..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 29 ottobre 2008

MAGLIA E COLORI


Io all'Heysel c'ero, avevo solo tredici anni.
Ci sono arrivato dopo la sconfitta di Atene contro l'Amburgo del "miope" Magath, presente anche lì.
Francesco Caremani per "il Riformista" ci racconta delle sfide juventine in quella che veniva chiamata "Coppa dei Campioni", sfide contro i campioni d'Europa dell'Aston Villa e contro i campioni di Francia del Bordeaux, sì perchè una volta giocare la Coppa dei Campioni voleva dire affrontare il campione in carica del rispettivo campionato nazionale.
Ci racconta del suo libro ""le verità sull'Heysel - cronaca di una strage annunciata" in cui narra particolari accaduti quel maledetto 29 maggio 1985: dalla triste storia personale della famiglia Lorentini, di Roberto, amico e collega del padre morto quel giorno, solo perchè il destino gli consegnò un biglietto con su scritto "curva Z": la "tomba" per 39 connazionali; a tutto quello che accaddè succesivamente, dal processo alle promesse mancate, sottolineando anche quelle della Juventus.


Un libro scritto per raccontare e non per dimostrare sottolinea il giornalista, libro che i tifosi juventini (personalmente non ho avuto il piacere di leggerlo) non hanno gradito, perché nessuno voleva sentir parlare di restituzione della coppa o di vittoria dimezzata, e che ambienti vicini alla società si sono, addirittura, preoccupati che in un eventuale processo di restituzione non fosse presente il Caremani per non dovergli dare ragione.
Ma alla penna collaboratrice de Il Riformista bastano due cose:
1) che la sorella di Andrea Casula, la vittima più piccola, l'abbia indicato come la sua personale Bibbia;
2) che Paolo Rossi, davanti a Giorgio Porrà e Otello Lorentini, a "Lo sciagurato Egidio", abbia ammesso che i giocatori sapevano dei morti prima di scendere in campo.
Da qui la scoperta di un primo assioma: lo stile Juve non esiste e non è mai esistito.
Opinioni, condivisibili o meno, ma sempre e comunque opinioni.
Personalmente lo "stile" Juventus è esistito, eccome!
Non entro nei particolari dello "stile" Juventus visto con i miei occhi, e non entro nemmeno nella questione di eventuali ammissioni da parte di questo o di quell'altro che era presente nello spogliatoio bianconero quella sera a Bruxselles, ognuno avrà una coscienza con cui parlare ed eventualmente fare i conti.
Mi soffermo solamente sul come essere o meno tifoso dei colori bianconeri.
E come scrive Francesco Caremani mi rifaccio al passo in cui dice "La vita è fatta di scelte": lui più giornalista che tifoso, io più tifoso garantista che facinoroso.
Ebbene si, tifoso e garantista, perchè trovo alquanto pretestuoso fare differenze sulla storia bianconera tra Scirea e Zoff e Moggi e Giraudo.
Trovo dell'ipocrisia nel dire che la Juventus non aveva uno stile se poi vengono fatte delle differenza tra l'epoca dei Platini, Tardelli e Boniek e l'epoca della Triade, sarebbe come ammettere che prima c'erano persone oneste e di conseguenza con uno stile e successivamente no.
Quello scrivere "non credo ci sia spazio per dirigenti come Luciano Moggi" trasuda rabbia da tutti i pori.
Accetto che per alcuni il periodo della Triade verrà ricordato come le stagioni del doping, di Calciopoli, e che di conseguenza mai vedranno di buon occhio l'operato degli allora dirigenti bianconeri, ma è altresì importante menzionare, prima ancora di ricordare le innumerevoli vittorie sportive e amministrative, che dalle aule dei tribunali, fino ad ora, ne sono usciti senza un graffio, perchè le tesi accusatorie sono state ampiamente respinte e archiviate.
Senza dimenticare che alcuni processi sono in corso d'opera, e da garantisti è bene ricordare che fino a prova contraria in un paese democratico vale la presunzione d'innocenza, per tenere in alto quello stato di diritto senza il quale si rischia di arrampicarsi sugli specchi del giustizialismo.
Perchè quelle verità processuali di cui scrive il giornalista non sono un vangelo a cui bisogna o meno credere, quelle verità processuali assolvono, e non prescrivono, il caso doping perchè il fatto non sussite, e questo non credo sia assolutamente un torto alla lingua italiana.
Francesco Caremani dice che la vittoria per la vittoria non piace, anche a me piace vincere perchè si è superiori, perchè si è più bravi, più spettacolari, più belli, ed è stato quello che hanno fatto le squadre bianconere negli anni della Triade, perchè hanno saputo soffrire dando tutto, sul campo.
Io non posso avere la risposta su come bisognerebbe essere juventino in questo Paese, ognuno è giusto che scelga il proprio, democraticamente.
Francesco Caremani sceglie il "forza Juve, abbasso Moggi". Io no!
Io ho sempre scelto la maglia, i colori bianchi e neri, a prescindere dai periodi e dagli attori protagonisti e non, perchè ognuno a modo loro mi hanno regalato emozioni, vittorie e sconfitte, da Gaetano Scirea e Dino Zoff fino a Del Piero e Ibrahimovic, senza differenze.
Perchè ognuno di loro ha pensato principalmente ad una cosa: difendere quelle maglie, quei colori, cercando di vincere sul campo.
Solo da tre anni a questa parte faccio alcune differenze, perchè chi non ama e non difende la Juventus non potrà mai avere lo stile di chi questa maglia, nella storia, l'ha resa leggendaria.

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