I giudici greci hanno derubricato l'imputazione originale di traffico internazionale di droga contestata inizialmente a Luca Zanotti, il ventenne di Santarcangelo di Romagna fermato nel 2005 dalla polizia greca e trovato in possesso di 20 grammi di hashish.
Il tribunale di Kalamata, nel Pelopponeso, lo ha condannato a tre mesi con la condizionale per detenzione di stupefacenti.
Ricordate la storia? Tutto ebbe inizio tre anni fa, Luca Zanotti fu preso dalla polizia greca insieme a un amico, Davide D’Orsi 29 anni, con 21 grammi di hashish, mentre era in vacanza a Kalamata.
Il legale dello studente, Carlo Alberto Zaina, racconta: «A settembre del 2005 sono stati fermati dalla polizia stradale, che ha trovato sull’auto 21 grammi di hashish, ciò che restava dei 30 che si erano portati dall’Italia. Sono stati arrestati per importazione, detenzione, trasporto e consumo di stupefacenti. Hanno passato quattro giorni in carcere e sono usciti dopo aver pagato 2.500 euro di cauzione».
I ragazzi tornano in Italia, ma nel gennaio del 2007 ricevono la notifica della fissazione della prima udienza. I due non ci vanno: «L’avvocato greco non li ha avvertiti dell’obbligo di presentarsi – aggiunge il legale –, così l’udienza è stata rinviata a novembre 2007, e anche stavolta non si sono presentati, credendo che l’avvocato potesse rappresentarli in contumacia. A quel punto la procura ha chiesto il mandato di cattura internazionale e il tribunale lo ha accordato».
La situazione precipita: lo scorso maggio, in esecuzione del provvedimento dell’autorità greca, Luca Zanotti e Davide D’Orsi vengono arrestati, sono sentiti dalla Corte d’appello di Bologna e negano il consenso all’estradizione, tornando in libertà. «Per Zanotti la terza sezione d’appello ha deciso di dar corso all’estradizione – spiega l’avvocato Zaina – per D’Orsi la prima sezione ha negato per motivi insufficienti... Abbiamo fatto ricorso in Cassazione e ci è andata male. La procura a sua volta ha fatto ricorso; il 28 agosto deciderà la Cassazione».
Al termine di questo iter contorto - ha aggiunto il legale - c’è la prospettiva sicura di una cella a Kalamata: «In Grecia non c’è distinzione fra spaccio e uso personale, e il consumo è un altro reato di cui dovranno rispondere davanti a un altro giudice, oltre a quelli di importazione, detenzione e trasporto di droga».
In questo spazio, oggi come allora, non vogliamo indurre l'uso di qualunque tipo di droga o proteggere a spada tratta chi viene colto infraganza di reato, le cronache di quel periodo raccontavano la tragica fine di Nelly Gerardi, ma avremmo voluto tanto sapere quanto baccano sarebbero stati disposti a fare i nostri intellettuali, i nostri politici che, all'unanimità, approvarono il nuovo trattato europeo.
Il riferimento era indirizzato - per il caso Petrella - a chi fece campagne, alzò proteste cercando anche di incatenarsi alle inferiate del Consiglio di Stato, indignandosi perchè definì come combattenti idealisti coloro che si divisero in coglioni allo stato puro, pedine nelle mani di servizi dell’est e violenti profittatori.
Allora chiedemmo che dalle nostre parti qualcuno alzasse una mano, non tanto per difendere, secondo le leggi che sono in vigore in Grecia, qualcosa di eventualmente indifendibile, ma per differenziare uno spinello da un omicidio di un agente di polizia, da un tentato sequestro e tentato omicidio, da un sequestro di un magistrato, da una rapina a mano armata e attentati vari.
Oggi si è concluso con esito positivo il processo, dopo che Zanotti e D’orsi erano giunti ieri a Patrasso. Giunti a Kalamata, accompagnati dall’avvocato greco di Luca, Giorgio Assimakis, erano attesi dal responsabile consolare dell’ambasciata italiana ad Atene Martin Brook, l’assistente sociale presso la sede diplomatica Salvo Cavallaro e la rappresentante consolare a Kalamata Margherita Bovicelli, oltre all’avvocato di D’Orsi, Fabrizio Briganti, giunto dall’Italia. Tutti erano oggi in aula ad ascoltare la sentenza.
