Solo otto anni dopo l'ultimo grande boom finanziario conclusosi nel disastro, siamo ricaduti in una crisi di livello mondiale, la cui bolla di rottura ha spazzato via decine di miliardi di dollari di ricchezza, riproponendo l'intero pianeta in una seconda grande depressione.
Negli Stati Uniti milioni di cittadini hanno perso le loro case e una grossa fetta del risparmio pensionistico, decine di milioni hanno avuto il loro portafogli frantumato, e la carneficina dell' "economia reale" è appena iniziata.
Dopo decenni di crescente sofisticazione finanziaria, possibile che non ci siano stati i presupposti per conoscere meglio ed ergere delle barriere per difendersi da tutto quello che è poi inevitabilmente accaduto?
Probabilmente si secondo alcuni, verosimilmente no secondo altri, fatto sta che ogni volta che questo accade, pensiamo che sarà l'ultima volta. Ma non lo sarà mai.
Ma la colpa di chi sarebbe? Come di solito accade dopo una rottura, la ricerca di capri espiatori è stata intensa, e sono emersi molti contendenti: predatori finanziari che hanno venduto prestiti che molti non si sono potuti permettere; le commissioni di vigilanza che hanno intrapreso un lungo letargo, viatico per il lasciapassare di svariate operazioni che non avrebbero avuto i requisiti per essere tali; in America Alan Greenspan ha mantenuto bassi i tassi di interesse per un periodo troppo lungo; esperti del settore che hanno dato cattivi consigli. Altre spiegazioni sono indirizzate ad un'economia sempre più avida, al non guardare più, sul medio e lungo periodo, le attività delle quotate, rincorrendo, anno dopo anno, i facili guadagni su trimestrali spesso non veritiere, ascoltando solo quello che si voleva sentire.
Tutte queste sono inevitabilmente alcune delle spiegazioni plausibili, perchè la maggior parte delle "bollicine" sono il prodotto di mala fede, o incompetenza, oppure di ordinaria stupidità; per garantire la formazione di una crisi così profonda c'è bisogno dell'interazione tra la psicologia umana e l'economia di mercato. In questo senso, le bolle sono perfettamente razionali, razionalità che si sposa inevitabilmente con i sottoprodotti del capitalismo (che, come diceva Winston Churchill, è il peggiore sistema economico del pianeta, ad eccezione di tutti gli altri).
La tecnologia e le circostanze cambiano, ma l'animale umano no.
La bolla è nata dalle grandi quantità di capitali che sono entrati nel mercato per via dei tassi che sono rimasti troppo a lungo bassi, nel mercato americano sono entrate ingenti quantità di denaro asiatico, asiatici che a loro volta per non fare rafforzare la loro valuta, e mantenere competitivo il loro prodotto, compravano titoli. Questi assegni in bianco, che non venivano mai presentati all'incasso, hanno paradossalmente finanziato la bolla sull'immobiliare.
Nasce inevitabilmente il "mutuo per tutti", un piano di ammortamento a rate variabili: le prime a basso costo, in modo da renderle pagabili, successivamente più gravose, in modo da non permettere al cliente di pagarle, costringendolo a rinegozziare un nuovo mutuo con il risultato di un ulteriore guadagno per le finanziarie, queste ultime sicure dell'operazione in base al continuo aumento del valore delle case.
Così chiunque, anche chi non poteva permettersi un mutuo, per la mancanza di un lavoro, sottoscriveva un contratto basato su una semplice autocertificazione, stipulato da agenti indipendenti che intascavano grazie alle commissioni, non avendo nulla da rimetterci perchè i soldi erano prestati dalle finanziarie.
Queste ultime, oramai piene di contratti stipulati anche da chi non avrebbe avuto i parametri per farlo, cedevano a Wall Street un numero ingente di mutui.
Wall Street comprava pur sapendo che i prestiti presi uno ad uno erano rischiosi, ma la grande finanza aveva già studiato come fare: si mescolavano tutti i mutui, si tagliavano a fette come una torta e si creavano dei titoli: i CDO.
Questi ultimi venivano infine divisi in tre grandi comparti: basso, medio ed alto rischio.
I CDO a basso rischio venivano addirittura coperti da un'assicurazione, e i compratori ulteriormente coinvolti nell'acquisto, anche grazie agli ottimi voti dati dalle agenzie di rating. La fetta a medio rischio avrebbe permesso un ottimo rendimento e veniva acquistata da enti territoriali, banche, fondi pensione e assicurazioni.
Rimaneva il CDO ad alto rischio, in pratica la fetta marcia, che in caso di successo avrebbe dato un rendimento stratosferico e per questo tenuta e infilata in un SIV, un fondo d'investimento piazzato in un paradiso fiscale, e di conseguenza fuori dai bilanci consolidati.
