PECHINO - Più che una finale olimpica, una corsa nella storia delle imprese umane. Anzi forse qualcosa persino al di fuori dell'umano. Impossibile per il mondo, ma non per lui, Usain Bolt, il ragazzo giamaicano di Trelawny che domani compierà 22 anni: già campione olimpico dei 100, già recordman mondiale con 9''69 (stabilito nella finale del 16), quattro giorni dopo si è preso anche l'oro dei 200 e soprattutto ha abbassato anche il primato dei 200 di Michael Jonhson che resisteva dalle Olimpiadi di Atlanta. Un'impresa senza precedenti. Prima di lui, l'unico a detenere il record del mondo dei 100 e dei 200 era stato proprio il giamaicano Don Quarrie, peraltro in questi giorni a Pechino, emozionatissimo per le imprese di Bolt. Corse i 200 in 19"8 e i 100 in 9"9 (tempi manuali) nel 1975. Bolt ha tagliato il traguardo in 19''31 poi corretto in 19''30: due centesimi meno dell'americano. Doppio oro nella velocità come Carl Lewis a Los Angeles '84. Nessuno al mondo e nella storia è veloce come Usain. Olimpiadi di Pechino, ore 22,20, National Stadium. Stavolta Usain ha corso diversamente dagli spettacolari 100 di qualche giorno fa. Nessuno show in pista, ha tirato fino al traguardo senza esultare. Non voleva solo l'oro, voleva il record del mondo. E ci è riuscito. Niente braccia allargate sul finale, niente sorrisi, la smorfia in faccia, i denti che si stringono, le braccia e le gambe che spingono a tutta, il cuore che pompa sangue a fiotti. Gli altri gli sono rimasti annichiliti, metri e metri dietro: argento all'antillano Martina (19''82), e poi lo statunitense Spearmon, che essendo stato squalificato ha lasciato il bronzo all'altro statunitense Crawford. A loro volta, gli Usa hanno fatto ricorso contro Martina, sempre per invasione di corsia. La giuria ha accolto il reclamo, perf cui l'ordine d'arrivo dopo Bolt cambia così; secondo Crawford e terzo Dix, tutti e due americani. Chissà se Bolt avrà mangiato ancora pollo fritto prima di partire. Dopo dirà: "Stavolta ho mangiato noccioline". Stavolta Usain lo spettacolo lo ha fatto qualche secondo prima dello start. In corsia 5, appena lo speaker ha chiamato il suo nome ha cominciato a gigioneggiare: si passava le mani sulla testa, faceva finta di avere un fucile o un arco in mano, muoveva buffamente le spalle. Allo sparo solo un leggerissimo tremore, e appena finita la curva era già abbandantemente primo. Più che una corsa è stata una fuga solitaria. Il ragazzo che giocava a cricket e che il suo stesso allenatore dirottò subito sull'atletica accortosi delle sue capacità esplosive, ha continuato dritto sulla curva subito dopo il traguardo. Non smetteva più di correre, ma stavolta esultava, allargava le braccia rideva, raccoglieva una bandiera jamaicana e iniziava il suo giro d'onore. Il National Stadium di Pechino come impazzito, gli altoparlanti hanno cominciato a pompare musica regge e lui a ballare, e fare passi di rap. Sono risuonate anche le note di Happy Birthday, proprio a ricordare il suo compleanno. Lui si è fermato davanti a una telecamera, l'ha girata verso se stesso ed è esploso: "Sono il numero 1, il numero 1". E per molti, molti anni ancora, sicuro. "E' un sogno che diventa realtà, ero un po' preoccupato dopo le semifinali, ma mi sono detto: bisogna dare tutto durante la corsa. Sono molto soddisfatto di me stesso. Non mi sarei mai aspettato un risultato del genere, so che questa è una pista veloce, ma non credevo che questo tempo fosse possibile. Sono sotto choc, ho sognato a lungo questo record del mondo, lavorato tantissimo per diventare campione e rimanere al vertice. Sono andato benissimo, sono uscito benissimo dai blocchi, ho cominciato a correre il più veloce possibile e quando sono arrivato sul rettilineo, ho detto a me stesso: vai più forte che puoi, non morire adesso". Centinaia di giornalisti e una domanda: sei Gordon Flash oppure Superman. Lui ha risposto: "Nessuno dei due, io sono Fulmine Bolt".
http://www.repubblica.it/2008/08/olimpiadi/servizi/atletica-caldo/bolt-200-record/bolt-200-record.html
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