La data odierna (8 gennaio 2009) rappresenta senza alcun dubbio l’inizio della fine di quella parodia della Giustizia denominata Calciopoli. Oggi, infatti, dopo un processo durato oltre due anni ed una campagna mediatica tesa a colpevolizzare tutto quanto girava attorno alla figura del Sig. Luciano Moggi, è arrivata la prima sentenza legata a quei fatti. Nulla che abbia a che vedere con la riabilitazione della nostra Juventus. Tuttavia è utile ricordare che, agli occhi dei lettori meno attenti, quell’alone di torbido nei confronti dell’ex DG della Juventus era ed è garanzia di colpevolezza della stessa Juventus.
Ma concentriamoci sull’odierno processo. I Giudici dopo una Camera di Consiglio durata circa due ore hanno ribaltato il teorema accusatorio del PM Palamara. Sono cadute, infatti, le accuse di associazione a delinquere e sono stati assolti tutti i componenti il cda GEA. Tutti, ovviamente, ad eccezione di due: i Signori Luciano ed Alessandro Moggi. Per questi ultimi non c’è giustizia che tenga. Era quasi d’obbligo agli occhi dell’opinione pubblica attribuirgli quantomeno il reato di violenza privata. Si sarebbe mica potuto dire “scusate abbiamo scherzato”? Ma se violenza privata significa aver sollecitato dei giocatori a destinazioni non gradite mi chiedo: quanti procuratori e dirigenti calcistici si sarebbero potuti condannare nel caso fossero stati intercettati? Ed è prerogativa del mondo del calcio tale fattispecie?
Possiamo leggere in questa sentenza eventuali ripercussioni sui fatti più vicini alla lotta della nostra Associazione? Di certo non si può trascurare quanto affermato dai Giudici. Escludere, infatti, il reato di associazione a delinquere equivale all’affermazione che nessuna “cupola” ha mai governato il mondo del calcio.
Dopo l’assoluzione della maggior parte degli uomini del palazzo calcistico, degli arbitri e dei dirigenti, dopo aver letto una sentenza del Tribunale di Roma che certifica l’assoluta bontà delle estrazioni relative ai sorteggi arbitrali, la conclusione a cui giungiamo associando quanto emerso dall’odierna sentenza non può che essere una: FARSOPOLI.
Di fatto, nessuno condannato + nessuna cupola = Juventus in B…... Boh!
Non possiamo, altresì, trascurare il ruolo di specie che ancora una volta ci hanno regalato i media. Oltre ai titoloni che il giornale rosa domattina non ci farà sicuramente mancare, un caso è emblematico del fazioso comportamento. Per molti giornali (sich!) online Moggi è stato graziato dall’indulto. Bene, anzi male. Ogni cittadino italiano, se incensurato, gode di due anni di benefici di legge con la sospensione della pena condizionale. L’indulto non viene concesso dal giudice ma deve essere richiesto dall’avvocato difensore.
I difensori di Luciano Moggi, in vero, non hanno chiesto alcun indulto e non hanno intenzione di farlo. Si aspettano, come spesso dichiarato, una sonora vittoria alla fine dei tre gradi di giudizio che ogni cittadino italiano dovrebbe avere prima di essere dichiarato colpevole. E la Juve? Quanto frettolosamente dichiarato dall’emerito presidente Cobolli, suona come ammonimento alle future speranze di quei tifosi fiduciosi di vedere una Juventus finalmente parte attiva nella restituzione dei legittimi titoli: "Se gli imputati saranno assolti, sarà difficile tornare indietro e farci ridare quello che ci è stato tolto, ma lo diremo ad alta voce. La giustizia sportiva ha deciso quando c'era una campagna negativa nei confronti della Juve".
Lo sforzo massimo che il nostro presidente Cobolli vede possibile è il gridare ai quattro venti la non colpevolezza della Juventus. Bello sforzo!!!
Signori prepariamoci, ne vedremo delle belle. Calciopoli è sempre più farsopoli ed il tonfo dell’associazione a delinquere nel processo GEA non potrà che avere dei riflessi nel processo di Napoli. Sta per suonare l’ultima ora della farsa. Taluni giornalisti dall’occhio lungo iniziano ad evidenziare le enormi contraddizioni. Il 2009 non potrà che essere nel segno del 29. E come dice spesso un carissimo amico: Vinceremo Noi non c’è alcun dubbio!
di Giuseppe Belviso
di Giuseppe Belviso
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