"Con l’hashish è finito tutto, è stata una lezione molto dolorosa ma utile", ha dichiarato Zanotti - che frequenta la facoltà di lettere all’Università di Trieste ed ha recentemente superato con successo un esame - al termine dell'udienza, precisando che prima di ripartire col padre per l’Italia si recherà ad Atene per ringraziare l’ambasciatore Giampaolo Scarante dell’assistenza fornitagli in questi mesi.
di Cirdan
Il legale dello studente, Carlo Alberto Zaina, racconta: «A settembre del 2005 sono stati fermati dalla polizia stradale, che ha trovato sull’auto 21 grammi di hashish, ciò che restava dei 30 che si erano portati dall’Italia. Sono stati arrestati per importazione, detenzione, trasporto e consumo di stupefacenti. Hanno passato quattro giorni in carcere e sono usciti dopo aver pagato 2.500 euro di cauzione».
I ragazzi tornano in Italia, ma nel gennaio del 2007 ricevono la notifica della fissazione della prima udienza. I due non ci vanno: «L’avvocato greco non li ha avvertiti dell’obbligo di presentarsi – aggiunge il legale –, così l’udienza è stata rinviata a novembre 2007, e anche stavolta non si sono presentati, credendo che l’avvocato potesse rappresentarli in contumacia. A quel punto la procura ha chiesto il mandato di cattura internazionale e il tribunale lo ha accordato».
La situazione precipita: lo scorso maggio, in esecuzione del provvedimento dell’autorità greca, Luca Zanotti e Davide D’Orsi vengono arrestati, sono sentiti dalla Corte d’appello di Bologna e negano il consenso all’estradizione, tornando in libertà. «Per Zanotti la terza sezione d’appello ha deciso di dar corso all’estradizione – spiega l’avvocato Zaina – per D’Orsi la prima sezione ha negato per motivi insufficienti... Abbiamo fatto ricorso in Cassazione e ci è andata male. La procura a sua volta ha fatto ricorso; il 28 agosto deciderà la Cassazione».
Al termine di questo iter contorto - ha aggiunto il legale - c’è la prospettiva sicura di una cella a Kalamata: «In Grecia non c’è distinzione fra spaccio e uso personale, e il consumo è un altro reato di cui dovranno rispondere davanti a un altro giudice, oltre a quelli di importazione, detenzione e trasporto di droga».
In questo spazio, oggi come allora, non vogliamo indurre l'uso di qualunque tipo di droga o proteggere a spada tratta chi viene colto infraganza di reato, le cronache di quel periodo raccontavano la tragica fine di Nelly Gerardi, ma avremmo voluto tanto sapere quanto baccano sarebbero stati disposti a fare i nostri intellettuali, i nostri politici che, all'unanimità, approvarono il nuovo trattato europeo.
Il riferimento era indirizzato - per il caso Petrella - a chi fece campagne, alzò proteste cercando anche di incatenarsi alle inferiate del Consiglio di Stato, indignandosi perchè definì come combattenti idealisti coloro che si divisero in coglioni allo stato puro, pedine nelle mani di servizi dell’est e violenti profittatori.
Allora chiedemmo che dalle nostre parti qualcuno alzasse una mano, non tanto per difendere, secondo le leggi che sono in vigore in Grecia, qualcosa di eventualmente indifendibile, ma per differenziare uno spinello da un omicidio di un agente di polizia, da un tentato sequestro e tentato omicidio, da un sequestro di un magistrato, da una rapina a mano armata e attentati vari.
Oggi si è concluso con esito positivo il processo, dopo che Zanotti e D’orsi erano giunti ieri a Patrasso. Giunti a Kalamata, accompagnati dall’avvocato greco di Luca, Giorgio Assimakis, erano attesi dal responsabile consolare dell’ambasciata italiana ad Atene Martin Brook, l’assistente sociale presso la sede diplomatica Salvo Cavallaro e la rappresentante consolare a Kalamata Margherita Bovicelli, oltre all’avvocato di D’Orsi, Fabrizio Briganti, giunto dall’Italia. Tutti erano oggi in aula ad ascoltare la sentenza.
"Con l’hashish è finito tutto, è stata una lezione molto dolorosa ma utile", ha dichiarato Zanotti - che frequenta la facoltà di lettere all’Università di Trieste ed ha recentemente superato con successo un esame - al termine dell'udienza, precisando che prima di ripartire col padre per l’Italia si recherà ad Atene per ringraziare l’ambasciatore Giampaolo Scarante dell’assistenza fornitagli in questi mesi.
di Cirdan
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