Mi voterebbero 9 milioni di juventini
L'ex dg della squadra e l'abbraccio a Casini: dice cose serie e poi è cattolico come me.
ROMA — Luciano Moggi, senta: ma quell'abbraccio, sabato, a Roma, con Pier Ferdinando Casini? «Casini è mio amico, e poi aveva fatto proprio un bel discorso. Pieno di cose serie, nuove, credibili...».
La cosa piuttosto incredibile, se permette, è lei: sotto il palco di un politico, ad applaudire, in piena campagna elettorale. «Incredibile? Ma lei ha idea di come sia grave la situazione sociale ed economica del Paese? E allora, beh, io mi interesso, cerco di capire, partecipo. Solo chi non mi conosce...».
Sì, certo. Però diciamo la verità. Se lei, l'ex direttore generale della Juventus radiato dalla giustizia sportiva, con soprannomi eloquenti come Big Luciano o Lucky Luciano, sospettato d'essere il gran burattinaio del calcio italiano e con un processo penale ancora aperto a Napoli, ecco, se lei va ad abbracciare il gran capo dell'Udc... «Ero a Roma, ho saputo che Pier Ferdinando aveva organizzato quella cosa e...».
Solo che lei non fa mai niente per caso. Lei era un semplice capostazione ferroviario a Civitavecchia. Lei è furbo, geniale, cinico. Lo ammetta: lei si candida con l'Udc. «Ah ah ah!...».
C'è da ridere? «Ha visto il titolo che ha fatto Il Giornale? Hanno titolato, in prima pagina: "I valori dell'Udc? Moggi candidato"... Sa che penso?».
Cosa? «Mi temono. Sono spaventati, terrorizzati dall'idea che io mi possa candidare. E sa perché?».
Perché la Juventus, in Italia, ha una tifoseria stimata tra i dodici e i tredici milioni.«Ecco, appunto: e io ora le aggiungo pure il dato di sondaggio».
C'è un sondaggio? «Certo. E sa quanti tifosi juventini mi voterebbero?».
Lei ha mandato la Juve in B e... «Ah ah ah!... Lei sa che io la Juve l'ho fatta vincere, e bene, e infatti... il 75% dei tifosi mi voterebbe con entusiasmo».
Nove milioni. «Un bel mucchietto di voti, eh?».
Insomma: si candida o no? «Non me lo hanno ancora chiesto, ma certo che...».
Quando è diventato amico di Casini? «Allo stadio Olimpico, a Roma. Sa, lì in tribuna d'onore c'è sempre un gran passeggio e io e lui ci siamo presi subito. Lo stimo, è una persona credibile, onesta. E poi...».
È tifoso del Bologna. «Sì, anche. No, volevo dire che è cattolico, come me».
Già, vero: lei è pure cattolico. «Non troppo praticante, ma trovo grande forza nella religione».
È andato in pellegrinaggio sulla tomba di Padre Pio... «E poi persino a Lourdes. Sa, se non avessi avuto una fede profonda, non sarei riuscito a resistere a tutte le ingiustizie...».
Va bene che ora s'è messo a frequentare le adunate politiche: ma quando frequentava gli stadi... «Guardi, io sono diverso da come vengo descritto... Per dire: adesso, con l'Inter, gli arbitri si stanno comportando esattamente come si comportavano con la Juve».
Come? «Elargiscono favori non richiesti. Anche se con la squadra di Moratti stanno esagerando. Ad esempio, contro la Roma...».
Contro la Roma? «Una vergogna. L'arbitro doveva espellere l'interista Burdisso e lasciare in campo il romanista Mexes. Invece ha fatto il contrario... E poi comunque...».
Comunque? «No, dico: se io e lei dobbiamo continuare a chiacchierare, possiamo pure darci del tu... ho una rubrica su Libero, sono un po' giornalista anch'io...»
Moggi, ho qualche difficoltà. «Ah ah ah! Ho capito... lei dev'essere un tifoso ancora un po' arrabbiato... magari è della Roma, eh?».
Fabrizio Roncone
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