Ci eravamo lasciati con la vittoria americana di Laguna Seca di Valentino Rossi ai danni di Casey Stoner.
Ci era apparso chiaro di come Casey avesse patito ampiamente la supremazia tecnica del "dottore" nel corpo a corpo, quando la "gara" diventa dura, quando le staccate diventano una questione di supremazia psicologica, quando questo sport, finalmente, diventa un confrontarsi su chi è il migliore e non su chi ha il passo gara superiore o la moto che in rettilineo va più forte.
Valentino Rossi a "bastonate" ne ha presi molti, tutti, e l'ultimo in ordine temporale è stato proprio Casey.
Dal venerdì pomeriggio il pilota colorato Ducati aveva messo tra se e il sette volte campione del mondo dai 3 ai 4 decimi di secondo, confermando questo gap anche nelle prove di qualifica del sabato, ma come sempre, dall'inizio di stagione, il warm-up della domenica mattina aveva fatto limare in casa Yamaha quella distanza che intercorreva tra Casey e Valentino.
La partenza della gara ha visto scattare benissimo l'australiano in testa a tutti, con Valentino che dopo la prima curva perdeva una posizione, scivolando terzo, dietro la Kawasaky di Hopkins.
Il primo giro diventava fatale, con Stoner che con un giro spettacolare metteva tra se e il campione di Tavullia 1 secondo.
Questo non faceva demordere Rossi, che inanellava giro dopo giro gli stessi tempi del battistrada.
I due davanti imponevano alla gara un ritmo infernale girando un secondo e mezzo sotto rispetto a tutto il resto della compagnia.
E qui emergeva il nervo, il nervo del bastone.
Casey cercava in tutti i modi di imporre alla propria moto un ritmo impressionante per non farsi avvicinare da Rossi, che nel "T3" continuava a limare qualche decimo.
E la psicologia del trovarsi a distanza di pochi giri nuovamente corpo a corpo con Rossi faceva il resto.
Durante il sesto giro Valentino mangiava ben 4 decimi a Stoner, portandosi abbondantemente sotto il secondo di svantaggio.
Inevitabilmente arrivava l'errore.
Spingendo oltre il limite, Stoner, perdeva l'anteriore e con il posteriore che scivolava inevitabilmente via comprometteva non solo la gara ma molto probabilmente anche il mondiale.
Tornato in pista, la moto non gli ha permesso di proseguire la gara e il ritiro è stato inevitabile.
Ora si potrà anche dire che Stoner in 30 gare Ducati non era mai caduto (parole di Livio Suppo nel dopo gara), che finchè è stato davanti girava più forte di tutti (sempre Livio Suppo nel dopo gara), dimenticando però che Valentino tra il quinto e il sesto giro stava andando più forte dell'australiano, che Stoner è tornato nei box tranquillo e senza nervosismo alcuno, e che l'errore è stato causato da un'errore e nulla più, errori che nelle corse ci possono stare.
Vista da qui invece, è evidente di come una vacanza (lo avevamo citato nell'ultimo articolo del dopo gara di Laguna Seca) non possa bastare per cancellare una bastonata, che magari non lascia il livido ma imprime nella testa segni impercettibili ma incancellabili.
Stoner si rifarà, ha davanti a se una cariera, ma lo scontro con Rossi gli lascierà addosso segni che non possono passare.
Prima di lui ci sono passati altri, e le botte sono state forti e permanenti, dovrà cercare di uscirne prima possibile dal vortice Rossi, per non fare parte anche lui di una lunga serie di "vittime" passate sotto i tubi di scarico del "dottore".
di Cirdan
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