Arriva oggi in Italia David Petraeus, il generale americano capo del comando centrale statunitense, che coordina le operazioni militari in Iraq e in Afghanistan. L'alto ufficiale vedrà il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro degli Esteri Franco Frattini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Il generale americano è a Roma per una visita di due giorni. Il numero uno di CentCom - il comando del Pentagono responsabile per il Medio Oriente e l'Asia Centrale - è giunto nella capitale dalla Florida con un aereo militare atterrato nelle prime ore della mattina all'aeroporto di Ciampino.
L’uomo che ha saputo elaborare la dottrina antiguerriglia rivelatasi vincente nel conflitto iracheno illustrerà i punti salienti della nuova strategia messa a punto dal Pentagono in Afghanistan e già preannunciata dal Segretario di Stato, Condoleeza Rice. Una strategia che incontrerebbe il favore anche del presidente-eletto Barack Obama tornato a chiedere un maggior ruolo europeo nei combattimenti a Kabul. Petraeus, che ha espresso "grande apprezzamento" per il lavoro che l’Italia svolge sullo scenario afghano e per il contributo italiano nello scenario internazionale, ha avuto modo di discutere l’impegno dell’Italia in un incontro di oltre un’ora tenutosi venerdì a Washington con l’ambasciatore italiano negli Usa, Giovanni Castellaneta.
La visita a Roma del generale prelude alla richiesta di un maggiore impegno italiano nelle operazioni militari alleate in Afghanistan, dove i talebani - secondo il pensatoio occidentale Icos - sono arrivati a controllare il 72% del territorio (contro il 54% del 2007).
Più che un maggior numero di truppe, è probabile che Petraeus chiederà all’Italia di abrogare alcune limitazioni che impediscono l’impiego delle forze italiane in azione offensive come nel caso dei 4 bombardieri Tornado da pochi giorni giunti in Afghanistan ma relegati a soli compiti di ricognizione e non di attacco ai talebani.
Petraeus aveva auspicato un'intesa del governo di Hamid Karzai con i talebani per permettere ad alcuni di loro di entrare nell'esecutivo, poichè, a suo giudizio l'unico modo per pacificare un Paese ormai allo stremo era arrivare a una vera riconciliazione nazionale. Petraeus aveva aggiunto che trattare con il nemico, anche con chi aveva le mani macchiate di sangue americano, era ormai un percorso obbligato per trasformare i talebani in un ulteriore strumento con cui contrastare Al Qaeda e stabilizzare una nazione allo sbando. Una posizione molto simile a quella di Petraeus è stata espressa durante la sua visita negli Stati Uniti dal ministro della Difesa italiano Ignazio La Russa. Mentre Frattini, lodando il lavoro dell'alto ufficiale in Iraq ha sottolineato come l'Italia "sia interessata a capire come il suo modello possa essere esportato in aree diverse, come l'Afghanistan".
di Cirdan
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