In Francia si sono indignati, hanno protestato, Verdi e Lega per i diritti umani hanno lanciato una campagna per la liberazione.
Il giorno 17 luglio una ventina circa di membri del collettivo di sostegno a Marina Petrella, vestiti di bianco e con il volto coperto da una fotografia dell’ex brigatista, hanno cercato di incatenarsi alle inferriate del Consiglio di Stato ma sono stati fermati dalle forze dell’ordine. I sostenitori di questa campagna chiedono che la detenuta venga rilasciata per "ragioni umanitarie" e che venga negata l’estradizione verso l’Italia. È stato inoltre chiesto il sostegno verso questa iniziativa al sindaco di Parigi e candidato alla guida del Partito socialista, Bertrand Delanoe.
Abbiamo già citato questo caso come "tragicomico" (da un articolo di Davide Giacalone), perchè in Francia si indignano per la pretesa punitiva di noi italiani.
Tragicomico perchè questo caso ha nelle sue fondamenta l'assasinio di un commissario e altri reati, per i quali, il presidente francese Sarkozy ha dichiarato nel luglio 2008 di essere disposto a concedere l'estradizione della Petrella a patto che il Governo italiano le conceda la grazia per motivi di salute, e sembra che Carla Bruni si sia associata alla richiesta.
La sua liberazione è stata chiesta da alcuni intellettuali parigini, tradizionalmente schierati a favore degli ex terroristi italiani che tra pregiudizi ideologici, interviste da umorismo demenziale della Ardant (Il 23 agosto 2007 il TG2 riporta degli spezzoni di una sua intervista dove l'attrice dichiara la sua simpatia per Renato Curcio e per le Brigate Rosse), hanno quasi il sapore del rispetto, nell'ammirazione di chi ha contribuito a rendere vedove e orfani i famigliari di chi è stato assasinato.
Mentre è notizia di questa giorni che Luca Zanotti, universitario di 24 anni che vive a Santarcangelo di Romagna, sarà prelevato in casa sua per essere estradato in Grecia, dove andrà in galera prima ancora di essere processato per possesso di stupefacenti.
La storia ebbe inizio tre anni fa, fu preso dalla polizia greca insieme a un amico, Davide D’Orsi 29 anni, con 21 grammi di hashish, mentre era in vacanza a Kalamata.
Il legale dello studente, Carlo Alberto Zaina, racconta: «A settembre del 2005 sono stati fermati dalla polizia stradale, che ha trovato sull’auto 21 grammi di hashish, ciò che restava dei 30 che si erano portati dall’Italia. Sono stati arrestati per importazione, detenzione, trasporto e consumo di stupefacenti. Hanno passato quattro giorni in carcere e sono usciti dopo aver pagato 2.500 euro di cauzione».
I ragazzi tornano in Italia, ma nel gennaio del 2007 ricevono la notifica della fissazione della prima udienza. I due non ci vanno: «L’avvocato greco non li ha avvertiti dell’obbligo di presentarsi – aggiunge il legale –, così l’udienza è stata rinviata a novembre 2007, e anche stavolta non si sono presentati, credendo che l’avvocato potesse rappresentarli in contumacia. A quel punto la procura ha chiesto il mandato di cattura internazionale e il tribunale lo ha accordato».
La situazione precipita: lo scorso maggio, in esecuzione del provvedimento dell’autorità greca, Luca Zanotti e Davide D’Orsi vengono arrestati, sono sentiti dalla Corte d’appello di Bologna e negano il consenso all’estradizione, tornando in libertà. «Per Zanotti la terza sezione d’appello ha deciso di dar corso all’estradizione – spiega l’avvocato Zaina – per D’Orsi la prima sezione ha negato per motivi insufficienti... Abbiamo fatto ricorso in Cassazione e ci è andata male. La procura a sua volta ha fatto ricorso; il 28 agosto deciderà la Cassazione».
Al termine di questo iter contorto c’è la prospettiva sicura di una cella a Kalamata: «In Grecia non c’è distinzione fra spaccio e uso personale, e il consumo è un altro reato di cui dovranno rispondere davanti a un altro giudice, oltre a quelli di importazione, detenzione e trasporto di droga».
Ora non vogliamo indurre l'uso di qualunque tipo di droga o proteggere a spada tratta chi viene colto infraganza di reato, le cronache di queste ore raccontano la tragica fine di Nelly Gerardi, ma vorremmo tanto sapere quanto baccano saranno disposti a fare i nostri intellettuali, i nostri politici che, all'unanimità hanno approvato il nuovo trattato europeo.
Se c'è chi ha fatto campagne, ha alzato proteste cercando anche di incatenarsi alle inferiate del Consiglio di Stato, si è pure indignato perchè ha definito come combattenti idealisti coloro che si dividevano in coglioni allo stato puro, pedine nelle mani di servizi dell’est e violenti profittatori, vorremmo quanto meno che dalle nostre parti qualcuno alzasse una mano, non tanto per difendere, secondo le leggi che sono in vigore in Grecia, qualcosa di eventualmente indifendibile, ma per differenziare uno spinello da un omicidio di un agente di polizia, da un tentato sequestro e tentato omicidio, da un sequestro di un magistrato, da una rapina a mano armata e vari attentati.
di Cirdan
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