In quel periodo la crescita economica statunitense raggiungeva un più 4%, ma la popolazione non aveva più soldi ed inevitabilmente le rate non potevano essere più pagate, i soldi non arrivavano e il kaos cominciava a regnare.
Fine dei pagamenti sui conti dei titoli CDO, titoli che avevano alla base i proprietari degli appartamenti, e anche coloro che avevano comprato la fetta di torta "buona", quella assicurata, non avevano più entrate perchè le stesse assicurazioni cominciavano a fallire.
Ed ecco che il sogno americano diventava un incubo, travolto dalla più grande bolla speculativa mai creata che ha trascinato con se l'economia del resto del globo.
In California una casa con tre stanze da letto andava all'asta a 39 mila dollari, circa 28 mila euro!
A Las Vegas in soli tre mesi venivano pignorate oltre 22 mila case.
I subprime crearono danni incolcabili, perchè i tassi partivano bassi, ma nel momento in cui scattava l'aggiustamento schizzavano a cifre insostenibili, aldilà delle possibilità di coloro che l'avevano sottoscritto, rate partite da 1800 dollari ed arrivate a 4200!
Robert Gnaizda - Greenlining Istitute - convocò una riunione con le banche più importanti d'America, tra cui: Citybank ,Countrywide, J.P.Morgan Chase, la Fed e altre, discutendo sulla pericolosità dei subprime, Countrywide, creatura di Angelo Mozilo diventato il re dei mutui in America, disse che non erano pericolosi e che avrebbero aiutato i poveri.
Il consulente generale dell'istituto californiano aveva chiesto ad Alan Greenspan - ex governatore della Banca Centrale d'America - se lui aveva un mutuo subprime, e di risposta ottenne un bel no, Greenspan aveva un mutuo a tasso fisso dichiarando che a lui piaceva la sicurezza.
E mentre Greenspan tornava a fare l'economista, in un hedge fund che realizzò un profitto di 3,7 miliardi di dollari per aver scommesso proprio sul collasso della bolla, gli americani si facevano di mutui tossici e venivano sbattuti fuori casa.
Nessuno dei regolatori americani mosse un passo, né la Banca Centrale, né il Tesoro guidato da Harry Poulson, sostenitore che la crisi non avrebbe contagiato il resto del mondo.
Ma nel 2007, nell'arco di sei mesi, ci furono oltre 400 miliardi di dollari di perdite e a marzo 2008, Bear Stearns crollò, avendo stretto derivati con enti di tutto il mondo, comuni italiani compresi.
Fed e Tesoro si ritrovano a nazionalizzare il sistema finanziario, e nell'incredibile settimana che ha cancellato Wall Street, Lehman, la banca d'affari che aveva finanziato le ferrovie, fallisce; AIG, la più grande assicurazione del mondo, viene nazionalizzata; Merrill Lynch viene rilevata da Bank of America; Washington Mutual, oramai fallita, passa a JP Morgan; Goldman Sachs e Morgan Stanley per salvarsi restituiscono la "patente" di banca d'affari pura; Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi dei muti, nazionalizzati anche loro: un'ecatombe!
Secondo Nouriel Roubini - economista - questa crisi con il passare del tempo diventerà peggiore, vista l'enorme quantità di titoli tossici che sono stati assunti.
In tutto questo le banche dovrebbero essere disponibili a rimetterci un sacco di soldi, ma non lo faranno mai, visto che arriverà il salvataggio governativo.
Alla fine di tutto questo cosa si può imparare? Che si può e si deve risparmiare di più, spendere di meno, diversificare i nostri investimenti, e soprattutto evitare di comprare cose che non ci possiamo permettere. La maggior parte di tutti noi, tra dieci anni, dovrà essere in grado di guardare i propri figli negli occhi spiegandogli che i nostri soldi sono andati a salvare le banche, perchè altrimenti non avrebbero potuto erogare più credito alle imprese che a loro volta avrebbero dovuto cominciare a licenziare.
Spiegheremo ai nostri figli che abbiamo dovuto portare a casa la pelle, che in ballo ci sono stati i nostri soldi e siccome non avevamo colpe, o quasi, abbiamo preteso dal governo un resoconto, in quanto azionisti, per sapere a chi e dove sarebbero stati destinati questi denari e che se non avessero prodotto profitti avrebbero dovuto restituirceli.
Dovremo spiegare ai nostri figli che le leggi che troveranno, furono create per punire tutti coloro che, grazie a truffe e inganni, si adoperarono sulla buona fede della gente per speculare e creare ricchezza per i propri interessi.
La realtà di oggi è questa, una crisi che non si sa per quanto tempo ci dovremo trascinare dietro, e per far si che i nostri figli, un giorno, possano dire che quella volta qualcosa si è fatto, che quella volta è stato diverso, c'è bisogno di un cambiamento reale, altrimenti, mentre ci guarderanno negli occhi, penseranno che è stata la solita mossa per spartire denaro, potere e poltrone.
di Cirdan
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