana. Come si diceva all'inizio, i metallari non se ne sono mai andati. O meglio...
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