Ieri, durante la lunga intervista trasmessa dal canale satellitare al-Arabiya, il presidente Obama ha ribadito l’importanza di parlare con Teheran per stabilire con chiarezza dove siano le nostre differenze, ma anche dove esistano strade potenziali di progresso.
Una rievocazione di quanto detto durante il discorso dopo il giuramento a 44° presidente degli Stati Uniti " ...sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia, ma che vi tenderemo la mano se sarete pronti ad abbassare il vostro pugno... ".
Obama ha riassunto le colpe del regime di Teheran: le minacce a Israele, il programma atomico per dotarsi dell’arma nucleare, l’appoggio alle organizzazioni terroristiche della regione.
Oggi arriva la risposta di Ahmadinejad, probabilmente ignaro di cosa sia una mano tesa, ma sempre più consapevole di come bisogna tenere i pugni chiusi: "Metta fine al sostegno dell'illegale e falso regime sionista - ovvero Israele - e chieda scusa e risarcisca l'Iran per le interferenze americane degli ultimi 60 anni".
Un sfida aperta, da parte del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, al nuovo presidente americano Barack Obama: "Quelli che parlano di cambiamento devono presentare le scuse al popolo iraniano e provare a rimediare agli atti malvagi e ai crimini compiuti in passato contro l'Iran", ha aggiunto in un discorso trasmesso in tv.
Elecando una serie di atti compiuti dagli Usa contro Teheran, a partire dal golpe del 1953 con cui fu rovesciato il premier di allora Mohammed Mossadegh, Ahmadinejad ha rincarato la dose: "Se parlate di cambiamento, bisogna mettere fine alla presenza militare americana nel mondo, dovete ritirare le truppe e restare all'interno delle vostre frontiere".
In conclusione il presidente iraniano ha chiesto a Obama di dire la verità sugli attentati dell'undici settembre.
"Così come sull’Olocausto – ha detto Ahmadinejad – anche sull'undici settembre non fu rivelata la verità, ma gli attentati furono un pretesto per attaccare l'Iraq e l'Afghanistan e uccidere milioni di persone".
Dialogare con i mullah è sempre un piacere, così ameno che tra mani tese e pugni chiusi a Barack Obama saranno cadute le braccia.
di Cirdan
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