..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 19 dicembre 2008

(s)LEGATI AL DOLLARO


L'enorme piano di spesa pubblica che l'America si appresta a mettere in atto, sotto la lente del protezionismo, si potrebbe tradurre con l'indebolimento del dollaro nel resto del mondo, con un ulteriore aumento della crisi nei Paesi europei che, a loro volta, sarebbero slegati con i Paesi emergenti sotto il profilo monetario (Euro).
Questi ultimi non potendo usufruire della forte crescita in atto, rischierebbero di spostare il margine che ha colpito in recessione i Paesi avanzati in una recessione globale.
Al consiglio straordinario del Economic and Financial Affairs Council (Ecofin), svoltasi ieri nel quartiere parigino di Bercy, l'Europa si è posta ancora una volta il quesito sull'adeguatezza delle misure anti-crisi sin qui varate.
La riunione informale, a cui ha partecipato anche Giulio Tremonti dichiarando che - e chiamando indirettamente in causa Mario Draghi, attuale presidente del Financial Stability Forum - il susseguirsi dei crac e degli scandali finanziari sia figlio del "fallimento dei regolatori", ha riacceso le polemiche delle scorse settimane tra Parigi e Berlino.
L'Eliseo terminerà con i botti dell'ultimo dell'anno la presidenza dell'Unione europea, e prima del termine del mandato vorrebbe sollecitare il potenziamento e l'estensione del programma europeo di rilancio economico, anche a costo di sforare i limiti previsti dai trattati comunitari attualmente in vigore.
La cancelliera Angela Merkel, di contro, chiede agli altri Paesi europei, attualmente in deficit di bilancio, di compiere quei sacrifici che hanno consentito alla Germania di ridurre il proprio rosso a zero o quasi.
Dunque guardandola dall'alto del vecchio continente la situazione non migliora, e anche se l'Europa potrebbe rispondere ad Obama con lo stesso piano, la disparità tra gli Stati dell'Unione creerebbe ulteriori difficoltà per l'Italia, visti i minori margini di spesa a disposizione.
E le prospettive attuali non sono rosee: Confindustria a stimato in 600 mila i posti di lavoro che andranno persi nel nuovo anno, ed è già una stima che parla da sola; Renata Polverini, attuale segretario generale dell'Unione Generale del Lavoro (UGL), stima in 4 miliardi di euro i fondi necessari per gli ammortizzatori sociali; le stime sulla disoccupazione, dal 6,8% del 2008, vedono un netto rialzo per il 2009, 8,0%, ed un ulteriore aumento per il 2010, 8,4%.
Se a questo si aggiunge la prospettiva poco brillante della Commissione di Bruxelles che prevede per il 2009 un aumento della disoccupazione in gran parte dell'area comunitaria lo scenario assume la connotazione della paura.
Tornando oltre oceano, Obama ha scelto alla guida della Sec Mary Schapiro come presidente della consob americana. La prima donna nei 74 anni di vita della commissione è succeduta a Christopher Cox, che lascerà l'incarico alla scadenza dell'amministrazione Bush il prossimo 20 gennaio, sostenitore convinto che non fosse necessario regolare né i derivati né i ratios di capitale delle grandi banche d'investimento e ora condannato irreparabilmente dopo il caso Madoff.
Obama dovrà ridisegnare l'intera struttura regolatrice finanziaria degli Stati Uniti, cercando di far riprendere, vista la dipendenza dalla Borsa a stelle e strisce, l'intera economia mondiale post 15 settembre.
Bisognerà attendere spiegazioni di come Obama vorrà operare, e vista l'inconsistenza delle richieste dall'Europa non c'è da stare allegri.

di Cirdan

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